Anatocismo e massimo scoperto prima vittoria dei consumatori - QdS

Anatocismo e massimo scoperto prima vittoria dei consumatori

Michele Giuliano

Anatocismo e massimo scoperto prima vittoria dei consumatori

venerdì 22 Febbraio 2013

Si fa finalmente chiarezza su una intricata questione che ha portato al collasso molti consumatori. Arriva una storica sentenza: le pratiche bancarie sono state ritenute illecite dal tribunale

PALERMO – Anatocismo e commissioni di massimo scoperto: due pratiche bancarie illecite, messe in atto per diverso tempo alle spalle dei clienti. Di recente diverse sentenze hanno confermato l’illegalità di questi comportamenti, condannando alcuni istituti a risarcire i risparmiatori. Sentenze che ovviamente sono destinate a fare giurisprudenza e che quindi diventeranno assolutamente regola, spazzando via dubbi interpretativi e, probabilmente, anche l’applicazione in malafede di norme a livello interpretativo.
Il Codacons rende noto di aver vinto una causa contro un istituto di credito, la Carisbo, facendo ottenere al proprio associato la restituzione delle somme pretese nel corso degli anni dalla banca a titolo di interessi anatocistici e commissioni di massimo scoperto.
Il caso esaminato dal Tribunale con sentenza numero 325/13 fa seguito alla sentenza emessa non molto tempo fa, sempre contro Carisbo. L’unico limite a queste vittorie risiede nel fatto che la maggior parte dei clienti non è informato sul proprio diritto di chiedere la restituzione, nel 99 per cento dei casi, di somme pretese dalle banche in presenza di linee di credito o di rossi di conto corrente.
Quella ottenuta dal consumatore è un’importante sentenza che rappresenta un precedente giuridico ed analizza gli effetti del decreto mille proroghe che avrebbe dovuto, nell’idea del legislatore, salvare le banche dalle richieste di rimborso degli interessi anatocistici e delle commissioni di massimo scoperto.
“Milioni di risparmiatori potranno oggi, con più forza, chiedere ai propri istituti di credito la restituzione di questo tipo di importi – scrive il Codacons in una nota – così come le aziende che ad oggi si trovano in grosse difficoltà stante la stretta creditizia in corso”.
 
Tutti coloro che desiderino ottenere una valutazione gratuita del carteggio relativo alle somme che devono avere in restituzione dal proprio istituto di credito, a titolo di interessi anatocistici o commissioni di massimo scoperto, possono contattare il numero verde 800.05.08.00, il numero 051.31.26.11, ovvero mettersi in contatto tramite il sito nazionale www.codacons.it.
 
D’altronde è da tempo che tra organizzazioni di categoria dei consumatori e banche c’è una vera e propria guerra. La norma sull’anatocismo bancario, contenuta nel decreto Milleproroghe del 2010, è stata definita più volte illegittima. A mettere la parola fine fu la Corte Costituzionale (sentenza numero 78). La norma in questione regola i tempi di prescrizione per presentare ricorso contro le banche che hanno applicato l’anatocismo, ossia la contabilizzazione trimestrale degli interessi bancari passivi. La norma calcola i tempi di prescrizione decennale dal compimento di ogni singola operazione e non dalla chiusura del conto corrente, come aveva ribadito la Corte di Cassazione con una sentenza del 2 dicembre 2010. La Corte, raccogliendo 9 ordinanze di tribunali diversi, sottolinea come “retrodatando il decorso del termine di prescrizione” e derogando dalle disposizioni del codice civile, la norma rende “asimmetrico il rapporto contrattuale di conto corrente” fra correntista e banca.

 
Una norma che violava vari principi costituzionali
Sulla questione intricata dell’anatocismo bancario, immediato è stato il commento positivo dell’Adusbef che, con il suo presidente Elio Lannutti e con il suo vice Antonio Tanza (difensore dei correntisti sia dinanzi alla Consulta, che dinanzi alla Cassazione) hanno combattuto contro le banche. “La norma violava vari principi costituzionali, tra cui quello di ragionevolezza ed uguaglianza – affermano – nonché i principi delle norme della Cedu, la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. E’ l’ennesima sberla che i consumatori riescono a dare ai governi che si sono succeduti in questi anni e che hanno dimostrato grande attenzione alle caste ed ai potentati. Fortunatamente – aggiungono – i consumatori hanno dalla loro parte la Giustizia, come hanno dimostrato le Sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale”.
 
L’Adusbef ha dedicato questa “vittoria” a tutti i cittadini ed utenti strozzati dal sistema creditizio. “Una sentenza fondamentale – afferma Emilio Graziuso, responsabile del settore Servizi bancari e finanziari per Confconsumatori – che fa tirare un sospiro di sollievo, non solo, a tutti i correntisti ma anche a tutti coloro che intendono promuovere una azione giudiziale per far valere i propri diritti”.

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