Immobili: al Sud più ottimismo. Dopo due anni un saldo positivo - QdS

Immobili: al Sud più ottimismo. Dopo due anni un saldo positivo

Liliana Rosano

Immobili: al Sud più ottimismo. Dopo due anni un saldo positivo

venerdì 08 Marzo 2013

Secondo il sondaggio svolto da Banca d’Italia nel Mezzogiorno calano i prezzi, al Nord rimangono fissi. Per la prima volta dall’estate del 2010, gli operatori riportano condizioni favorevoli

CATANIA – Lievi segnali di ripresa nel mercato immobliare, ma non è abbastanza. Nel sondaggio svolto dalla Banca d’Italia sull’ultimo trimestre del 2012 il quadro che è emerso parla di una flessione dei prezzi delle abitazioni inarrestabile soprattutto al Sud. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono aumentate le giacenze e i nuovi flussi di incarichi a vendere; trovano conferma le indicazioni di un divario tra i prezzi di domanda e quelli di offerta. Per quanto riguarda i prezzi delle abitazioni, nel quarto trimestre, i prezzi hanno segnato un calo congiunturale secondo il 79,3 per cento degli agenti. La maggiore incidenza delle indicazioni di riduzione è stata comune a tutte le macroaree, con l’eccezione del Nord Est dove è rimasta stabile.
 
La quota di agenti che dichiarano di aver venduto almeno un immobile si è attestata al 64,4 per cento; nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Al Sud la percentuale degli agenti che hanno dichiarato di aver venduto almeno un immobile è stata del 58,8. Nello scorcio del 2012, il saldo tra risposte di aumento e diminuzione delle giacenze degli incarichi a vendere è stato pari a 37,7 punti percentuali, in rialzo di circa 10 punti sempre su base annua. Sicuramente, all’aumento ha contribuito il saldo dei nuovi incarichi (26,5 punti percentuali, da 10,3 nello stesso periodo del 2011) che potrebbe essere associato, come indicato dagli agenti nelle due scorse rilevazioni, agli effetti dell’inasprimento dell’imposta sulla proprietà.
 
L’aumento dei nuovi incarichi appare concentrato al Sud e nelle Isole, mentre si mostra meno accentuato nel Nord Ovest. Tra le cause di cessazione degli incarichi a vendere, trova conferma la maggiore rilevanza della mancanza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati. Per il terzo trimestre consecutivo diminuisce, pur rimanendo su livelli elevati, la quota di operatori che segnalano, fra le determinanti dell’estinzione degli incarichi a vendere, la difficoltà di reperire un mutuo da parte dei potenziali acquirenti (a 55,4 da 57,9 per cento). Segno quest’ultimo della crisi economica ed occupazionale che avanza. Aumenta leggermente il peso sia del protrarsi del periodo che intercorre tra il conferimento dell’incarico e l’effettiva transazione dell’immobile (a 24,8 da 22,6 per cento) sia delle attese, da parte dei venditori, di prezzi più elevati nel futuro (a 23,9 da 21,9 per cento). Nel quarto trimestre del 2012, raggiunge il 16 per cento lo sconto medio ottenuto dall’acquirente sul prezzo iniziale dell’immobile , mentre il tempo medio impiegato per le trattative di vendita si attesta su 8,5 mesi.
 
Sulle prospettive future e sul futuro stesso del mercato immobiliare, pare che torni a peggiorare il saldo percentuale sulle attese circa gli andamenti del mercato nazionale, raggiungendo i 57,4 punti percentuali dopo il parziale recupero del periodo luglio-settembre. Il deterioramento del saldo è interamente attribuibile all’aumento della quota di agenti che esprimono valutazioni sfavorevoli, mentre rimane stabile, su livelli molto bassi, quella di chi riporta indicazioni favorevoli. Il pessimismo sulle tendenze a breve del mercato nazionale è più accentuato nel Nord Est.
 
Sull’orizzonte di medio periodo (due anni) le attese tornano a segnalare un modesto ottimismo, per la prima volta dal terzo trimestre del 2010: per il complesso del Paese aumenta sensibilmente la quota di operatori che si attende condizioni più favorevoli (a 37,8 da 27,5 nella segnalazione precedente), contro una diminuzione della percentuale di quelli che riportano giudizi negativi (a 31,0 da 38,9). Il saldo torna quindi positivo per la prima volta dall’estate del 2010. L’ottimismo appare più diffuso al Sud e nelle Isole, mentre nel Nord Est il saldo rimane negativo.

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