Tagliare i contributi ai gruppi parlamentari - QdS

Tagliare i contributi ai gruppi parlamentari

Melania Tanteri

Tagliare i contributi ai gruppi parlamentari

sabato 26 Gennaio 2013

Forum con Salvo Pogliese, Vice Presidente dell’Ars

Lei, come vice presidente dell’Ars, ci può spiegare come mai in Sicilia, nelle utlime legislature, l’assemblea è diventata quasi un collettore delle iniziative del presidente e, in linea di massima, non ha svolto quella funzione autonoma di presentare propri disegni di legge?
“Nell’ultima legislatura, in realtà, la stragrande maggioranza dei disegni di legge che sono stati esitati, sono stati di iniziativa parlamentare, anche se è vero che la scorsa legislatura è stata caratterizzata più dalla politica degli annunci che non hanno avuto seguito, che da altro. Il Parlamento è dimanico e attivo, forse si potrebbe entrare nel merito della qualità. Sicuramente bisogna modificare il regolamento: e qualcosa, in questa direzione, è stata fatta alla fine della scorsa legislatura; abbiamo modificato, per esempio, un articolo del regolamento in riferimento alla presentazione degli emendamenti, che prevede il fatto che non sia più possibile presentare emendamenti a disegni di legge se non sono stati prima presentati in commissione”.
Le modifiche del regolamento hanno riguardato anchei cosiddetti "pianisti", cioè i deputati che votano anhe per i colleghi assenti?
“Questa pratica scorretta non è più possibile perchè noi abbiamo i posti assegnati. Mentre prima si potevano posizionare i tesserini in qualsiasi posto, oggi non è più possibile. Non siamo organizzati come alla Camera, dove vengono utilizzate le imrponte digitali, ma abbiamo fatto in modo che questo malcostume finisse. Bisogna dare dei segnali di discontinuità forti”.
Torniamo all’iniziativa che ha presentato Lei in relazione alla legge 44/65 che prevede meno contributi per i gruppi parlamentari. Potrebbe davvero rappresentare un segno di discontinuità?
“Credo che ci sia l’assoluta necessità di farlo, e sono anche convinto che, su questo tema, vi sia la convergenza trasversale di tutte le forze politiche. Ritengo che ormai i tempi siano maturi, al di là di qualche inevitabile resistenza che si potrà trovare in aula. È vero che il parametro preso come riferimento è costituito dalle regioni più virtuose d’Italia, Umbria, Abruzzo, Emilia, e quindi l’applicazione della legge non sarà certo semplice dal punto di vista pratico, ma lo vedremo quando verrà applicato il Decreto Monti. Non sarà facile, perchè la riduzione dei contributi è consistente. Per quanto riguarda il contributo ai gruppi, ad esempo, si passerà dai 36mila euro annui attuali a 5 mila a parlamentare. È vero che c’erano anomalie evidenti e noi abbiamo tentato di elimainarle, riportando tutto dentro una sorta di normalità. Insomma, è stato avviato un percorso di moralizzazione e questo è un fatto positivo”.
Un altro punto sempre relativo a questo percorso di moralizzazione è il contratto dei 243 dipendenti dell’Assemblea regionale che è atipico e anomalo, perchè non è regionale e non è statale. Il Consiglio di presidenza dell’Ars ha iniziato a mettere mano a questa situazione?
“Devo dire che, anche in relazione a questa tematica, abbiamo invertito la rotta. Abbiamo dato un segnale importante e abbiamo eliminato oltre un milione di euro sul capitolo delle indennità aggiuntive. Non è stato facile e abbiamo trovato qualche resistenza, ma il momento storico impone delle scelte drastiche. Un segnale, comunque, lo stiamo dando. Nella seduta dello scorso dicembre abbiamo tagliato del 20 per cento lo stanziamento ai gruppi parlamentari, del 10 per cento anche il capitolo sulle consulenze all’interno dell’ufficio di presidenza e abbiamo ridotto del 50 per cento il Fondo riservato al presidente dell’Assemblea. Tutto questo si aggiunge ai tagli già avviati da Cascio. Abbiamo ridotto di 11 milioni di euro le spese della Regione”.
 
Quale anomalia rimane più evidente all’interno del sistema Regione?
“Beh, ad esempio una grande anomalia è rappresentata dal fatto che noi abbiamo il sistema pensionistico che incide in maniera profonda sul bilancio: spendiamo circa 40 milioni per le pensioni e dovremmo eliminarle. C’è, in merito, un’iniziativa del presidente Ardizzone, ma ancora non è all’ordine del giorno. In ogni caso siamo convinti che sia necessario dare un taglio a quelli che sono privilegi. Ad esempio, il servizio di barberia costa 3mila euro l’anno; al di là dell’importo, non è accettabile che un deputato, oltre a guadagnare un lauto stipendio, possa avere anche il barbiere gratis. Sono piccoli segnali, ma sono importanti”.
Ci sono, al contrario, altre spese che Lei avrebbe evitato di tagliare?
“Sì. Ad esempio, a dispetto di quanto affermato dal Presidente dell’Ars, io non avrei eliminato la sede di via Etnea. Una cosa è, infatti, eliminare delle oggettive anomalie che provocano indignazione popolare, e un’altra cosa è tagliare una sede istituzionale, per cui le spese erano limitate e che sempre è stata utilizzata dai deputati della Sicilia orientale come sede decentrata dell’Ars.”
Crede che l’ingresso dei "grillini" al Parlamento regionale abbia contribuito all’avvio di questa "spending review" per contenere le spese?
“Sicuramente c’è questa corsa a chi è più grillino dei grillini, ma bisogna essere equilibrati quando si decidono riforme profonde. Devo ammettere, comunque, che la presenza dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle sta rappresentando un fatto positivo. Sono ragazzi che si impegnano e sono animati da una grandissima passione civica”.
 
Veniamo alla nota dolente, la formulazione del bilancio 2013. Si dovrebbe approvare entro il 30 di aprile, in caso contrario arriverebbero i commissari nominati dal Parlamento per farlo approvare. Riuscirete ad approvarlo con dieci miliardi in meno? E soprattutto, recupererete i fondi europei non spesi dal presidente Lombardo?
“Sicuramente, per chiudere il bilancio bisognerà fare scelte che non saranno semplici. Per quanto riguarda i fondi europei non spesi, ritengo che proprio questo abbia rappresentato la più grande anomalia della passata esperienza legislativa e determinato il fallimento del Governo precedente. Noi, in commissione, abbiamo tenuto una riunione nel corso della quale, il Direttore generale del Dipartimento Programmazione, Felice Bonanno ha spiegato come la spesa sia stata paralizzata dall’instabilità dovuta al cambio continuo dei direttori generali”.
Avete qualche proposta in particolare relativa ai tagli da applicare?
“Innanzitutto serve un bilancio veritiero. Per quanto riguarda i tagli, riteniamo, come il presidente Crocetta, che la prima cosa che vada fatta è intervenire seriamente sulle società partecipate dalla Regione e dagli Enti locali. Non c’è, infatti, chiarezza su quanti siano i debiti maturati da queste società e che pesano sul bilancio della Regione. E questa è una questione che va affrontata in prospettiva futura”.
Quali sono i tempi per l’approvazione, considerato che la campagna elettorale assorbirà molte energie?
Non sarà semplice, ma speriamo di approvare tutto entro i limiti fissati dal legislatore. È necessario che, all’interno del documento di programmazione, siano inseriti i tagli ai privilegi, la razionlizzazione dei costi e tutta la programmazione per la riduzione della spesa.
 


Curriculum Salvo Pogliese
 
Salvo Pogliese, dottore commercialista, ha iniziato giovanissimo la sua esperienza politica nelle fila del Fronte della Gioventù. È stato segretario regionale di Azione Giovani, dirigente nazionale di A.N. e componente della segreteria regionale del Partito. Nel luglio 2003 è stato nominato assessore allo Sviluppo Economico della Provincia regionale di Catania, fino al dicembre 2005, anno in cui è stato eletto a Palazzo dei Normanni. Rieletto nel 2008 e infine nel 2012. È Vice Presidente dell’Assemblea regionale siciliana.

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