Rifiuti: presto un tariffario regionale - QdS

Rifiuti: presto un tariffario regionale

Rosario Battiato

Rifiuti: presto un tariffario regionale

venerdì 11 Gennaio 2013

La priorità è uscire al più presto dalla fase emergenziale, che dura da oltre due lustri, e poi puntare sulla differenziata. All'assessorato si lavora per presentare un piano di graduazione dei costi di conferimento in discarica

PALERMO – Dodici anni di gestione emergenziale dei rifiuti e non sentirla nemmeno. La Sicilia è entrata nel 2013 coi conti in rosso e un sistema che è praticamente da rifare di sana pianta. Ne sono consapevoli all’assessorato dei Servizi di pubblica utilità, anche in vista delle novità di questo nuovo anno: si affaccia la Tares, la nuova megatassa che sostituirà la vecchia tassa rifiuti (Tarsu) e la tariffa di igiene ambientale (Tia) e che servirà anche a pagare i servizi di illuminazione pubblica e di manutenzione delle strade. Una questione spiccatamente siciliana riguarda, invece, le tariffe di smaltimento in discarica che nell’Isola passano da 70 euro alla tonnellata fino ad oltre il doppio.
Il caso rifiuti è tornato in mano all’assessorato così come sancito dall’ultima legge del 2012 che ha ritrasferito la competenza al dipartimento acque e rifiuti. Tra i grandi nodi irrisolti che affliggono il sistema c’è il costo del conferimento in discarica. “Abbiamo trovato una giungla di interventi – ha spiegato Maurizio Pirillo, capo di gabinetto di Niccolò Marino, assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità – perché non è stata mai regolamentata la vicenda delle tariffe”.
In ben dodici anni di gestione emergenziale – la prima risale al 1999 ed è seguita, salvo una breve pausa, fino al governo di Raffaele Lombardo – ci sono stati interventi disparati in merito e pertanto è necessaria “una ricognizione storica”, perché in ballo ci sono diversi provvedimenti amministrativi che nel corso degli anni si sono accavallati. Agire adesso significa intanto tornare alla normalità attraverso “un piano organico delle tariffe”, ha spiegato Pirillo, visto che in tempi passati si è provveduto in sede amministrativa con provvedimenti individuali per ogni tipologia di soggetto gestore di discarica, creando di fatto questo quadro assolutamente disorganico. Da qui gli attuali effetti perversi tra i costi delle discariche pubbliche e private, dove le seconde riescono a mantenere prezzi più bassi riuscendo con la tariffa di conferimento a pagare i costi di gestione e le spese di investimento.
Al vaglio dell’assessorato c’è “una linea di ricognizione per poter definire in termini di costi standard i costi di trasferimento, mantenendo ad una certa quota il semplice conferimento dei rifiuti non trattati, e poi ad altre fasce di prezzo una serie di servizi che comprendano gli oneri legati al trattamento”.
In preparazione c’è una griglia di determinazione del piano che vedrà, quindi, una graduazione della tariffa, anche perché il sistema attuale sta collassando proprio per la mala gestione finanziaria che ha prodotto debiti per circa 2,5 miliardi di euro. La liquidazione delle Ato rifiuti – la scadenza è stata prorogata a settembre 2013 – e il ritorno della gestione ai Comuni serviranno a contribuire ad un ritorno alla normalità, anche perché la Sicilia ha fallito clamorosamente tutti gli obiettivi di differenziata e riciclo che erano stati fissati dalla legge regionale 9/2010 per l’anno appena trascorso. “Bisogna superare la fase emergenziale – ha spiegato il capo di gabinetto di Marino – aumentando la capacità di abbancamento delle discariche”.
Un altro dei pilastri essenziali sarà quello di “di ottimizzare i costi per abbassare gli oneri tariffari e rimettere a regime il sistema”. Solo dopo si potrà parlare seriamente di “raccolta differenziata perché non si può fare programmazione con l’emergenza”.

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