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Metà degli italiani contro i partiti

Carlo Alberto Tregua

Metà degli italiani contro i partiti

mercoledì 27 Febbraio 2013

Berlusconi risorto, Grilletti alla prova

Il più importante e incontrovertibile dato uscito dalle urne è che solo il 46,1 per cento degli aventi diritto al voto ha espresso suffragio per i partiti. L’altro 53,9 ha protestato vibratamente come segue: 24,8 di astenuti, 1,1 ha immesso nell’urna schede bianche, 2,5 ha sbarrato le schede (nulle) e il 25,5 ha dato suffragi al movimento dei Grilletti.
Questo dimostra che il popolo italiano non ne può più di questi parrucconi che continuano a fare i parassiti sulla carne viva dei cittadini, che sentono la profonda iniquità nei loro comportamenti, privilegiando gli interessi propri piuttosto che quelli generali.
Se poi nell’ambito di quel 46,1 di cittadini che ha votato per i partiti togliamo la piccola quota che ha raccolto Mario Monti, al netto degli inutili Casini e Fini, i cittadini che hanno dato consenso ai partiti tradizionali diventano ancora meno.
Quando si scrive e si commenta che il Pd o Berlusconi hanno preso il 30 per cento dei voti utili, si dimentica che tale percentuale va calcolata sui voti dati ai partiti, cioè la metà.
 
Quindi i due BB (Bersani e Berlusconi) rappresentano forse il 15-20 per cento ciascuno degli aventi diritto al voto, cioè degli italiani che esercitano il diritto politico. Molti commentatori di parte, pochi quelli neutrali, tutti si sono affannati a motivare questa fotografia, ma nessuno ha detto che i suddetti parrucconi se ne debbono andare a casa.
Il recupero di Berlusconi è stata una delle sue solite magie, chiamando al voto evasori, ladri, nostalgici, abusivi, collusi e altri. B ha messo insieme una bella congrega di votanti, che tuttavia hanno avuto il diritto di esprimere il voto come tutti gli altri cittadini. Nessuno può criticare gli elettori.
Il Pd esce fortemente ridimensionato e sconta almeno due errori grossolani: non avere candidato Renzi come primo ministro ed essersi portate due palle al piede: Vendola, che ha perso la Puglia, e la Fiom che sta danneggiando tanti lavoratori, anche contro il parere di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.
Il Porcellum ha colpito ancora, ha fatto eleggere tanti candidati che non meritano certamente di entrare nel nobile consesso che è il Parlamento. Ove, per fortuna, vi sono tantissime facce nuove.
 
Quali sono? Ovviamente i Grilletti, nelle cui file si sono raccolti quasi tutti i signor no: no tav, no Ponte, no Opere pubbliche, no Riforma della pubblica amministrazione, no scioglimento delle inutili partecipate comunali e via enumerando. Tuttavia, bisogna fare i conti con questo gruppo non irrilevante di parlamentari  alle prime armi, la maggioranza dei quali non ha background professionale e culturale per affrontare gli impegni parlamentari.
Però questa è la democrazia, va accettata per superare il gravissimo stallo in cui si trova il Paese.
Berlusconi mente, sapendo di mentire, quando dice che lo spread è ininfluente nella vita economica e sociale del Paese. Se esso rimane sotto 300, nel 2013 pagheremo 80 miliardi di interessi, ma se dovesse schizzare a 500 ne occorrerebbero 40 in più. E chi pagherebbe questi 40 miliardi in più? Ovviamente noi contribuenti con ulteriori sacrifici ed il rinvio del percorso di crescita, per imboccare il quale sono indispensabili le riforme atte a rendere competitivo il Paese.

Prima fra esse è quella elettorale, a due turni alla francese. Poi, l’attuazione di tutti i provvedimenti che la strana maggioranza ha approvato fra cui l’abolizione delle Province, inutili carrozzoni così come sono,  trasformandole in Province consortili fra Comuni.
Vanno dimezzati i parlamentari, riportati i loro compensi a quelli della media europea, tagliati i compensi per i burocrati di Stato, fissando il tetto massimo a quello del primo presidente della Corte di Cassazione, pari a 294 mila euro lordi all’anno.
Sono scomparsi Di Pietro, Fini, Casini. Ingroia ritorna a fare il magistrato e, in Sicilia, cancellati Lombardo e Miccichè. Chissà se quelli che hanno avuto la fortuna di essere eletti hanno capito la lezione e si affretteranno a votare le leggi di riforma prima indicate.
Avevamo previsto il suicidio della vecchia classe politica, compreso l’effetto velenoso della vicenda MPS sul Pd. Nessuno ha creduto che esso ne fosse estraneo.
Ora comincia una fase difficilissima, superabile solo col buon senso nell’interesse di tutti.

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