La Regione siciliana chiede gli immobili confiscati - QdS

La Regione siciliana chiede gli immobili confiscati

Raffaella Pessina

La Regione siciliana chiede gli immobili confiscati

sabato 29 Dicembre 2012

Lettera di richiesta al direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Si tratta di sedi di assessorati regionali e dell’Asp di Palermo

PALERMO – La giunta di Rosario Crocetta ha messo a punto in questi giorni il bilancio della Regione siciliana con risparmi per quasi un miliardo di euro. Riunitosi giovedì scorso e ieri, il governo regionale ha predisposto il disegno di legge per l’esercizio provvisorio che durerà fino ad aprile. Il testo sarà esaminato questo pomeriggio dall’Assemblea regionale siciliana, convocata per le 15. All’esercizio provvisorio verrà agganciata anche la proroga dei precari degli enti locali. La manovra prevede tagli tra il 30 e il 40 per cento su tutte le spese degli assessorati ad eccezione delle somme per le retribuzioni e le cure sanitarie.
Il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia Luca Bianchi, in una nota sottolineano che verrà mantenuta la spesa sociale con particolare riferimento ai settori della sanità, istruzione, famiglia, soggetti svantaggiati, imprese, precari, forestali, trasporto terrestre e marittimo ed enti locali”. Con l’approvazione del bilancio provvisorio, è stato avviato inoltre il processo per l’attuazione dell’articolo 33 dello Statuto siciliano, che prevede che le imprese che hanno stabilimenti nel territorio della regione, anche nel caso di sede legale fuori dall’Isola, paghino le tasse in Sicilia per la parte del reddito qui prodotto. La Giunta ha anche approvato la norma cosiddetta “salva Messina”, che permetterà di evitare il default del Comune dello Stretto. La disposizione si inserisce nel quadro degli interventi in favore dei Comuni che hanno attivato la procedura di predissesto ai sensi del decreto legge 174/2012.
Rosario Crocetta ha inviato una lettera al prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia Nazionale per i Beni confiscati e per conoscenza al Procuratore Nazionale Antimafia con la quale chiede la assegnazione alla Regione Sicilia, se non richiesti da diversi enti territoriali, dei beni confiscati alla Immobiliare Strasburgo srl. Si tratta degli immobili  in via degli Emiri e in via delle Croci, rispettivamente sedi degli Assessorati Regionali per le Attività Produttive e dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, nonchè quelli in uso all’ASP di Palermo. Nella lettera Crocetta richiama le precedenti note, risalenti a periodi del 2010 e del 2011, trasmesse da diverse amministrazioni regionali, che richiedevano appunto l’assegnazione in via definitiva degli immobili confiscati alla Immobiliare Strasburgo srl.
 
Crocetta ha ricordato che in occasione della sua audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali (nella seduta del 25 gennaio 2001), lo stesso prefetto Caruso “aveva avuto modo di ribadire l’indirizzo dell’Agenzia nel rispetto della vigente normativa, puntualizzando come la vendita dei beni immobili confiscati costituisca l’extrema ratio e che, qualora ne avessero la necessità, prioritaria dovrà essere l’assegnazione degli stessi allo Stato ed agli enti territoriali”. Ma Crocetta non si ferma a questo ed ha chiesto la assegnazione “di tutti gli altri beni di proprietà della Immobiliare Strasburgo”, per “contenere le spese relative agli ingenti canoni di affitto che gravano ogni anno sul bilancio della Regione.
Intanto i sindacati autonomi dei lavoratori regionali, Cobas/Codir e Sadirs, segnalano al presidente della Regione e a tutte le forze politiche che il ddl sui precari che andrà in aula nelle prossime ore presenta dei punti di criticità. Secondo i sindacati la diminuzione (dal 100 per cento al 40 per cento) del contributo regionale per i precari in servizio presso le Camere di Commercio si trasformerà, inevitabilmente, nel licenziamento di 6 operatori ogni 10, in quanto le Camere di Commercio – come quella di Caltanissetta o di Agrigento – non hanno la dotazione finanziaria necessaria. ‘’Chiediamo – viene scritto in una nota – di eliminare dal testo approvato in giunta le norme che rischiano di produrre la cosiddetta macelleria sociale’.

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