Una storia che nel frattempo si è arricchita di nuovi agghiaccianti episodi: l’alluvione nella Zona Sud dell’ottobre 2007, i dissesti idrogeologici in tutta la Provincia a seguito degli eventi del 10-11 dicembre 2008 e 12-13 gennaio 2009, le lotte intestine a Palazzo Zanca per continuare la sfrenata lottizzazione prevista nel Prg per arrivare infine al recente crollo di una rampa sul Boccetta e alla relativa indagine della Magistratura.
Nonostante le norme che attengono i corsi d’acqua riguardino una molteplicità di aspetti, la competenza esclusiva del Comune è chiara. Nel primo caso, l’articolo 160 della L.R. n. 25 del 01.09.1993 demanda infatti “l’attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, fuori dall’area urbana, alla Provincia Regionale, ovvero ai Sindaci ai sensi dell’art. 14 del D.L. n. 22 del 05.02.1997. Per quanto riguarda il secondo punto, inoltre, si veda la L.R. n. 37 del 10 Agosto 1985, che obbliga i sindaci ad avviare la costruzione delle necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria, per le quali – ricordiamolo – i cittadini pagano annualmente, inserito tra le altre tasse comunali, un onere di urbanizzazione.
Sugli interventi più urgenti, Sciacca non ha dubbi: “Il vero problema di Messina è la mancanza di vie di fuga, di slarghi, piazze e centri di raccolta e di accoglienza. In pratica strade e disciplina delle acque”.
La logica dell’ing. Capo Gaetano Sciacca non fa una grinza, soprattutto quando cita problemi ormai sotto gli occhi di tutti, e su cui l’amministrazione comunale non interviene o interviene male: “I torrenti Boccetta ed Europa sono in condizioni di pre-collasso, sottoposti ad uno stress strutturale notevole. Lo dimostrano i cedimenti del manto stradale, le tante crepe che rendono difficoltosa la circolazione. Bisogna intervenire urgentemente per fare opere di rinforzo, magari prima che ci siano feriti gravi o morti, come fu per l’Annunziata nel 1998”.
E il torrente Badiazza, l’unico fronte su cui attualmente Palazzo Zanca sta intervenendo per la messa in sicurezza? “Nei lavori ci vuole criterio”, lamenta Sciacca, che spiega: “Lì si doveva cominciare a bonificare da giù, rimuovendo le baracche. Quella è la situazione più delicata. I lavori invece sono cominciati in cima, così facendo rischiando addirittura di peggiorare la situazione”.
Un pressapochismo che l’ing. Capo del Genio Civile nota anche sul versante della programmazione, sulla “vision” del Comune per il futuro della città: “Si progettano cose faraoniche, devastanti per le colline ed il territorio, ma non ci vorrebbe poi tanto per migliorare sensibilmente la città. Interventi semplici ma mirati. Pensiamo a Maregrosso. Che ci vuole a Bonificare l’arenile e delocalizzare le attività commerciali? Non è vero che l’imprenditoria ce l’hanno solo a Catania – prosegue Sciacca – anche a Messina in tanti sarebbero interessati a investire ma hanno bisogno delle minime condizioni strutturali”.
Possibile, però, che in questo quadro di riferimento nei due anni che sono intercorsi tra la nostra prima inchiesta e l’attuale non sia avvenuta nemmeno una circostanza positiva?
“Circostanze positive non direi – risponde l’ing. Capo – ma c’è un segnale importante, quello lanciato dalla Magistratura che ha aperto delle indagini a seguito dei sequestri, avvenuti nell’aprile scorso, dei torrenti di Larderia e di Santo Stefano, trasformati in vere e proprie discariche.
Questa nuova attenzione della Magistratura alle questioni ambientali potrebbe spingere gli enti competenti e soprattutto quei dirigenti con ruolo di responsabilità ad agire con tempestività in presenza di abusi o di mancanza delle minime condizioni di sicurezza”.