Pa, 450 giorni per saldare i debiti - QdS

Pa, 450 giorni per saldare i debiti

Dario Raffaele e Michele Giuliano

Pa, 450 giorni per saldare i debiti

venerdì 14 Agosto 2009

Pa e debiti. I crediti non riscossi affossano le imprese.
Ultimi. Le pubbliche amministrazioni siciliane sono le più cattive pagatrici d’Italia: sono infatti in cima alla classifica stilata da confindustria nazionale tra le Regioni con i ritardi superiori ai 30 giorni.
Soluzione. La Regione dovrebbe stipulare convenzioni con banche per la cessione dei crediti pro-soluto. Queste non applicherebbero commissioni ma avrebbero il diritto di applicare ai crediti acquistati gli interessi di mora

PALERMO – Si può in Sicilia fare  peggio nel campo dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese? Evidentemente sì se si considerano i dati aggiornati che arrivano dai sindacati e dalle organizzazioni di categoria.
La Confederazione nazionale artigiani, attraverso il suo segretario nazionale Ivan Malavasi che si è recato a Palermo in questi giorni, ha denunciato che i tempi di pagamento si sarebbero allungati mediamente nell’Isola dai 400 ai 450 giorni (tre volte di più della media italiana, stimata da Confartigianato in 138 giorni). Il che significa che ogni 100 mila euro di debiti verrebbero a maturare interessi non pagati dalle Pubbliche amministrazioni, così come recita la Circolare numero 1 del 14 gennaio 2003 del ministero dell’Economia, di ben 20 mila euro all’incirca in base al parametro dell’11,2 per cento di mora applicata nell’arco dell’anno dopo il trentesimo giorno dall’emissione della fattura da parte dell’impresa.
Il debito della Pa verso le imprese, in Italia è stato stimato dal presidente degli industriali Emma Marcegaglia, in circa 60 mld di euro. Considerato che in proporzione, il dato siciliano è il 10% di quello nazionale e che il suo Pil è del 5,5%, i debiti accumulati da tutta la Pa in Sicilia dovrebbero ammontare a circa 4 miliardi di euro. Numeri impressionanti che nell’Isola sembrano davvero non arrestarsi più nemmeno di fronte a quella che oggi si può già definire una catastrofe. “In Sicilia, come nel resto d’Italia, – ha detto Malavasi a Palermo – questa crisi economica sta mietendo troppe vittime, sta intaccando profondamente la struttura imprenditoriale. Bisogna intervenire principalmente in tre direzioni: credito, tasse e ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese. Ma bisogna farlo subito, non si può più perdere tempo. A tal proposito avanziamo una proposta semplice ed efficace per superare il problema dei ritardi che la pubblica amministrazione accumula nel pagare le imprese, ritardi che arrivano anche a 400 o a 450 giorni: se non c’è liquidità, si detraggano direttamente le somme dalle tasse”.
In realtà una soluzione esiste già: l’art. 14 della L.r. 6/09 “Cessioni di crediti vantati nei confronti di enti pubblici territoriali”. La legge andrebbe però modificata in alcuni punti. L’art. 14, al 1° comma, recita testualmente: “Al fine di contenere i ritardi nei pagamenti dei debiti degli enti pubblici, territoriali e non, loro società e consorzi derivanti da contratti di somministrazione, forniture ed appalti, gli stessi certificano, entro venti giorni dalla ricezione della relativa richiesta da parte del creditore, se il relativo credito sia certo, liquido ed esigibile (…). Il rifiuto del rilascio della certificazione deve essere entro 30 giorni adeguatamente motivato”.
Quest’ultima parte dovrebbe essere così modificata: “l’ente debitore non può rifiutare il rilascio della certificazione entro trenta giorni dalla richiesta se non per cause di forza maggiore”. Si dovrebbe aggiungere poi un terzo capoverso “la Regione è autorizzata a stipulare convenzioni con le banche operanti in Sicilia per la cessione dei crediti dalle imprese agli istituti bancari pro soluto, anche ai sensi del decreto del ministero dell’Economia del 19 maggio 2009, pubblicato sulla G.U. n 157 del 9/7/09, in attuazione dell’articolo 9, co 3 bis, della legge n.2/09.
Si aggiunge poi un quarto capoverso, facente riferimento alla direttiva europea in corso di approvazione che prevede una multa del 5 per cento a chi non paga le forniture entro trenta giorni.
Nell’Isola non esiste, o quasi, nessuna pubblica amministrazione che paga entro 30 giorni i propri fornitori. E quindi l’intero debito che si accumula dovrebbe passare attraverso una sanzione, la cosiddetta mora. Le Pa siciliane risultano essere le più cattive pagatrici d’Italia: sono infatti in cima alla classifica stilata da Confindustria nazionale tra le regioni con i ritardi superiori ai 30 giorni. In pratica emerge che il 23,4 per cento delle Pa nel 2008 non hanno rispettato i tempi, cioè una ogni 4.
Il caso più scandaloso oggi rimane quello dei debiti degli Ato rifiuti, la cui ultima stima fatta proprio da Confindustria è di 800 milioni ma riguarda il precedente esercizio finanziario. La situazione nel frattempo si è aggravata e probabilmente proprio queste società hanno aggravato la media dei ritardi dei pagamenti delle Pa. “Questo nuovo governo – rilancia il presidente di Legacoop Sicilia, Elio Sanfilippo – deve subito monitorare i notevoli ritardi nei pagamenti alle imprese da parte degli enti locali. Specie per quelli d’importo superiore a 10 mila euro, per i quali scatta il controllo fiscale. La Regione deve farsi garante nei confronti delle aziende che rischiano di fallire”.

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