Confiscati 21 immobili del valore di 30 mln di euro - QdS

Confiscati 21 immobili del valore di 30 mln di euro

redazione

Confiscati 21 immobili del valore di 30 mln di euro

sabato 02 Marzo 2013

Colpito il patrimonio dell’esponente mafioso Maurizio Zuccaro

CATANIA – Il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione – ha disposto la confisca, ai sensi della normativa antimafia, dei beni riconducibili a Maurizio Zuccaro, affiliato al clan “Santapaola” legato da vincoli di parentela con la stessa famiglia in quanto cognato di Vincenzo Santapaola, nipote del capo-clan Benedetto Santapaola.
Più volte condannato per associazione mafiosa, Zuccaro è stato, in ultimo, condannato all’ergastolo, con sentenza divenuta irrevocabile, dalla stessa Corte per i reati di omicidio e distruzione di cadavere in concorso con Maurizio Galletta. Attualmente ammesso a detenzione domiciliare per motivi di salute, con sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Messina, è ritenuto da numerosi collaboratori di giustizia elemento di spicco dell’anzidetta organizzazione criminale.
I beni confiscati hanno un valore di circa trenta milioni di euro e sono costituiti da 21 immobili, di cui un complesso residenziale di lusso, tre diverse attività commerciali nel campo della ristorazione ed alimentazione, un parco veicoli con auto di grossa cilindrata e moto, numerosi rapporti bancari.
Le attività d’indagine patrimoniale hanno fatto ricorso in particolare alla più recente normativa in tema di misure di prevenzione, come introdotta dalla legge n. 125/2008, c.d. pacchetto sicurezza, che prevede la possibilità di applicare le misure patrimoniali disgiuntamente da quelle personali ed in caso di morte del soggetto proposto nei riguardi dei suoi successori a titolo universale.
Le indagini espletate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania, hanno abbracciato un arco temporale compreso tra il 1993 al 2010, e sono state indirizzate a rilevare la capacità reddituale di Zuccaro e del suo nucleo familiare. Gli accertamenti patrimoniali e societari permettevano di evidenziare forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, condivisa dalla locale Procura della Repubblica ed accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, che ne disponeva la confisca, di un’illecita acquisizione patrimoniale, derivante dalle attività delittuose.

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