Favorire l’economia per uscire dalla crisi - QdS

Favorire l’economia per uscire dalla crisi

Francesco Sanfilippo

Favorire l’economia per uscire dalla crisi

venerdì 08 Febbraio 2013

Forum con Felice Coppolino, Presidente Unicoop Sicilia

Che cosa pensa del Governo Crocetta, in particolare dei suoi ultimi atti d’indirizzo?
“È stato eletto il presidente che nessuno voleva, perché si credeva che alla fine spuntasse un candidato che vincesse le elezioni al posto di Crocetta. Invece, l’esperienza di Gela non è stata valutata correttamente, tanto che ha vinto contro tute le previsioni. La situazione politica sta attraversando un momento di grande rivoluzione copernicana, poiché sono venuti meno alcuni grossi punti di riferimento. Ciò è stato causato dall’elezione di un presidente che sta facendo tutto quello che si pensava che i Governi dovessero fare e che non hanno realizzato in tutti questi anni”.
Come vedete la burocrazia siciliana? Che cosa ne pensa dei provvedimenti presi dal Governo Crocetta sulla rotazione del personale?
“Oggi, la burocrazia è un sistema che blocca le azioni e la crescita delle imprese e dei cittadini. In realtà, è il consolidamento delle stesse persone negli stessi posti per molti anni che rende impossibile la sburocratizzazione del sistema.
Il fatto che sia arrivato un presidente della regione che ha condotto una rotazione del personale ha rivoluzionato rapporti fossilizzati da anni. In più, c’è la volontà di una moralizzazione del sistema regione che è tangibile, poiché ha fatto alcune operazioni interne alla burocrazia regionale, tagliando un sacco di spese inutili. Questa situazione porta il presidente a essere giudicato più per quello che sta facendo che di ciò che rappresenta, in un periodo in cui gli steccati della politica si sono abbassati notevolmente. Se prima tra uno schieramento e l’altro, in termini di strategia, c’era un muro, oggi non è più così e le differenze sono relative. Un esempio è offerto dalle vicende della concertazione, dove si può vedere la difesa d’interessi di parte con i sindacati che possono essere visti come lobby, ma che impedisce le modifiche degli assetti interni di una Regione come la nostra. Se un presidente della Regione avesse detto ciò che sta affermando Crocetta ora, confutando i sindacati, ci sarebbe stata una dura opposizione. Il presidente Crocetta ha il grande vantaggio della sua provenienza dall’area di sinistra e ha dei sindacalisti nella sua giunta. Perciò, i ragionamenti che sta mettendo in atto il presidente vanno visti con attenzione per il modo innovativo con cui lo sta facendo. Di recente, in una riunione organizzata dalla Confindustria regionale, i sindacati non si sono mostrati più così ostili all’idea della rotazione messa a punto dal presidente Crocetta, come prova l’esempio della Uil la cui posizione si è ammorbidita. In realtà, se il sindacato difende la concertazione a tutti i costi, ciò dimostra che favorisce gli interessi di parte, mentre, oggi, non è più il tempo di difendere nient’altro che gli interessi di questa regione. Perciò, il mio giudizio su Crocetta è estremamente positivo e ritengo che ciò che sta facendo lo sta portando avanti in modo intelligente per l’interesse della Sicilia".
Quali sono i limiti che affliggono oggi le imprese siciliane?
“Di là della crisi economica, con il Governo Lombardo si sono azzerate tutte le speranze di crescita dal punto di vista imprenditoriale, poiché il blocco delle risorse ha comportato un handicap notevole per la nostra regione. La situazione delle imprese siciliane, oltre a quello che emerso dai dati presentati, di recente, dalla Rete Imprese Italia a Palermo, è veramente drammatica. Le imprese sono valutate come strumenti per abbattere i debiti dello Stato e della Regione e nessuno ha mai considerato che il sostegno alle aziende comporta un movimento economico che porta a miglioramenti per tutti. Le imprese siciliane hanno sempre sofferto per la loro struttura interna, per l’assenza d’infrastrutture e per la loro sottocapitalizzazione”.
Perché, secondo lei, le imprese non siciliane non investono in Sicilia?
“In un tessuto malato come il nostro sarebbe auspicabile che arrivassero altri imprenditori al di fuori della Sicilia che investissero nella Regione. La Sicilia, infatti, dà delle garanzie favorevoli per numero di abitanti, ma nessuno viene più non per la malavita organizzata ma perché la Regione è considerata troppo politicizzata. Per questo, non vogliono investire e considerano malato tutto il sistema, anche le associazioni di categoria che vi operano. Nella riunione di Confindustria con 29 sigle imprenditoriali e sindacali, il presidente Montante ha chiesto di ragionare su una proposta per come far arrivare le imprese in Sicilia”.
 
Che cosa si è deciso nella riunione tenutasi a Confindustria?
“Confindustria rappresenta un punto di riferimento ed è il sistema datoriale per antonomasia. La proposta che quest’ultima ha sostenuto, invitava le associazioni datoriali a creare una struttura associativa che ci riunisse con i sindacati e che fosse un riferimento economico per la Sicilia, aprendo un confronto con il Governo regionale. Il risultato di questa riunione è stato che, di là dei buoni propositi, una risposta non si è avuta in quella sede, ma si dovrà trovare, vista la situazione. Come presidente di Unicoop, sono disposto a mettermi da parte e ad accordarmi con un gruppo di altre organizzazioni, rinunciando alla presidenza, pur di discutere seriamente con il Governo regionale. Le banche soffrono, l’accesso al credito penalizza più che mai le imprese siciliane, c’è un differenziale di 2 punti di percentuale sul costo del denaro in Sicilia. Inoltre, le richieste degli Istituti di credito, per quanto riguarda l’affidamento, sono il doppio di quelli richiesti in altre regioni. Tutti sono in difficoltà, perciò era giusto discutere tra le associazioni datoriali e quelle sindacali per creare un’associazione finalizzata ad affrontare queste problematiche. Spero che i partecipanti riflettano su un problema, ovvero che non si uscirà più da questo stagnamento se ognuno difende la propria lobby”.
Che cosa si può fare per l’economia siciliana?
“È sufficiente mettere in movimento il sistema del lavoro e le grandi opere pubbliche bloccate. Il grido d’allarme, lanciato dal presidente dell’Ance, non si riferisce solo al mondo delle imprese edili. Se questo è sbloccato, ci saranno benefici per tutta l’economia regionale”.
 
Qual è il pericolo maggiore per le associazioni di categoria?
“Il pericolo è che le associazioni datoriali non tengano conto dei reali problemi della Sicilia, perché ancora non si sono convinti che soltanto l’unità delle sigle datoriali può risolvere i problemi siciliani”.
Quante sono le cooperative in Sicilia?
“Le imprese cooperative sono 1.100 e molte sono agricole fatte da giovani e da donne. La cooperativa consente questo tipo d’imprese per il principio della mutualità che le caratterizza. I giovani sono molto disponibili a coltivare la terra, introducendo molte innovazioni e puntando a mercati di nicchia. L’Unicoop sostiene la nascita delle imprese, coprendo fino al 50% del costo del notaio e offrendo servizi gratuiti di start-up e consulenza come la tenuta della contabilità per un anno”.
Quali sono le tre richieste che le cooperative fanno al presidente Crocetta?
“Le cooperative chiedono lo sblocco delle opere pubbliche, rimettere in moto il sistema dei bandi dell’Unione europea e rendere più agevole l’accesso al credito. Infatti, gli stessi Consorzi fidi sono in grave difficoltà perché, garantendo la quota parte del prestito, le imprese non pagano più e i Consorzi devono versare alle banche i fondi della regione che quest’ultima non ha ancora fornito”.
Quali sono i vostri Consorzi fidi?
“I nostri consorzi sono Casartigiani e Fidercoop”.
 

 
Curriculum Felice Coppolino
 
Felice Coppolino è nato a Palermo il 26 agosto 1955. Dal 1994 al 1998 ha ricoperto il ruolo di consigliere provinciale di Palermo e di presidente della commissione alla trasparenza nello stesso mandato. Dal 1998 al 2001 è stato assessore della Provincia di Palermo con deleghe alle attività produttive e alle politiche del lavoro. Nel 2002 ha ricoperto l’incarico di presidente dell’UNITUR-Unione Italiana delle Imprese turistiche. È, in questo momento, presidente regionale Unicoop-Sicilia e vicepresidente nazionale della stessa associazione.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017