“Via ai lavori entro marzo 2010”. Il Muos visto dagli americani - QdS

“Via ai lavori entro marzo 2010”. Il Muos visto dagli americani

Rosario Battiato

“Via ai lavori entro marzo 2010”. Il Muos visto dagli americani

venerdì 07 Dicembre 2012

Le pressioni degli uomini a stelle e strisce sull'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa. Cablo di Wikileaks riporta le impressioni di ex console: non c'è pericolo per la salute

NISCEMI (CL) – Non è la prima volta che il Muos (Mobile user objective sistem) di Niscemi, l’antenna radar a stelle e strisce che dovrebbe essere installata nella riserva naturale Sughereta, finisce citato nei cablogrammi di wikileaks. Si tratta di vicende cronachisticamente lontane nel tempo, ma se ne è tornato a discutere in questi giorni dopo l’intervista su Linksicilia.it dell’attivista Gaetano Impoco. I documenti riportano la pressione americana sul ministro della Difesa dell’epoca che era il siculo-milanese Ignazio La Russa.
C’era anche la Sicilia tra i file criptati di comunicazione tra i centri di potere del mondo diffusi da wikileaks. In particolare si parlava del Ponte sullo Stretto e dello strategico piazzamento del Muos duramente osteggiato dalla popolazione per gli infausti effetti sulla salute che potrebbero avere le radiazioni dell’apparecchio.
Dai cablo diffusi dal comitato No Muos risulta che furono gli americani, tramite il segretario alla Difesa, a chiedere al ministro La Russa di interessarsi “personalmente a risolvere i problemi relativi al NSS (Naval Support Station, ndr) di Gricignano e al Muos di Niscemi”. In sostanza per gli statunitensi “la sicurezza delle forze USA è non-negoziabile”. Non c’era da trattare nemmeno sul Muos di Niscemi, per il quale “il Segretario alla Difesa ha richiesto che La Russa si attivi per assicurare l’approvazione finale per il sito, evidenziando che se la costruzione dell’antenna non fosse cominciata entro marzo (2010, ndr), gli Stati Uniti avrebbero potuto avere il bisogno di cercare altrove nel Mediterraneo”.
La risposta fornita dall’ex ministro, originario di Paternò, riferiva soltanto di una soluzione per il sistema di Gricignano, proponendo uno status speciale per l’area e poi “un accordo bilaterale tra Usa e Italia avrebbe permesso agli Usa di assumere responsabilità di sicurezza”. Nessuna notizia, invece, sul fronte del Muos che ancora oggi, a distanza di oltre tre anni da questi fatti, continua a far discutere.
L’antenna radar di Niscemi figura anche nel cablogramma numero 7, dove si riporta la corrispondenza di Patrick Truhn, ex console generale degli Usa di stanza a Napoli. Secondo quanto diffuso da Wikileaks, il diplomatico statunitense avrebbe scritto che “un gruppo di sindaci della zona, ha utilizzato con successo i media locali per diffondere congetture – non supportate anche dagli scienziati portati dai sindaci in qualità di esperti – che l’installazione comporta gravi rischi ambientali per la salute della popolazione locale”. Poi le rassicurazioni sul fatto che le antenne non avrebbero avuto ripercussioni sulla cittadinanza, secondo uno studio della Us Navy che certifica come le emissioni di onde elettromagnetiche siano al di sotto dei parametri indicati nelle leggi italiane e europee. Un dato peraltro non confermato da numerosi studi successivi.
Intanto la battaglia dal centro nisseno si è allargata all’intera Sicilia uscendo persino dai confini regionali. Nei giorni scorsi si sono moltiplicati gli appelli a Rosario Crocetta – sodale dei No Muos prima e durante la campagna elettorale – per ritirare le autorizzazioni concesse dalla Regione.

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