Imprese artigiane siciliane “la strage annunciata” - QdS

Imprese artigiane siciliane “la strage annunciata”

Maria Francesca Fisichella

Imprese artigiane siciliane “la strage annunciata”

giovedì 07 Febbraio 2013

Iscrizioni e cessazioni: nel III trim. del 2012 registrato un saldo negativo di oltre 655 aziende. Allarme lanciato da Nunzio Reina, presidente Confartigianato Palermo

In Sicilia alla fine del III trimestre 2012 l’artigianato contava 82.797 imprese. Nei primi tre trimestri del 2012 ci sono state 4.078 iscrizioni e 4.733 cessazioni che hanno generato un saldo negativo di 655 imprese artigiane.
Nel lungo periodo che va dal I trimestre 2007 al III trimestre 2012 le iscrizioni di imprese artigiane sono state complessivamente 30.830 e le cessazioni 34.996, pari ad un saldo negativo di 4.166 imprese artigiane. Sono questi i dati diffusi da Confartigianato Palermo e resi noti nei giorni scorsi.

Alla fine dello scorso anno un comunicato stampa diffuso dall’associazione rendeva note le preoccupazioni del Presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina – che ha visto riconfermato nei giorni scorsi il suo ruolo al termine del suo secondo mandato – sottolineando che sarebbe stato un pessimo Natale per centinaia di piccole e medie imprese artigiane, su cui pesavano tassazioni ormai al di là di ogni limite, senza alcuna agevolazione da permettere loro un’alternativa diversa a quella della chiusura. Il presidente, sempre in quell’occasione sottolineava l’immobilismo del Governo regionale di fronte all’emergenza: “Mentre la Regione decide il da farsi le imprese muoiono. Soltanto teorie, fatti zero. Serit, costi d’impresa, utenza: gli artigiani chiedono aiuto e lo fanno anche chiamandomi quotidianamente, ma noi associazioni, a questo punto, ci sentiamo impotenti. Il fisco è forte con i deboli e leggero con i ricchi. Per questo entro l’anno – concludeva Reina – il numero delle 1500 imprese artigiane che hanno già chiuso i battenti è destinato inevitabilmente ad aumentare”.

E i “conti” sono arrivati in questo primo mese del 2013. Dopo aver visto la situazione generale delle imprese in Sicilia, l’analisi continua sondando il panorama nazionale. In Italia alla fine del III trimestre 2012 l’artigianato contava 1.447.070 imprese. Nei primi tre trimestri del 2012 ci sono state 82.090 iscrizioni e 96.203 cessazioni che hanno generato un saldo negativo di 14.113 imprese artigiane. Nel lungo periodo che va dal I trimestre 2007 al III trimestre 2012 le iscrizioni di imprese artigiane sono state complessivamente 667.611 e le cessazioni 704.491, pari ad un saldo negativo di 36.880 imprese artigiane.
Scendendo nel dettaglio, in Sicilia si è analizzata la situazione del capoluogo, Palermo, dove si evince che: alla fine del III trimestre 2012 l’artigianato contava 16.413 imprese. Nei primi tre trimestri del 2012 ci sono state 864 iscrizioni e 1.067 cessazioni che hanno generato un saldo negativo di 203 imprese artigiane. Nel lungo periodo che va dal I trimestre 2007 al III trimestre 2012 le iscrizioni di imprese artigiane sono state complessivamente 5.584 e le cessazioni 7.468, pari ad un saldo negativo di 1.884 imprese artigiane.
Ripercorrendo il cammino che ha portato ai dati in analisi in questa sede, si ricorda che a fine novembre 2012 le cancellazioni dagli elenchi della Camera di Commercio di Palermo erano oltre 1200. Di altre 150 pratiche era stata presentata la cancellazione, più altre 350 in fase di definizione. Questi erano i dati di Confartigianato Imprese Palermo, il cui presidente, Nunzio Reina precisava già allora: “Nel dettaglio, tra queste 350, 99 cancellazioni riguardano il settore dell’edilizia, 34 attività di alimentari artigiane (panificatori), 30 attività nel settore meccanico, 22 nel settore legno, 20 nell’impiantistica e 20 acconciatori”.
Dunque, già da tempo l’allarme alle istituzioni era stato lanciato dall’associazione di categoria. Ora si contano i danni.

Provvedimenti urgenti per lo sviluppo e contro la concorrenza sleale
 
Lo scorso novembre, quando un primo bilancio della situazione era stato approntato, il presidente Reina diceva: “E’ una corsa verso il baratro. La Regione ha il dovere di intervenire, di offrire delle opportunità valide alle imprese”.
Alla luce dei dati resi noti nei giorni scorsi, il commento del presidente è questo: “I dati che vengono fuori dalle statistiche sulla nascita e la mortalità delle imprese artigianali provoca in noi, come associazione, la necessità di chiedere al Comune provvedimenti repentini e risolutivi per abbattere la tassazione, aspetto che influisce notevolmente sulla sopravvivenza delle aziende attanagliate dalla crisi. E’ proprio questa condizione a farci combattere per il raggiungimento di un obiettivo che permetta alle imprese di non chiudere più: sono troppe quelle che non riescono a portare avanti la propria attività, contro la quale esiste anche la concorrenza sleale di chi esercita abusivamente. Dobbiamo rendere, invece, le aziende produttive nel tempo: dobbiamo garantire la loro presenza sul territorio e quindi trovare una soluzione. Per questo – conclude Reina – incontreremo presto l’assessore comunale alle Attività produttive, al quale esporremo le nostre necessità”.

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