Pirateria stradale, un crimine ed un vile atto di codardia - QdS

Pirateria stradale, un crimine ed un vile atto di codardia

Anna Claudia Dioguardi

Pirateria stradale, un crimine ed un vile atto di codardia

mercoledì 16 Gennaio 2013

Pubblicati i risultati del monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Centauro-Asaps. Aumenta il numero delle vittime: 23 gli episodi registrati in Sicilia nel 2012

CATANIA – 2 morti e 22 feriti a settimana, per un totale di 57 vittime registrate da gennaio a luglio dell’anno appena concluso. Questo l’orrido trend del fenomeno della pirateria stradale nel nostro paese. Un fenomeno che, nonostante le campagne di sensibilizzazione, non vuol saperne di diminuire, anzi, anche il 2012, come già l’anno precedente, vede un aumento del +33 percento degli episodi, mentre, d’altro canto, diminuisce il numero degli incidenti.
461 i casi più significativi che sono stati registrati dall’Osservatorio il Centauro- Asaps, da anni impegnato nel monitoraggio di quello che è, a tutti gli effetti un crimine, un atto di codardia che viola ogni principio di moralità.  
Se aumenta il numero delle vittime, rispetto al medesimo periodo del 2011, diminuisce invece purtroppo il numero di pirati identificati, passando dal 66 al 58 percento. Solo in 265 episodi, le forze dell’ordine sono infatti riuscite a dare un nome e cognome al fuggitivo. Identificazione che ha condotto a 81 arresti (+5%).
E in questo oscuro panorama in cui le strade italiane diventano sempre più spesso luogo di morte, la nostra Isola registra il 5 percento dei casi, corrispondente a 23 episodi, restando sull’onda dell’anno precedente in cui, nell’arco dell’intero 2011 si erano registrati 49 episodi. “Le regioni più piratate – si legge nel commento al report del presidente Asaps, Giordano Biserni – sono Lombardia con 86 episodi significativi, seguono il Veneto con 45, Lazio  e Campania con 39,  la Puglia con 38, la Toscana con 34 e l’Emilia Romagna con 31”.
Ancora una volta si registra un forte legame tra l’assunzione di alcool e di sostanze stupefacenti e l’incidenza del fenomeno, sostanze assassine per chi le assume, ma ancora più per le vittime degli scontri. Tra gli autori identificati ben il 25,7. Ossia 68 su 265, era in stato di ebbrezza, tra questi il 13%, 9 casi, è risultato positivo al narcotest. “Se consideriamo che una buona parte dei pirati scoperti si è costituita in tempi successivi all’evento – sottolinea però Biserni – e che per altri 196 (42%) la caccia non è finita, è da ritenere che la presenza di alcol e stupefacenti sia in realtà molto più diffusa.
In linea con l’obiettivo Europeo delle “zero” vittime entro il 2050, il Governo ha promosso una serie di interventi legislativi volti in particolare ad un adeguamento del Codice della strada. Non ultimo il Ddl C5361, presentato il 24 luglio scorso e attualmente al vaglio della Camera  che, una volta approvato, se privo di emendamenti, comporterà un inasprimento delle pene per i reati di omicidio colposo.
 
In particolare il Disegno di legge prevede la revoca della patente sempre in caso di omicidio colposo, a fronte dell’attuale legislazione che invece sanziona con la revoca del documento solo in caso di presenza di un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o di assunzione di sostanze psicotrope. In caso di revoca per tale tipologia di reato inoltre, è previsto che non si possa conseguirne una nuova prima di cinque anni dall’accertamento del reato, ovvero di quindici anni quando l’omicidio sia commesso in presenza di un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o in presenza di assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.

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