Sindaci e derivati polli o corrotti - QdS

Sindaci e derivati polli o corrotti

Carlo Alberto Tregua

Sindaci e derivati polli o corrotti

mercoledì 20 Febbraio 2013

Sperperati i soldi dei cittadini

Nell’inchiesta odierna, mettiamo in evidenza dei comportamenti dissennati di quei sindaci siciliani che hanno comprato i cosiddetti “derivati”.
Come non è noto all’opinione pubblica, essi sono dei prodotti finanziari virtuali, che non hanno alcuna consistenza né garanzia, basati su altri prodotti virtuali e su altri ancora in una catena che ha nell’ultimo anello un prodotto vero.
Per esempio, su un mutuo di cento è stato emesso un derivato di mille. Su quello di mille un altro derivato di centomila, su quello di centomila un altro derivato di un milione. Cosicché, quest’ultima cifra ha una garanzia inesistente, che è quella iniziale del mutuo di cento.
Chi ha comprato questi prodotti, l’ha fatto perchè il venditore gli ha fatto balenare grandi guadagni o rendimenti fuori mercato. Ma chi ha anche poca dimestichezza in questo settore, sa che non esistono magie secondo le quali se il rendimento finanziario di un investimento è del due per cento, c’è qualcuno che gli offre il dieci per cento.

Gli 800 milioni di derivati in pancia al Monte dei Paschi di Siena sono frutto di un’operazione di tal genere, una sorta di schedina del Totocalcio che ha probabilità di riuscita di una su un milione.
Ora, che scriteriati dirigenti di banca facciano operazioni di questo genere deriva dal fatto che Bankitalia non ha poteri sufficienti per intervenire dentro le operazioni che effettuano le banche e nessun potere per destituire gli amministratori scorretti.
Che sindaci di Comuni si facciano abbindolare acquistando con i soldi dei cittadini questi prodotti derivati è un comportamento da polli o, se hanno ricevuto la mazzetta, da corrotti.
Ci dovrebbe essere una legge che vieti qualunque operazione finanziaria agli enti locali, Regioni comprese, con gravissime sanzioni penali e personali per chi le effettua. Anche se nel caso di accertata malafede o di corruzione, i reati per i sindaci e i direttori generali che hanno effettuato queste operazioni vi sono e sono punibili.
Fino a quando vi sono state le vacche grasse, i buchi erano coperti, ma ora emergono i crateri.

 
In Sicilia, vi sono 22 Comuni in pre-dissesto finanziario e 11 in dissesto, quasi il dieci per cento del totale. Ma fra il restante 90 per cento, molti altri si stanno avviando sulla via dell’inferno conseguente a comportamenti scorretti dei sindaci incapaci che del clientelismo e del favoritismo hanno fatto la loro guida.
Molti di essi obiettano che le difficoltà finanziarie delle loro amministrazioni sono conseguenti ai tagli statali e regionali. Questo è vero. Ma è anche vero che essi non si sono affrettati a procedere a una revisione della spesa dei loro enti procedendo all’indispensabile e urgente taglio di quella parte improduttiva, nonché di sprechi sotto tutti i punti più volte pubblicati da questo giornale.
Il riequilibrio dei conti, pur in presenza di minori entrate, è indispensabile. C’è da aggiungere che i Comuni non hanno tempestivamente attivato il Nucleo tributario locale (Ntl) per scoprire i cattivi cittadini evasori, ricevendone il grande beneficio del ristorno delle imposte evase a proprio favore ( legge 148/2011).

I sindaci hanno commesso un ulteriore grave errore: quello di costituire le partecipate comunali (il cosiddetto socialismo locale) non già per dare efficienza ai servizi, bensì per riempire tali partecipate di raccomandati del tutto inutili al funzionamento delle stesse. Ancora una volta, clientelismo e favoritismo hanno creato buchi nei bilanci dei Comuni.
Sfidiamo i sindaci, che hanno in pancia dei loro bilanci i derivati, a smentire quanto scriviamo e, contemporaneamente, lodiamo quei sindaci che non si sono mai azzardati a comprare codesti prodotti finanziari fasulli.
Come scrivevamo due anni fa, la festa è finita, andate in pace. Le risorse sono fortemente diminuite e questo farà esaltare le qualità dei sindaci e dei ragionieri generali dei Comuni capaci di riequilibrare i conti e ripianare i debiti propri e quelli delle partecipate.
Non sappiamo se qualche sindaco ci scriverà, ma sappiamo che continueremo a battere su questo tasto per fare emergere la verità che tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere.

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