Al via in Sicilia i saldi invernali. I consigli per evitare i raggiri - QdS

Al via in Sicilia i saldi invernali. I consigli per evitare i raggiri

Michele Giuliano

Al via in Sicilia i saldi invernali. I consigli per evitare i raggiri

venerdì 04 Gennaio 2013

Nell’Isola la durata più lunga del periodo degli sconti d’Italia dietro solamente alla Campania. Le festività natalizie sono state segnate da un ulteriore brusco calo dei consumi

CATANIA – Al via il saldi invernali: da qualche giorno anche in Sicilia è possibile fare acquisti scontati. L’Isola ha cominciato prima di tutti in Italia e finirà il 15 marzo, in pratica il periodo di saldi più lunghi superata solo dalla Campania che prolungherà  altri 15 giorni. Secondo la Confcommercio ogni famiglia spenderà in media 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori, per un valore complessivo di 5,6 miliardi, pari al 18 per cento del fatturato. I saldi invernali rappresentano il 18 per cento della spesa totale del settore abbigliamento e calzature. Per la Cidec, la Confederazione Italiana dei Commercianti, sarà una stagione “molto attesa” da negozianti e consumatori ma ancora nel segno della crisi. Secondo il monitoraggio del Centro Studi Cidec, la tendenza è al ribasso di almeno un -8/-10 per cento rispetto alla passata stagione, ma i saldi rappresenteranno pur sempre una boccata di ossigeno in un anno di fortissima crisi dei consumi.
In Sicilia c’è il detto “più buio di mezzanotte non può fare”. Almeno questo sperano i commercianti siciliani che vengono da un periodo natalizio avaro di soddisfazioni. Per la Confcommercio Sicilia è stato un Natale low cost, che nemmeno le vendite dell’ultima ora è riuscito a risollevare. “Le vendite natalizie sono andate malissimo – spiega Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia -. Rispetto allo scorso anno, già segnato dalla crisi, abbiamo registrato un calo nelle vendite del 7-15 per cento. Si tratta di un dato diffuso e costante, segno di una situazione difficile che investe tutti i comparti e che, più che fermarsi, quest’anno si è aggravata”. In questo clima difficile c’è il rischio che aumentino anche le vendite-truffa.
Ecco perché l’Aduc, l’associazione degli utenti-consumatori, ha stilato un decalogo in cui elenca una serie di accorgimenti che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di “fare l’affare”, a non prendere la tradizionale fregatura.
L’Aduc consiglia prima di scegliere l’acquisto di non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualità della merce di riferimento. Non bisogna lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50 per cento del costo iniziale “perché nessuno regala niente” precisa l’Aduc: “Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50 per cento – si legge nel decalogo – a meno che non si tratti di un artigiano che produca da sé”. Tra gli altri consigli quello di guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici meno. E poi diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo “la merce venduta non si cambia”: “Esistono regole precise del commercio – spiega l’Aduc – che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perché difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide”.
Da ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale.

 


 
Cidec: ecco l’identikit del consumatore medio
 
CATANIA – La Cidec (Confederazione italiana degli esercenti commercianti) ha stilato anche un identikit del consumatore medio. Verso gli outlet con prodotti griffati, o comunque di marca, si orientano in prevalenza gli uomini, giovani e giovanissimi (in prevalenza under 35). Attendono i saldi per gli acquisti anche le famiglie, in particolare quelle delle regioni del centro Italia e del sud. Qui i capi più gettonati sono quelli per bambini, negozi in cui la tendenza all’acquisto è più fortemente marcata nei primi giorni di saldi, con la ‘caccia’ alla taglia. “Ad ogni modo – secondo la Cidec – i saldi necessitano di una riforma radicale. Il sistema è superato e non tiene conto della crisi dei consumi degli ultimi anni. Da tempo auspichiamo saldi all’americana, con facoltà del commerciante, nei periodi festivi di maggiore afflusso dei consumatori, di organizzare vendite speciali”. Per il Codacons la crisi è stata a 360 gradi: “Sono stati riciclati persino gli addobbi – dice  Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons -. Ad avere la peggio  sono stati il settore abbigliamento, calzature, arredamento ed  oggettistica per la casa, dove la contrazione ha raggiunto quota 25 per cento”.

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