Illegalità elemento disturbante del mercato economico isolano - QdS

Illegalità elemento disturbante del mercato economico isolano

Luca Mangogna

Illegalità elemento disturbante del mercato economico isolano

mercoledì 20 Febbraio 2013

Le linee di intervento seguite nell’attività operativa delle Fiamme Gialle nella nostra regione. Il comandante Cuneo: “Genera gravi danni alle imprese regolari ed oneste”

PALERMO – “Le metodologie seguite dalla Guardia di Finanza per sviluppare al meglio il suo compito istituzionale, sono tutte quante orientate all’individuazione di fenomeni di illegalità sostanziale”. Così il comandante regionale della Guardia di Finanza in Sicilia, Fabrizio Cuneo, spiega al QdS le linee d’intervento seguite nell’attività operativa della Fiamme Gialle nell’Isola. “Siamo convinti come finanzieri – afferma Cuneo – che l’illegalità sostanziale oggi è particolarmente pericolosa perché non permette il corretto funzionamento del mercato e genera gravi danni nei confronti delle imprese regolari e oneste, delle quali vogliamo essere riferimento. Il nostro – prosegue – è un messaggio positivo verso chi è regolare, che non si deve sentire abbandonato a se stesso”.
Cuneo inoltre vuole sottolineare che l’attività della Guardia di Finanza comprende anche iniziative a carattere culturale (con scuole, università, associazioni di categoria, ordini professionali) “Fondamentale – chiarisce – per valorizzare la cultura della legalità. Perché nell’attuale momento storico questa può essere un’importante volano della ripresa economica, che può portare alla crescita economica e sociale”. Nel corso del 2012, inoltre, è stato evidenziato dal bilancio operativo della Guardia di Finanza di come il danno erariale sia diminuito rispetto a quanto registrato l’anno precedente (da 479 a 325 mln di euro). Il dato vien chiarito dal comandante delle Fiamme Gialle nell’Isola, che spiega la metodologia d’intervento in materia. “Il danno erariale è diminuito – afferma Cuneo – perché andiamo a individuare non solo quanto indebitamente erogato, ma anche e soprattutto gli effettivi responsabili, perché in questo modo, chi ha sbagliato, verrà tolto dal sistema e non potrà fare più danni. Quindi abbiamo sviluppato servizi che ci permettessero di scoprire le grandi illegalità rispetto agli importi sottratti”. Per contro infatti sono aumentati i denunciati, passati dai 376 del 2011 ai 972 del 2012.
“Quando andiamo ad approfondire l’irregolarità di soggetti che hanno posto in essere fenomeni di corruzione o d’abuso d’ufficio – spiega Cuneo – occorre pensare che per ogni finto povero c’è una commissione di cinque persone che lo ha aiutato. L’importo magari è modesto, ma i denunciati sono ben sei”. Anche l’Iva evasa nel corso del 2012 (233 mln) è risultata in numero minore rispetto all’anno precedente (290 mln). “Questo si riconduce a una migliore selezione dei soggetti che rispondesse al quesito della maggiore sostanzialità – chiarisce ancora il comandante regionale della GdF – seguendo un percorso volto a migliorare la qualità degli interventi. È chiaro inoltre che in un momento di crescente crisi economica si riduce il volume degli affari complessivamente considerati e quindi anche degli illeciti”.
Per il 2013, Cuneo non prevede sostanziali cambiamenti. “Credo che i dati del 2013 saranno molto vicini a quelli del 2012, perché il sistema economico non penso possa registrare grandi cambiamenti – afferma – I dati riguarderanno infatti gli adempimenti fiscali degli ultimi tre anni e la nostra strategia d’intervento prosegue sulla strada dell’anno precedente. Quindi è ragionevole ritenere che i numeri si attestino sui valori del 2012 che sono quelli più vicini al concetto di poter esercitare un’attività di prevenzione e di repressione efficace – conclude Cuneo – ovvero l’individuazione dei casi più gravi, evitarne la prosecuzione nel tempo, garantire all’erario la pretesa”.

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