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Catania – Il centro sott’acqua. Tutto (o quasi) scritto nel Piano

Rosario Battiato

Catania – Il centro sott’acqua. Tutto (o quasi) scritto nel Piano

sabato 23 Febbraio 2013

Nello strumento di Protezione civile del Comune un intero capitolo dedicato al rischio idraulico. Caduta record in città: 80 millimetri in un’ora non erano mai stati registrati

CATANIA – Una pioggia fittissima e concentrata in poco meno di un’ora ha reso il capoluogo etneo un’enorme pozzanghera. La polemica scoppiata tra Comune e Protezione civile in merito all’allarme meteo comunicato è soltanto l’aspetto più degradante di una città che nell’epoca della comunicazione non riesce a gestire adeguatamente un evento torrenziale al punto da affondare dentro se stessa. Eppure sul piano di protezione civile della città, aggiornato al 2011, c’è un intero capitolo dedicato al rischio idraulico. Catania è una città dove le parole scritte restano sulla carta.
Il fiume di acqua ha fatto il suo ingresso monumentale nel salotto buono del capoluogo. Piazza Duomo, via Etnea e altre zone centralissime sono state invase da un flusso d’acqua che ha travolto ogni cosa e dove sono stati necessari i sommozzatori dei vigili del fuoco per un allarme disperso rientrato soltanto in serata. I danni alle cose sono stati ingenti: tetti, manto stradale già penoso da ripristinare, negozi e palazzi allagati.
In serata, mentre la città è sotto assedio dall’acqua, si consuma l’ennesima polemica: il Comune rinfaccia alla Protezione civile di non aver diramato alcun allarme meteo. Piccata la risposta della Protezione civile che ha ribadito l’emersione di un ordinario bollettino di criticità regolarmente inviato al Comune. All’amministrazione guidata da Stancanelli non si può certo addebbitare una grande cura nei dettagli quando si tratta di emergenze del territorio. Da giorni, infatti, cittadini del luogo avevano segnalato il pericoloso stato in cui versavano i tombini del centro che senza manutenzione erano quasi inservibili.
Un punto richiamato dalla Protezione civile, invece, è proprio il piano di emergenza. Il Comune, dopo quello del 2001, ha approvato un aggiornamento nel dicembre 2011 che è stato adottato con Provvedimento del Sindaco (provv. n. 05/447 del 07/06/2012). In realtà non si tratta di un aggiornamento proprio dell’altro ieri (alcuni dati risalgono al 2009), ma ci sono diverse informazioni interessanti proprio al capitolo che riguarda Scenario di rischio (rischio idraulico). Lo studio del Comune ha indicato in dicembre 1955 (424 mm), ottobre 1999 (371 mm) e novembre 2003 (361 mm) i mesi più piovosi dell’anno come record storici, ma, “ai fini della costruzione di scenari di evento, più che le precipitazioni medie sono significative le piogge intense, per le quali vanno considerati tempi di ritorno piuttosto brevi”. Da qui deriva una tabella di previsione che ha calcolato come intensità massima prevista tra dieci anni 78,4 mm in due ore. Il livello minimo calcolato per eventi come quello che si è consumato nei giorni scorsi fa riferimento a una stima di 34,3 mm entro due anni.
L’evento di ieri ha amaramente abbattuto record e prospettive. I primi dati parlano di 80 mm di acqua in meno di un’ora, un dato che risulta tra i più alti mai registrati in città. Se le previsioni si sbagliavano, o erano troppo morbide, non si può dire in ogni caso che Catania si sia fatta trovare preparata, visto che, stando alle dichiarazioni dei residenti, nemmeno l’ordinaria amministrazione era stata garantita.
Il fenomeno delle cosiddette bombe d’acqua è da considerare attentamente, perché può provocare lo scarico di 20/30 minuti d’acqua fino a 50 litri per metro quadro. Il Mediterraneo e la Sicilia, in particolare, confermano gli studi, sarebbero al centro del rischio.

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