Forconi di nuovo in strada per un giorno - QdS

Forconi di nuovo in strada per un giorno

Rosario Battiato

Forconi di nuovo in strada per un giorno

martedì 12 Marzo 2013

Ieri solo protesta creativa e volantinaggio a S. Gregorio. Il leader, Mariano Ferro: “Se non ascoltati ci saranno i blocchi”. Si riaffaccia lo spettro del gennaio 2012, quando furono stimati 443 milioni di euro di danni

CATANIA – I Forconi sono tornati e già la mente corre al mese di gennaio dello scorso anno quando per un mese intero la Sicilia fu bloccata da una protesta senza precedenti da diversi anni a questa parte. In tono ancora minore, ma gli esiti sono ancora imprevedibili, i Forconi sono nuovamente scesi per strada giusto ieri, esponendo 90 sedie a simboleggiare gli altrettanti deputati regionali, al casello di San Gregorio, all’imbocco dell’autostrada Catania-Messina.
 
Nemmeno le due recenti elezioni, le regionali e le nazionali, devono aver convinto il movimento del cammino intrapreso dall’Italia. Se la situazione dovesse degenerare sulla Sicilia si avvicina minaccioso lo spettro della conta dei danni: il blocco di gennaio, secondo stime di massima, costò 443 milioni di euro con un’incidenza sul Pil isolano pari allo 0,5 per cento.
Non c’è stato nessun blocco stradale, ma solo la distribuzione di volantini in cui chiedono di fermare le cartelle esattoriali della società di riscossione Serit e di attivare canali di credito per le aziende siciliane. La situazione pare sotto controllo, ma i prodromi per un blocco in grande stile non mancano affatto. “Al momento si tratta solo di una protesta pacifica – ha spiegato Mariano Ferro, leader dei Forconi – ma se non avremo risposte concrete riprenderemo i blocchi nei prossimi giorni”.
Più creatività e meno forza bruta per riportare all’attenzione della classe politica i problemi veri della gente. Il movimento ha piazzato novanta sedie all’ingresso del casello di San Gregorio dell’A19 “in attesa dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana” che “ascoltino i problemi reali della gente e la loro disperazione”.
 
In altri termini, secondo, Ferro, l’unica preoccupazione dei deputati, nonostante le ultime consultazioni elettorali abbiano rinfrescato gli scranni di Palazzo dei Normanni, restano le poltrone. “I deputati litigano per le sedie – ha dichiarato il leader Mariano Ferro – eccole qua… vengano a occupare queste e comincino a occuparsi dei problemi veri della gente”.
Il primo a svegliarsi e rispondere è stato Toti Lombardo, probabilmente per scrupolo e per dovere di lascito paterno, visto che la questione del trasporto e degli incentivi alle attività produttive è rimasta irrisolta durante il governo del padre Raffaele Lombardo. E vuole soluzioni tempestive il rampollo dell’ex governatore perché “siamo davanti ad una emergenza”. “Chiederemo al presidente Bruno Marziano – ha annunciato Lombardo – che la commissione Attività produttive all’Ars venga convocata nei prossimi giorni San Gregorio per ascoltare le istanze delle categorie produttive. Lo stato di crisi che sta investendo la Sicilia in tutti i suoi settori produttivi presuppone una azione immediata con strumenti legislativi rapidi quali agevolazioni fiscali e sostegno agli investimenti”. Si promettono, come sempre, interventi immediati e risolutivi.
 
“La protesta certifica lo stato di coma del nervo produttivo isolano – ha concluso Toti Lombardo – la politica reagisca con tempestività ed energia per varare, già nella prossima finanziaria regionale in discussione nelle commissioni competenti, gli opportuni strumenti”.

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