La Sicilia dei prodotti petroliferi traina l’export del Mezzogiorno - QdS

La Sicilia dei prodotti petroliferi traina l’export del Mezzogiorno

Patrizia Penna

La Sicilia dei prodotti petroliferi traina l’export del Mezzogiorno

mercoledì 12 Dicembre 2012

Aumento del +9,8%, invece, registrato per le vendite sui mercati Ue. +21,3% su quelli extra Ue. Lo rivela l’Istat: incremento del +16,8% nei primi nove mesi del 2012

ROMA – Per la Sicilia la crescita dell’export legata a coke e prodotto petroliferi raffinati continua. Dopo il bilancio positivo dei primi due trimestri del 2012, che hanno registrato un incremento del +21,2%, anche nel terzo trimestre di quest’anno, secondo i dati Istat, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in crescita per tutte le ripartizioni territoriali rispetto al trimestre precedente.
L’incremento più accentuato si registra per le regioni del Centro (+6,2%), quello più contenuto per le regioni nord-orientali (+1,1%). Nella media dei primi nove mesi del 2012 la dinamica tendenziale dell’export è positiva per tutte le ripartizioni, anche se in progressiva decelerazione nel corso dell’anno.
 
Le regioni insulari (+17,1%) e del Centro (+6,6%) presentano una crescita superiore alla media nazionale (pari al 3,5%), mentre l’Italia meridionale è pressoché stazionaria (+0,1%). Le regioni che contribuiscono maggiormente alla crescita dell’export nei primi nove mesi del 2012 (spiegando circa il 75% dell’aumento delle esportazioni nazionali) sono Lombardia (+3,7%), Toscana (+8,6%), Sicilia (+16,8%), Sardegna (+17,7%) ed Emilia-Romagna (+3,6%). Tra le altre regioni si segnalano Puglia (+8,3%), Lazio (+3,8%), Marche (+4,8%) e Umbria (+8,4%) e Calabria (+6,0%). Aumenti inferiori alla media nazionale si registrano, invece, per Piemonte (+3,4%), Veneto (+1,5%), provincia di Trento (+2,9%), Liguria (+1,0%) e Campania (+0,6%). Marcate flessioni si registrano per Basilicata (-24,5%), Valle d’Aosta (-10,6%), Friuli-Venezia Giulia (-9,6%) e Molise (-9%).
 
Si segnalano come particolarmente dinamiche le esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati dalla Sicilia, di metalli e prodotti in metallo dalla Toscana, di macchinari e apparecchi n.c.a. dalla Lombardia e di articoli farmaceutici e chimico-medicinali dal Lazio. Una flessione delle esportazioni si registra per mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) dal Friuli-Venezia Giulia e dalla Toscana, macchinari e apparecchi n.c.a. dal Friuli-Venezia Giulia e apparecchi elettrici dalla Lombardia. Il Lazio, con un incremento tendenziale del 6,2% delle vendite verso i paesi Ue, è la regione che fornisce il maggiore contributo alla crescita delle esportazioni nazionali verso quest’area (+0,3 punti percentuali).
Aumenti delle vendite sui mercati Ue, associati a contributi significativi alla crescita delle esportazioni nazionali verso quest’area, si registrano anche per Sicilia (+9,8%) e Puglia (+4,8%). Per Sardegna (-14,5%), Basilicata (-30,5%), Valle d’Aosta (-14,6%) e Molise (-14,0%) si rileva, invece, una forte flessione tendenziale delle vendite nei paesi Ue. Per quanto concerne le vendite sui mercati extra Ue, le regioni che si caratterizzano per i maggiori incrementi tendenziali nei primi nove mesi del 2012 sono (in ordine di contributo alla crescita delle esportazioni nazionali verso quest’area): Lombardia (+10,2%), Toscana (+14,7%), Piemonte (+10,6%), Sicilia (21,3%) ed Emilia-Romagna (+6,6%). Nei primi nove mesi del 2012 i principali contributi alla crescita delle esportazioni nazionali sono dovuti alle vendite della Lombardia in Svizzera e Stati Uniti, con incrementi tendenziali ampiamente superiori alla media nazionale (pari, rispettivamente, a +18,6% e +20,0%). Risultano in forte crescita anche le vendite della Sardegna e della Lombardia verso i Paesi OPEC (rispettivamente +198,7% e +14,7%) e della Sicilia e dell’Emilia Romagna verso gli Stati Uniti (rispettivamente +148,0% e +23,4%).
In forte calo risultano, invece, le vendite del Veneto verso la Cina (-29,0%), della Sardegna e della Sicilia verso la Spagna (rispettivamente -19,4% e -34,5%), della Campania verso la Svizzera (-26,8%) e del Friuli-Venezia Giulia verso la Francia (-19,8%). analisi congiunta per settore e regione di provenienza della merce, svolta considerando anche il loro contributo alla variazione complessiva delle esportazioni nazionali, mostra incrementi significativi delle vendite all’estero di coke e prodotti petroliferi raffinati dalla Sicilia (+20,7%), di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, dalla Toscana e dalla Lombardia (rispettivamente +27,0% e +4,1%), di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dal Lazio (+28,2%), di macchinari e apparecchi n.c.a. dalla Lombardia e dal Piemonte (rispettivamente +5,2% e +10,9%) e di autoveicoli dall’Emilia-Romagna(+28,6%).
Marcate riduzioni delle vendite all’estero si registrano per mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) da Friuli-Venezia Giulia e Toscana (rispettivamente -43,7% e -21,2%), macchinari e apparecchi n.c.a. dal Friuli-Venezia Giulia (-16,3%), apparecchi elettrici dalla Lombardia (-6,3%), autoveicoli dalla Basilicata e dal Lazio (rispettivamente -39,3% e -24,7%).
Le province che hanno contribuito maggiormente alla crescita delle esportazioni nazionali nei primi nove mesi del 2012, spiegando oltre il 70% della crescita complessiva, sono Arezzo (+28,4%), Siracusa (+20,3%), Milano (+3,5%), Cagliari (+20,0%), Bergamo (+5,8%), Piacenza (+25,2%), Firenze (+7,5%), Monza e Brianza (+7,0%), Taranto (+23,9%) e Varese (+5,7%). Altre province che presentano una dinamica particolarmente sostenuta delle esportazioni, con un contributo superiore a un decimo di punto percentuale alla crescita delle esportazioni nazionali, sono Torino (+2,8%), Alessandria (+10,0%), Verona (+4,6%), Vicenza (+2,7%) e Pavia (+10,3%). Quelle altrettanto dinamiche, ma con un contributo compreso tra 0,06 e 0,10 punti percentuali, sono Massa Carrara (+28,7%), Catania (+39,7%), Lodi (+15,8%), Terni (+17,0%) e Livorno (+10,9%) .Tra le province che presentano una rilevante flessione delle vendite all’estero associata a un significativo impatto negativo sulla crescita si segnalano Trieste (-35,2%), Potenza (-29,5%) e Lucca (-9,2%).

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