Rigassificatore di Porto Empedocle. L’Ars respinge il “no” del M5S - QdS

Rigassificatore di Porto Empedocle. L’Ars respinge il “no” del M5S

Marina Pupella

Rigassificatore di Porto Empedocle. L’Ars respinge il “no” del M5S

venerdì 08 Marzo 2013

Con voto segreto, l'aula non approva il disimpegno verso un'opera che gode di tutte le autorizzazioni. Enel (proprietaria di Nuove Energie): i lavori proseguono come da programma

PALERMO – Arriva la prima sonora bastonata per i deputati del Movimento 5 Stelle a Palazzo dei Normanni. Infatti, l’Aula ha respinto la mozione grillina sul “no” al rigassificatore di Porto Empedocle, che invece il precedente governo guidato da Lombardo, aveva fortemente voluto ed approvato. E così, con voto segreto richiesto dal capogruppo della Destra, Nello Musumeci e dai grillini, l’Ars ha respinto (con 23 voti favorevoli e 41 contrari) il documento dei Cinquestelle che impegnava il governo Crocetta a revocare le autorizzazioni per l’impianto. I grillini chiedevano l’annullamento delle autorizzazioni in autotutela, mentre contro la mozione si era espresso il Pds-Mpa, a favore la lista Musumeci e i 5stelle.
"Di fronte ad una gravissima crisi economica e occupazionale anziché proporre soluzioni per animare il tessuto produttivo siciliano è stata presentata una mozione assurda che avrebbe esposto la Regione siciliana, fra l’altro, ad un mega-risarcimento danni". Così il deputato regionale dell’Udc e sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto ha commentato la bocciatura all’Assemblea regionale Siciliana (41 deputati a favore su 63) della proposta del M5S. Firetto si è spinto oltre definendo una "pratica della peggior prima Repubblica, la richiesta di voto segreto avanzata dai grillini su una mozione d’indirizzo che invece deve vedere ogni deputato rispondere a viso aperto ai cittadini". Insomma, una richiesta legittima di trasparenza quella avanzata dal sindaco di Porto Empedocle.
Ora, il progetto del terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto (Gnl) nel Comune di Porto Empedocle, sviluppato da Enel, tramite la società di scopo Nuove Energie (posseduta al 90% da Enel e per il restante 10% dal Gruppo Siderurgica Investimenti), proseguirà come confermano al Quotidiano di Sicilia gli uffici di Enel, proprietaria di Nuove Energie, l’impresa che gestirà l’impianto: “I lavori per la realizzazione del rigassificatore proseguono in ottemperanza alle prescrizioni previste nel decreto della Regione siciliana. Sono state completate le verifiche archeologiche, sismiche e batimetriche. Sono, inoltre, in corso attività di sistemazione del sito, a terra e a mare e si sta anche effettuando una seconda campagna di monitoraggio della qualità dell’aria sotto la supervisione dell’Arpa Sicilia. La fase di cantiere – concludono – durerà circa 60 mesi”.
L’iter autorizzativo del progetto era partito nel 2004, con domanda di autorizzazione unica ai sensi dell’art. 8 della L.340/2000 inoltrata all’ex assessorato regionale all’Industria della Regione siciliana. Per la fase di costruzione dell’impianto, tra l’altro sostenuta anche da diverse associazioni datoriali, verranno occupate circa 500 persone con punte fino a 900. Nella fase di esercizio diretta sono state impegnate già circa 85 persone.
I due serbatoi previsti dal progetto saranno interrati e potranno contenere fino a 160.000 metri cubi (unico progetto in Europa) di gas. La preoccupazione dei grillini, era appunto legata ad un eventuale scopertura dei recipienti che, in caso di esplosione, avrebbero potuto avere conseguenze nefaste per il territorio circostante e quindi per la Valle dei Templi, che si trova a due chilometri dall’impianto.
L’investimento iniziale previsto per l’opera è di oltre 800 milioni di euro.

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