Tav: materiali scadenti, 36 gli indagati a Firenze - QdS

Tav: materiali scadenti, 36 gli indagati a Firenze

redazione

Tav: materiali scadenti, 36 gli indagati a Firenze

venerdì 18 Gennaio 2013

Passante ferroviario: gravi problemi di sicurezza nelle gallerie costruite

Firenze – Ci sono già 36 indagati con perquisizioni in tutta Italia:?è un primo bilancio dell’inchiesta della Procura di Firenze sulla Tav e in particolare sul passante ferroviario fiorentino dell’alta velocità. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, associazione a delinquere, corruzione, truffa, frode nelle pubbliche forniture, traffico illecito di rifiuti, violazione delle norme paesaggistiche e abuso d’ufficio.
Secondo quanto si è appreso, sarebbe stata perquisita la sede di Nodavia, la società che ha vinto la gara per realizzare il nodo fiorentino della Tav. I Carabinieri hanno anche sequestrato la maxi trivella del cantiere fiorentino che sta scavando il tunnel per il passaggio dei treni e la stazione ferroviaria sotterranea. L’inchiesta è condotta dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi e dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei.
Tra le principali accuse la costruzione delle gallerie per la Tav fatta con l’utilizzo di materiale ignifugo scadente, si ipotizza allungato con l’acqua, con gravi problemi per la sicurezza. Anche la maxi-trivella che stava scavando il tunnel di 7,5 km sotto Firenze per il sottoattraversamento Tav, sarebbe stata montata con guarnizioni non idonee a sostenere le pressioni dello scavo.
“Il risultato non è solo un risparmio economico illecito per il subappaltatore, ma la fornitura di un prodotto concretamente pericoloso e non conforme alle specifiche contrattuali come risulta dalle prove a cui i ‘conci’ sono stati sottoposti in laboratori sia in Germania, sia in Italia”, sostiene l’accusa. In particolare “dai test ripetuti si è manifestato evidente il fenomeno dello ‘spalling’, ossia il collassamento della struttura dovuta al calore e al fuoco”.
Tra gli indagati ci sono anche funzionari ministeriali e dirigenti di aziende. A Maria Rita Lorenzetti (Pd), ex presidente della Regione Umbria e presidente dell’Italferr (società di progettazione del gruppo Ferrovie) vengono contestati l’abuso di ufficio, l’associazione a delinquere e la corruzione, “svolgendo la propria attività nell’interesse e a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette (soggetti appaltanti, ndr) – si legge nel documento – mettendo a disposizione dell’associazione le proprie conoscenze personali i propri contatti politici e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati e conseguendo altresì incarichi professionali nella ricostruzione dei terremoto in Emilia in favore del coniuge”.
Tra gli altri, ci sono Valerio Lombardi, dirigente Italferr, responsabile unico del procedimento e Gualtiero Bellomo, funzionario della commissione ‘Valutazione impatto ambientale’ (Via) del ministero delle Infrastrutture; quest’ultimo, in cambio di “assunzioni di parenti, consulenze” e altri favori personali, secondo l’accusa”si metteva a disposizione per stilare pareri compiacenti”.
La Procura sta indagando, in particolare, sia sulla gestione degli appalti, dei subappalti e sull’esecuzione delle opere, sia sullo smaltimento dei rifiuti risultanti dalle terre di scavo. Le indagini, condotte dai Carabinieri del Ros di Firenze, avrebbero preso il via proprio dalle terre di scavo trasformate in rifiuti durante la costruzione di una galleria di ausilio per i lavori dell’alta velocità fiorentina. A Firenze il sottoattraversamento ferroviario per la Tav prevede un tunnel da Campo di Marte a Castello, lungo circa 7,5 km, e una stazione sotterranea.

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