A Trapani turismo in picchiata: è un “fuggi fuggi”, arrancano anche gli eventi congressuali - QdS

A Trapani turismo in picchiata: è un “fuggi fuggi”, arrancano anche gli eventi congressuali

Alessandro Accardo Palumbo

A Trapani turismo in picchiata: è un “fuggi fuggi”, arrancano anche gli eventi congressuali

mercoledì 19 Dicembre 2012

Scappano gli stranieri: nel 2012 sono stati registrati oltre 13 mila arrivi in meno (15,4%)

TRAPANI – In provincia il turismo arranca e fa registrare una flessione nel primo semestre del 2012. Il raffronto è fatto su analogo periodo dell’anno precedente, grazie ai dati forniti dall’ufficio statistica della Provincia di Trapani.
GLI ARRIVI DEGLI ITALIANI – I turisti nostrani che hanno messo piede nel territorio trapanese – nel primo semestre del 2011 – e cioè fino al 30 giugno, hanno fatto registrare 144 mila 404 unità; nello stesso periodo del 2012 il dato, invece, si attestava su 143.221, con una variazione percentuale, tra il 2012 ed il 2011, in calo dello 0,8 % e, numericamente, in flessione di 1.183 visitatori.
LA DÉBÂCLE DEGLI STRANIERI – Quella che si è manifestata nel comparto dei turisti stranieri è una vera e propria fuga. La perdita di appetibilità è certificata da un meno 13.349 arrivi, con una perdita percentuale del 15,4%. Si passa, infatti, da 86.963 a 73.614 turisti d’oltralpe che sono giunti in provincia.
Il BILANCIO DEGLI ARRIVI – Le due categorie assieme (italiani – stranieri) portano il dato complessivo, in termini percentuali, a un meno 6,3% e, in cifre, a una perdita totale di 14.532 arrivi (da 231.367 a 216.835). Le città che fanno registrare un trend negativo in questa categoria sono: Valderice (- 29,6 %); Castelvetrano (- 22,4 %); Erice (- 18,5 %); Marsala (- 9,1 %); Pantelleria (- 6,9 %); Mazara del Vallo (- 1,4 %).
LE PRESENZE – Questa voce è il risultato di quanti giorni vengono spesi sul territorio da chi vi arriva nel periodo preso in considerazione, che è sempre il medesimo: 1° gennaio/30 giugno 2011; 1° gennaio/30 giugno 2012. Il calcolo delle presenze è, in pratica, frutto della moltiplicazione del numero di arrivi per i giorni in cui si soggiorna nel territorio trapanese. Dà il senso di quanto sia appetibile una data area e se si è in presenza, oppure no, di un turismo mordi e fuggi. Ebbene, anche in questo caso i risultati non sono dei più lusinghieri. Per quanto riguarda i nostri connazionali, sono passati da 410.087 a 408.674, con un – 0,3 %, ed una perdita di 1.413 presenze è il dato che certifica il calo delle giornate trascorse in provincia dagli italiani. E tale prestazione risente, ovviamente, del dato in flessione degli arrivi (-0,8%) anche se al tempo stesso c’è un piccolo recupero dello 0,5%. Ma i dati sono certamente più allarmanti se guardiamo ai forestieri. Se, infatti, per i visitatori provenienti dal Bel Paese c’è stato un piccolissimo recupero, tra arrivi e presenze registrate, non lo stesso può dirsi per i turisti più appetiti in termini economici: quelli provenienti dall’estero. La perdita in termini di presenze, anzi, si aggrava rispetto al dato degli arrivi. Da 246.856 si scende a 206.410 con un -16,4% ed una perdita secca di 40.446 presenze, nei primi sei mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011. Un ulteriore perdita di un punto percentuale quindi anche per le presenze, rispetto agli arrivi (da -15,4% a -16,4%).
IL BILANCIO DELLE PRESENZE – Le due categorie assieme (italiani – stranieri) portano il dato complessivo provinciale, in termini percentuali, ad un meno 6,3 e 6,4% e numericamente ad una perdita totale di 14.532 arrivi (da 231.367 a 216.835) e 41.859 presenze (da 656.943 a 615.084). Tale dato generale evidenzia, in modo chiaro, la temperatura del “malato” turismo. Le città che fanno registrare un trend negativo in questa categoria sono: Valderice (- 28,2 %); Erice (- 27,7 %); Castelvetrano (- 22,4 %); Marsala (- 23 %); Mazara del Vallo (- 8,5 %); Trapani (- 3,1 %).
I MIGLIORI – E chiudiamo con una nota positiva: le performances migliori. Tra queste hanno avuto risultati positivi, sempre nel periodo considerato, Alcamo e Favignana. Entrambe fanno bene sia per ciò che attiene agli arrivi che alle presenze. La città dell’ex presidente della provincia, Girolamo Turano, ottiene un lusinghiero + 12,9% di arrivi (italiani: + 5 %; stranieri: + 31,9%, che è il dato migliore in tutto il trapanese); per la seconda voce il risultato è addirittura a due cifre: + 26,2% (italiani: + 22,7 %; stranieri: + 32,8%). L’isola delle Egadi fa registrare un + 19,2%, per ciò che attiene agli arrivi (italiani: + 19,8 %; stranieri: + 15,1%); per le presenze il risultato è un po’ meno brillante, ma comunque positivo: + 3,5% (italiani: + 5,3 %; stranieri: – 9,2%).
Tranne questi due ultimi casi, i primi sei mesi per il turismo trapanese non sono stati rassicuranti. Lacrime e sangue sgorgano per la fuga degli stranieri, ma il dato generale non scherza: testimonia la crisi di uno dei polmoni principali che dovrebbe insufflare benefico ossigeno nella paonazza economia della provincia di Trapani.

Nel settore degli eventi il trapanese è all’anno zero

TRAPANI – In questa parte dell’Isola gli Enti locali, e le aziende – a differenza della Sicilia orientale – non raccolgono frutti dal turismo congressuale.
Secondo i dati calcolati dall’Osservatorio congressuale siciliano – costituito da Sicilia Convention Bureau, società nata per promuovere il territorio siciliano, in Italia e all’estero, quale meta per l’organizzazione di meeting, eventi e convention aziendali – il valore potenziale del comparto (in fatturato diretto) è di 100 milioni di euro l’anno.
Nel 2011 sono stati realizzati 310 eventi di settore in Sicilia, che hanno generato un fatturato intorno ai 14 milioni di euro.
I meeting si sono svolti a Catania (103), Taormina (66), Agrigento (61), Palermo (50) e nelle altre province siciliane con numeri inferiori. Fatto, questo, che conferma come il territorio trapanese sia fuori, al momento, dal giro del turismo che conta. Ricordiamo che congressi e convegni rappresentano una fetta di mercato che in Italia ha generato nel 2012, il 44,6% degli 847 milioni di euro complessivi del settore eventi. Lo sanno bene pure a Malta, dove il turismo congressuale negli ultimi anni ha avuto un vero e proprio incremento, segno di un economia che guarda al futuro. Un esempio quello di Malta che la Sicilia dovrebbe prendere come spunto per sfruttare le sue enormi potenzialità e attrarre uno dei settori più ricchi, quello dei viaggiatori ricchi.

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