Scoprendo Rodez, in una Francia sconosciuta tra eccellenze artistiche e gastronomiche - QdS

Scoprendo Rodez, in una Francia sconosciuta tra eccellenze artistiche e gastronomiche

Nicoletta Fontana

Scoprendo Rodez, in una Francia sconosciuta tra eccellenze artistiche e gastronomiche

venerdì 11 Gennaio 2013

Dall’alto dei suoi 627 metri d’altitudine si erge ancora più in alto fino a toccare il cielo con la sua maestosa cattedrale

Siamo nell’Aveyron, Midi-Pyrénées, una Regione della Francia insolita per il nostro immaginario e che sicuramente ci lascerà stupiti. Dimenticando i bistrot parigini,  i palazzi imperiali della capitale e l’atmosfera tutta fiori e decori della Provenza, ci ritroviamo in quella  campagna francese dalla terra rossa, dall’aria bucolica e forse anche un po’ malinconica, ma che cela dietro quest’apparenza tante sorprese del tutto inaspettate. Rodez, dall’alto dei suoi 627 metri di altitudine, si erge ancora più in alto fino a toccare il cielo, con la sua maestosa Cattedrale gotica in arenaria rossa.
Il suo campanile di 83 metri è uno dei più alti di Francia; entriamo e ci sentiamo avvolti da un’austerità tutta medievale, come quella descritta da Umberto Eco nel “Nome della Rosa”. L’imponenza dell’organo ci pietrifica, come il freddo delle pareti non decorate, ma basta uscire e inoltrarsi tra i vicoli della piccola cittadina per ritornare alla vita. Prima tappa, l’animato mercatino del sabato, pullulante di  tutte le meraviglie che la campagna di questo territorio regala.
E allora via a uno shopping gastronomico d’eccellenza, fatto dei migliori simboli di Francia.  Tra marmellate di fragole, miele e spezie di ogni genere, campeggia il foie gras e tutto ciò che le “canard” regalano con la loro ottima carne. I salamini affumicati, i formaggi come Rocamadour de chevre e il Cantal, con il Tome  Freiche si prepara il piatto locale “L’aligot”, una sorta di purea di patate filante, non riesce a offuscare l’allure del re dei formaggi di questa terra: il Roquefort. Ma la tavola “epicurea” degli abitanti locali, oltre ai vini di eccellenza come il Marcillac… si imbandisce di dolci tipici di rara bontà primo tra tutti il Gateau à la Broche e la Tarte du Berger.
Qui tutto si è fermato al medioevo, i tetti grigi di ardesia, vengono colorati di bianco solo quando arriva la neve, e così anche il natio pittore Pierre Soulages, per il quale alla fine del 2013 verrà inaugurato il suo personale museo, apparentemente riflette questo senso di nero nelle sue opere, ma solo perché, come per Rodez, il nero raccoglie tutte le più vivaci cromaticità esistenti in natura.
La luce di questo luogo magico la ritroviamo anche nelle scintillanti lame d’acciaio dei leggendari coltelli Laguiole, forgiati interamente a mano già dal  lontano 1829, altro souvenir al quale non si potrà rinunciare. Per raggiungere il Museo Musée Fenaille, ci imbattiamo nella Maison D’armagnac, una delle case Rinascimentali più antiche della città, che con i suoi decori e fregi ci colpisce per la rara bellezza. Il museo Fenaille è una tappa da non perdere, perché oltre allo splendido intervento di restauro dell’edificio,  contiene al suo interno reperti da 300.000 AC. fino al XVII secolo,  custodendo l’essenza della vita di tutto l’Aveyron.
 

 
INFORMAZIONI UTILI

HOTEL
– Hotel de La Ferme de Bourron

RESTAURANT

– Gout et couleurs (Chef Jean Luc Fau- 1 stella Michelin)
– Le Jardins d’Acropolis ( Chef Panis)
– Le Cafè de Rodez (Interior Designer Gilles Guillot)

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