Presidente Ars, rapidità e semplificazione - QdS

Presidente Ars, rapidità e semplificazione

Carlo Alberto Tregua

Presidente Ars, rapidità e semplificazione

martedì 19 Febbraio 2013

Svolta nelle istituzioni

Il presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone, venuto al nostro forum, che pubblichiamo oggi, ci ha dato delle comunicazioni innovative rispetto allo stagno nel quale è immersa la Regione, per una lentezza talmente esasperante da fiaccare la buona volontà anche di chi vorrebbe camminare a passo normale. Non parliamo di chi vorrebbe correre.
Appena eletto, gli abbiamo inviato un decalogo di punti da affrontare con decisione e determinazione, anch’esso pubblicato oggi, e sul quale egli si è dimostrato d’accordo già allora, confermandoli in sede di forum.
Le linee di fondo del suo intendimento, peraltro comunicato all’Assemblea, è che tutte le amministrazioni della Regione, comprese quelle degli Enti locali, debbono improntare la loro azione su sburocratizzazione, trasparenza e rapidità d’azione, perché l’asfissia che via via si è diffusa in tutti i gangli politico-amministrativi della Regione sta finendo per soffocare non solo le istituzioni, ma anche e soprattutto cittadini, imprese ed economia.

È indispensabile che le nuove leggi si condensino con le precedenti della stessa materia, per evitare sormonti e incompatibilità che causano difficoltà di interpretazione. esse, inoltre, devono essere semplici e scritte in buon italiano.
sul piano dei tagli, abbiamo preso atto di oltre dieci milioni di risparmi del bilancio Ars 2013 rispetto a quello del 2012. Tuttavia lo stesso bilancio dovrebbe essere decurtato di 40 milioni per le pensioni pagate direttamente, mediante il trasferimento della loro gestione all’Inps, con relativo ripiano anche in vent’anni. L’onere per la manutenzione dell’importantissimo Palazzo dei Normanni (5 milioni) va mantenuto perché esso rappresenta una testimonianza quasi millenaria.

 
Un punto importante sottolineato da Ardizzone riguarda la trasparenza come strumento di democrazia, per consentire a tutti i cittadini di guardare dentro il Palazzo (Assemblea, Regione, Enti locali). Per avere vera trasparenza occorre che tutte le attività burocratiche e relativi procedimenti siano inseriti su Internet consentendo a tutti i cittadini di interloquire esclusivamente per via telematica, evitando cartacce e viaggi con relativi costi economici e perdite di tempo.
Per mettere ordine nelle amministrazioni comunali, è necessario che i sindaci siano obbligati, per legge, a fare approvare il bilancio preventivo dell’anno successivo entro il 31 dicembre, pena la loro decadenza e quella del Consiglio comunale. Inoltre, che almeno il 50 per cento delle spese sia destinato a investimenti, riservando alle attività correnti l’altro 50 per cento.

La questione dello sviluppo è stata posta al centro del dialogo perché senza crescita non si crea ricchezza nè opportunità di lavoro, sia autonomo che dipendente .
In Sicilia, devono essere valorizzati i rifiuti solidi urbani (RSU), preziosa materia prima per produrre sia biogas ed energia, che fertilizzanti ed altre materie prime. Mentre ora essi costituiscono una zavorra che non si sa dove depositare, essendo quasi tutte le discariche siciliane ormai colme.
Altra questione da affrontare legislativamente con decisione riguarda la ristrutturazione antisismica di 1,3 milioni di immobili che cadrebbero con un terremoto del settimo grado della scala Richter, e la sistemazione idrogeologica del territorio. Investendo in questi due filoni si creerebbero 200 mila posti di lavoro, non alla Berlusconi, ma sul serio.
Si è aperta, dunque, una legislatura fondamentale per cambiare passo. Ardizzone ha tanta buona volontà e ha assunto impegni precisi. Non possiamo che aprirgli una linea di credito e augurargli che il suo fermo intendimento trovi realizzazione in tempi molto brevi, col buonsenso (se l’avranno) di tutti i partiti.
però l’apparato politico-amministrativo abbisogna di una potatura, portando i compensi complessivi di deputati, dirigenti e dipendenti al livello dei Consigli regionali virtuosi, quali Emilia, Umbria e Abruzzo.
Occorre una legge che tagli i contratti dei dipendenti regionali e riporti il loro trattamento economico a quello dei dipendenti statali o delle altre regioni.

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