La segretezza del Conclave - QdS

La segretezza del Conclave

Bartolomeo Buscema

La segretezza del Conclave

martedì 12 Marzo 2013

Oggi, per la riservatezza, cosa sempre più difficile da raggiungere in un mondo permeato dalla comunicazione e dalle relative tecnologie, non basta una chiave che chiude

ROMA – Conclave è un termine che deriva dal latino cum clave, cioè "chiuso con la chiave". Indica anche isolamento che, non si limita all’elezione del Pontefice, ma investe diverse figure della vita religiosa tra cui quella dell’anacoreta e del monaco, quest’ultimo termine significa letteralmente uomo solo.
 
In passato, per ottenere l’isolamento dei cardinali riuniti in Conclave, era sufficiente appunto chiuderli a chiave. Oggi, per la riservatezza, cosa sempre più difficile da raggiungere in un mondo permeato dalla comunicazione e dalle relative tecnologie, non basta una chiave che chiude.
 
Non è un caso che monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario di Benedetto XVI, abbia recentemente ricordato "le norme penali che tutelano la sicurezza e la segretezza del conclave e che prevedono in molti casi la scomunica ‘latae sententiae’" (letteralmente "di sentenza pronunciata"). Un termine tecnico del diritto canonico della Chiesa cattolica per indicare una specifica modalità con cui possono venire comminate alcune pene.
 
Ma come garantire il riserbo su ciò che accade in Conclave?
È un’impresa ardua non solo perché le tecniche d’intercettazione si evolvono parallelamente a quelle della comunicazione, ma anche per l’ormai invasione capillare dei telefoni cellulari in grado di connettersi facilmente con persone che sono all’esterno.
 
Certamente ci sono sistemi passivi di protezione come le gabbie di Faraday, vere e proprie casseforti impenetrabili alle onde elettromagnetiche, ma nel caso della Cappella Sistina e degli ambienti, dove i cardinali si riuniscono e vivono ,non sappiamo se tali gabbie siano state installate anche perché la loro installazione prevede interventi invasivi sull’involucro edilizio che evidentemente è di notevole pregio architettonico.
 
Tuttavia ci sono soluzioni meno invasive:si potrebbero utilizzare tendaggi, elementi decorativi o pannelli di cartongesso, contenenti trame di rame e tungsteno, che hanno una buona efficienza nell’inibire le comunicazioni via radio.
Alle finestre potrebbero essere applicate pellicole schermanti adesive e trasparenti o addirittura infissi dotati di camere d’isolamento elettromagnetico a gel.
 
Ci sono poi i ‘jammer’ che sono dispositivi disturbatori che emettono onde elettromagnetiche alle stesse frequenze dei cellulari creando una sorta di rumore che ostacola le comunicazioni radio,e gli ‘Imsi-catcher’ che intercettano o inibiscono le comunicazioni cellulari.
 
Per chi ama i film "spy story", è tecnologicamente possibile che i cardinali elettori abbiano addosso microspie sofisticate per registrare quanto avviene in conclave. Ma siamo fiduciosi che tale possibilità non ci sarà perché è ragionevole pensare che tutto l’ambiente sia stato precedentemente bonificato.
 
A questo punto non ci resta che guardare il comignolo nella speranza che, prima o poi, esca la fumata bianca.

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