Ars e deputati non hanno voluto cambiare la Legge 24. Con l’Avviso 20 fatta solo una riforma amministrativa - QdS

Ars e deputati non hanno voluto cambiare la Legge 24. Con l’Avviso 20 fatta solo una riforma amministrativa

Dario Raffaele

Ars e deputati non hanno voluto cambiare la Legge 24. Con l’Avviso 20 fatta solo una riforma amministrativa

mercoledì 19 Dicembre 2012

Ludovico Albert, ex dirigente generale della Formazione, ci racconta le difficoltà incontrate nel realizzare la “rivoluzione” del settore. L’Assemblea regionale siciliana, probabilmente per tutelare i propri clientes, ha deciso di non modificare lo status quo

CATANIA – Abbiamo intervistato  l’ex dirigente generale della Formazione professionale siciliana, Ludovico Albert, la cui revoca dell’incarico da parte del neo presidente Crocetta era stata annunciata prima fra tutte. Oggi, da “cittadino libero”, come lui stesso si definisce, ci racconta la sua versione dei fatti, le difficoltà incontrate nell’attuare una riforma che di fatto non è mai avvenuta.
Per quale motivo è stato sollevato dall’incarico di dirigente generale?
“Non me lo so spiegare. Io sono stato condannato ma nessuno mi ha mai spiegato il perché. Esattamente come avveniva nei Gulag sovietici. Il presidente Crocetta mi ha mandato una lettera, un giorno, alle ore 19:20, in cui era scritto che non ero più dirigente generale, senza che vi fosse traccia dei motivi. Non ho mai avuto un confronto con lui. Nella lettera c’era solo scritto spoil system. E’ legittimo che qualcuno controlli l’operato di chi amministra e poi, riscontrando l’operato decida il suo futuro, ma io ancora oggi non mi sono fatto un’idea del motivo per cui sono stato sollevato dall’incarico”.
Forse per lo stipendio tanto chiacchierato?
“Ci sono altri dirigenti che hanno stipendi analoghi per cui non ritengo che sia stato questo il motivo per cui sono stato sollevato dall’incarico”.
Quali sono le maggiori criticità della formazione professionale in Sicilia?
“Innanzitutto le dimensioni. Il 46% dei dipendenti della formazione professionale italiana sono in Sicilia. In questa maniera si corre il rischio di mettere al centro i formatori e non gli allievi. Poi c’è un’abitudine alla L.r.  24 del 1976 che non è adatta ad utilizzare i fondi comunitari. Questa legge è servita solo a garantire gli stipendi dei formatori.
Un’altra criticità deriva dal fatto che l’oggetto della Legge 24 non è il costo dell’ora di formazione, ma il costo sostenuto dagli enti. Ma a Bruxelles non interessano i costi dell’Ente, interessa che sia fatta la formazione. L’Ue paga ore di formazione, non stipendi”.
Da queste considerazioni è nato l’Avviso 20…
“Con l’avviso 20 ho provato a riformare il settore e credo di aver fatto bene, tant’è che su 30 ricorsi presentati al Tar da enti insoddisfatti o esclusi, 30 volte la magistratura ha dato ragione alla Regione”.
Quali ostacoli ha trovato nell’attuare la sua riforma?
“Innanzitutto è stata fatta una riforma amministrativa, il che è insufficiente. Abbiamo fatto un bando, ma non si può pensare che un sistema complesso e grande come quello della formazione possa essere regolamentato da un bando e non da una legge. L’Ars non ha ritenuto di modificare la Legge 24. Gestire un sistema con le regole europee con una legge non adatta ai regolamenti comunitari e allo spirito delle leggi nazionali di questo periodo è una grossa difficoltà.
La seconda difficoltà consiste nel fatto che una parte della politica e una parte (per fortuna minoritaria) delle organizzazioni sindacali,  ritiene che culturalmente i dipendenti degli enti di formazione siano dei dipendenti regionali. Questo fa sì che qualunque cambiamento non venga facilmente recepito”.
Commistioni tra politica ed Enti di formazione. è forse per questo che non si è voluta fare una legge di riforma del settore?
“Può darsi che questa sia una ragione, sicuramente ci sono commistioni tra politica ed enti di formazione, commistioni note a tutti. Esistono enti di riferimento per i diversi partiti politici. Ma la scelta di non modificare la legge non ha a che fare solo con questo, la politica non sembra aver preso piena coscienza del fatto che, se vuole utilizzare i fondi europei, deve dotarsi di nuovi strumenti legislativi”.
È possibile riqualificare i docenti, trasformare gli amministrativi in formatori?
“In questi giorni ha avuto l’ok da Bruxelles ed è stato approvato dal Cipe il Piano giovani che nei prossimi giorni diventerà effettivo. All’interno di questo Piano è prevista una quota di finanziamento abbastanza significativa da destinare a misure di riqualificazione del personale della Formazione, un’altra quota servirà invece come incentivo all’esodo”.
Qual è il futuro della Formazione?
“Io credo che se la Sicilia utilizzerà le risorse europee potrà fare delle cose diverse da quanto fatto sinora con la Legge 24. La strada è grosso modo quella che abbiamo tracciato noi. Se non si vogliono utilizzare queste risorse le strade sono diverse. Intanto bisogna avere i soldi. L’anno scorso in bilancio è stato appostato 0 alla voce formazione quando invece, nel 2011, c’erano disponibili 260 milioni accanto alla voce legge 24”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017