Ponte sullo Stretto, altro stop: no al decreto legge di proroga dei termini per congelare l’opera - QdS

Ponte sullo Stretto, altro stop: no al decreto legge di proroga dei termini per congelare l’opera

Rosario Battiato

Ponte sullo Stretto, altro stop: no al decreto legge di proroga dei termini per congelare l’opera

mercoledì 27 Febbraio 2013

Spiega la relazione del ministero per le Infrastrutture: “Assenti le condizioni necessarie per l’emanazione”. Entro il 1° marzo obbligo d’intesa società-contraente per evitare la caducazione della concessione

PALERMO – Ancora giorni di agonia per il Ponte, il cui futuro non sarà certo agevolato dalla complicatissima situazione post voto che si è registrata nella tornata elettorale appena conclusa. Nei giorni scorsi è trapelata l’indiscrezione, poi smentita, di un’ulteriore proroga per la presentazione dell’atto aggiuntivo al contratto vigente oltre il primo marzo 2013. Per scongiurare questa eventualità sono scese in campo le associazioni ambientaliste chiedendo lumi al premier uscente Mario Monti.
“Voci insistenti fanno trapelare che in un prossimo Consiglio dei Ministri, con un’intollerabile, ulteriore forzatura se fosse confermata, si vorrebbe prorogare con decreto il termine perentorio del primo marzo 2013 entro il quale Stretto di Messina SpA (concessionaria pubblica) e il General Contractor Eurolink (capeggiato da Impregilo) dovrebbero presentare l’atto aggiuntivo al contratto vigente, sospeso con il decreto sviluppo-bis n. 179/2012, convertito nella legge 221/2012".
 
La denuncia parte da FAI, Italia Nostra, Legambiente, Man e Wwf che hanno scritto una lettera di richiesta di chiarimenti al premier uscente ribadendo che un governo ormai in carica “solo per gestire l’ordinaria amministrazione, non si assuma questa grave responsabilità politica, mentre si attende, una volta conosciuti i risultati del voto di oggi (lunedì, ndr), la formazione delle nuove Camere”. A detta degli ambientalisti "questa vicenda ha già fatto sprecare centinaia di milioni di euro che pesano sulle spalle degli italiani, in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e di maggior pregio ambientale per i suoi valori paesaggistici e naturalistici, tutelati da norme comunitarie e nazionali”.
 
A confermare che non ci sarà nessun rinvio ci ha pensato anche il ministero. “Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha svolto una relazione sul Ponte sullo Stretto di Messina" in cui si sottolinea "l’assenza delle condizioni necessarie per l’emanazione di un decreto legge di proroga del termine per la stipula dell’atto aggiuntivo (fissato al 1 marzo 2013), come era stato richiesto dal Contraente generale".
Tra cifre già spese, penali e spese burocratiche, l’annullamento del Ponte ammonta a circa 1 miliardo di euro. Affogare in questo modo così brutale una infrastruttura decisiva per connettere la Sicilia al resto dell’Europa non permetterebbe nemmeno di deviare sui porti isolani una minima porzione di quei 500 miliardi di euro di merci che ogni anno passano partono da Suez e raggiugono i ricchi mercati del nord.

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