I tre dinosauri delle prossime elezioni - QdS

I tre dinosauri delle prossime elezioni

Carlo Alberto Tregua

I tre dinosauri delle prossime elezioni

giovedì 13 Dicembre 2012

Monti faccia il senatore

Berlusconi ha il diritto, come qualunque altro cittadino italiano, di porre la propria candidatura al premierato. Sono gli elettori che debbono valutare il suo cattivo operato e decidere di dargli o meno il suffragio.
Il Cavaliere ha contribuito a fare declinare economicamente e socialmente il nostro Paese con una politica attendista di stampo democristiano, senza avere il coraggio di fare le riforme indispensabili a fare funzionare l’economia.
La questione della crisi, che proviene dagli Stati Uniti, non è irrilevante. Tuttavia, altri Paesi come Germania, Danimarca e Francia l’hanno affrontata in maniera diversa e quelle popolazioni non sono nell’estremo disagio in cui si trova la nostra.
Ma Berlusconi non ha tutti i torti. Infatti, il precedente governo Prodi, durato due anni, si è astenuto anch’esso dal fare le riforme, anche se nell’immaginario collettivo è rimasta la lenzuolata di liberalizzazioni di Bersani. Si è trattato, invero, di un fazzoletto, non di un lenzuolo. Quello stesso Bersani che promette di dire come stanno le cose e di agire di conseguenza, se sarà il nuovo primo ministro.

Se Berlusconi è un dinosauro della politica, dopo la sua permanenza sulla ribalta per poco più di 18 anni, cosa dire dello stesso Bersani, che ci sta da 30 anni? E cosa dire di Casini o Fini che hanno superato, anche loro, i 30 anni?
Ha perfettamente ragione Matteo Renzi, quando in modo lapidario afferma: La vecchia classe politica ha fallito e deve andare a casa senza distinzione di partiti. Ma questa tesi non è prevalsa nelle primarie del Centrosinistra, pur conseguendo un ottimo successo, con il 40% di suffragi. La verità è che tali dinosauri non hanno nessuna voglia di togliersi davanti.
Nel procedere su una strada che voglia conseguire risultati, vi è una regoletta semplice semplice: se l’obiettivo non si raggiunge vuol dire che comportamenti e metodi sono sbagliati. Non cambiandoli non può cambiare il risultato.
Fuor di metafora, come si può pensare che dei Matusalemme come Casini o come Fini, o come Bersani o come Berlusconi, possano cambiare modo di operare, per fare imboccare al nostro Paese la strada della crescita? Chi lo pensasse si illude e alimenta il Movimento a Cinque Stelle.

 
Grillo e i suoi grilletti sono accreditati, secondo i sondaggi, del 15/18% di consensi. Berlusconi ha intuito che questo filone può tornargli utile e si è gettato a capofitto nell’organizzare una squadra di super professionisti che interagisca nel mondo web per concorrere con il comico genovese.
Ed ha organizzato un’altra formidabile squadra per utilizzare al massimo i canali televisivi propri e altrui. Se, come sembra, egli, come propellente, investirà cospicue risorse proprie su questi due apparati, non vi è dubbio che riuscirà a colpire le fasce medio-basse della popolazione, che vogliono sentire solo argomenti di protesta.
Infatti, Berlusconi con un suo videodiscorso, registrato a Rete 4 qualche mese fa, ha anticipato i temi: anti Europa, anti tasse, anti riforme; insomma, tutte cose che chi sta soffrendo vuole sentirsi dire.
Aggiungerà altri temi anti politica e così la gara con Grillo è bella pronta. Con questi espedienti, probabilmente il Cavaliere riuscirà a raggiungere il 20% dei consensi contro l’attuale 13% che gli viene attribuito dai sondaggi, ma questo non gioverà al Paese.

Mario Monti ha dimostrato ancora una volta di essere una persona seria. Quando ha sentito Alfano comunicare alla Camera che l’esperienza del suo governo era chiusa, ha annunciato al Presidente Napolitano le sue dimissioni che presenterà dopo l’approvazione della Legge di Stabilità 2013.
In questo quadro, non auspichiamo che egli decida di competere contro Berlusconi e Bersani, perché sarebbe un peccato che dalle elezioni gli venisse una bocciatura da parte di quell’elettorato che non capisce quello che lui ha fatto sino ad oggi, ma che ragiona solo con la pancia dei bisogni, comportamento umanamente comprensibile.
Monti lasci che i dinosauri si scannino a vicenda e che la protesta di chi non vota o di chi vota scheda bianca e nulla o di chi vota Grillo e i grilletti salga, con il risultato che il nuovo Parlamento sarà ingestibile, non già alla Camera, ove è probabile che Bersani conquisti i 340 seggi, quanto al Senato, dove il rebus delle maggioranze regionali è una forte incognita.
La XVI legislatura si conclude male ed i mercati con lo spread l’hanno subito sottolineato. Tuttavia, bisogna essere ottimisti.

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