Redditi bassi, si aggrava il quadro generale del sistema contributivo - QdS

Redditi bassi, si aggrava il quadro generale del sistema contributivo

Luca Mangogna

Redditi bassi, si aggrava il quadro generale del sistema contributivo

martedì 12 Marzo 2013

Barberis, dg Carige Am Sgr: “Scarsa informazione sui vantaggi della previdenza complementare”. A Palermo un convegno per valutare gli effetti della crisi sul futuro dei giovani

PALERMO – Prendere atto del processo di trasformazione del sistema previdenziale italiano, a seguito soprattutto della crisi economica mondiale, e valutare, soprattutto per i più giovani, le opportunità di sfruttare le agevolazioni date dai fondi pensioni e della cosiddetta previdenza complementare.
 
Sono queste le conclusioni più importanti venute fuori dal convegno “Previdenza: costruire il futuro”, tenutosi a Palermo alla presenza, fra gli altri, di Alberto Brambilla, docente dell’Università Cattolica di Milano e consulente del ministero del Lavoro per il quale ha seguito tutti i passi della riforma pensionistica, di Francesco Torre della Cassa nazionale previdenza e assistenza ragionieri e periti e commerciali, e di Fabio Barberis, direttore generale della Carige Am Sgr. “In un momento in cui la riforma del sistema pensionistico in Italia – ha detto Brambilla – ha fatto sì che dal 1/1/1996 lo Stato, a differenza di quanto faceva in passato, non metterà in euro in più rispetto a quanto versato dal contribuente all’Inps, bisogna che i giovani inizino a pensare sin da subito a un fondo pensione, versando anche 100 euro l’anno, recuperando i contributi non versati in precedenza”.
 
Secondo Brambilla inoltre è necessario dare grande spazio alla comunicazione di questi cambiamenti in atto nel sistema. “Purtroppo in Italia c’è una scarsa comunicazione e una scarsa educazione civica sull’argomento – ha aggiunto – e qui bisogna rimediare. Nel sistema di previdenza complementare fanno testo tutti i redditi, integrando la pensione da un massimo del 40 per cento a un minimo del 20”. Inoltre, per quanto espresso da Brambilla, “tutti (dipendenti pubblici, pensionati, lavoratori di prima occupazione) possono accedervi con le stesse regole e le stesse agevolazioni”.
 
Sulla scarsa divulgazione di questo sistema e dei suoi vantaggi invece insiste Fabio Barberis.”É necessario fare formazione e informazione sulla previdenza complementare. Purtroppo – ha detto – dobbiamo fare pure noi operatori un po’ di autocritica, dato che, come evidenziato dalla ricerca esposta dal professor Brambilla, oltre il 70 per cento della parte potenziale non ha idea di cosa sia il fondo pensioni e oltre l’80 per cento di questi non è mai stato avvicinato da un operatore finanziario che gli spiegasse queste necessità”. Un’altra riflessione sul tema viene espressa da Francesco Torre (Cnpr).
 
“Le casse di previdenza col sistema di calcolo contributivo – ha spiegato – hanno un sistema di finanziamento a capitalizzazione pura, ovvero chi versa lo fa nel proprio montante contributivo: è come se avesse aperto un salvadanaio da dove attinge al termine della sua vita lavorativa. Per contro – ha aggiunto – I sistemi a ripartizione non sono dei sistemi cattivi, ma nascono dall’esigenza di tutelare lo stato sociale. È vero però che l’aumento della vita media ha determinato un ricalcolo verso il basso del sistema pensionistico pubblico”.
 
Sulla stessa lunghezza d’onda si muove infine Rosario Chiaramonte, direttore Carige Sicilia. “Redditi bassi producono contributi bassi e pensioni sempre più basse – ha detto – e con l’aumento della vita media e dell’inflazione, nel futuro i problemi, per chi attiene solo dal sistema contributivo, si aggraveranno”.

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