Cervelli da web e società 2.0, pregi e difetti dell’era digitale - QdS

Cervelli da web e società 2.0, pregi e difetti dell’era digitale

Giulia Cosentino

Cervelli da web e società 2.0, pregi e difetti dell’era digitale

sabato 29 Dicembre 2012

La nostra Isola non vanta certo un primato nell’uso spasmodico di internet e social networks. Memoria, concentrazione, comprensione, gestione degli affetti e dipendenza

PALERMO – Che i nostri modi di dire e di fare siano cambiati con l’avvento delle nuove tecnologie e degli strumenti multimediali è un dato oramai noto. Ma non è ancora certo affermare se del tutto in positivo o negativo. Sta di fatto che, nell’era digitale, i pro e i contro si riescono a captare e anche la sede principale del nostro modo di agire e pensare, il cervello, ha subito dei mutamenti, tanto da parlare di “cervello da web”. A dirlo i ricercatori dello University College di Londra: il cervello degli Internet-dipendenti presenta una quantità superiore di materia grigia nell’amigdala che permette una certa “flessibilità” nell’agire quotidiano, di contro a chi professa che l’utilizzo dei social network renda “più stupidi”, facendo perdere quelle capacità acquisite in maniera “naturale”. Cerchiamo di tracciare quelle che potrebbero essere delle potenzialità (o, al contrario, elementi di debolezza) del quoziente intellettivo.
Scambi e affetti personali: i social network, ma anche i semplici sms, hanno stravolto e per di più eclissato con un solo clic, i rapporti e il dialogo face to face e le esternazioni d’affetto. Per non parlare delle lettere che si scrivevano, degli auguri che si inviavano tramite posta: sono un ricordo messo in soffitta;
Memoria: in un’era frenetica in cui spesso ci si dimentica di avvenimenti importanti, Internet può fungere da “memoria esterna” capace di memorizzare date o appuntamenti;
Concentrazione: chi passa più tempo nei social network, diminuisce la capacità di concentrazione e attenzione anche se c’è chi invece riesce a gestire e fare più cose contemporaneamente;
Comprensione: la lettura digitale può facilitare la complessità di un argomento grazie all’efficienza e all’immediatezza;
Intelligenza: Secondo alcune ricerche la rete ha un impatto positivo sull’intelligenza dando accesso a più informazioni (anche contemporaneamente), stimolando e ampliando le nostre vedute.
Dipendenza: l’uso dei social network ne aumenta il loro impiego prepotentemente. Quest’ultimo aspetto interessa particolarmente, non soltanto perché in un certo senso ha dato vita ad una nuova forma di dipendenza sociale, ma anche perché da nazione a nazione e tra regione e regione presenta un panorama pressoché variegato.
 
Come già sottolineato tra le pagine del Quotidiano di Sicilia lo scorso agosto, l’Italia si posiziona al ventiduesimo posto nella graduatoria internazionale riguardante l’accesso a Internet. La Sicilia viaggia ancora a “connessione lenta”: appena il 46,6% delle famiglie ha accesso ad Internet. Lo scorso anno Eurispes e Telefono Azzurro avevano messo in luce come il 37,7% degli adolescenti italiani naviga sul web da due a quattro ore al giorno e il 49,9% si aliena quasi completamente. L’Isola su questo non vanta un primato: nella fascia 6-17 anni si ha una bassa percentuale di uso giornaliero. Solo il 23,3% accede al web quotidianamente, contro il 27,7% della media nazionale.
Anche la televisione e la lettura dei libri, cosa che in realtà non avveniva nemmeno prima dell’avvento del web, si sta preferendo meno ad altre forme di svago, quali soprattutto l’uscita fuori porta (i siciliani sembrano essere molto indipendenti e pare abbiano la paghetta più alta rispetto ai loro coetanei italiani) e con gli amici.
L’uso del web ha comunque modificato modi e usi, sviluppato aree celebrali a discapito di altre. Resta un interrogativo: il fatto di essere agli ultimi posti in Europa nell’uso del web, salverà i siciliani dal rischio di una società omologata e web-dipendente o è solo questione di tempo ed anche noi vivremo sulla nostra pelle gli effetti alienanti della web-dipendenza?

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