Far ripartire l’economia isolana - QdS

Far ripartire l’economia isolana

Raffaella Pessina

Far ripartire l’economia isolana

venerdì 15 Marzo 2013

Forum con Bruno Marziano, Presidente Commissione Attività Produttive all’Ars

Quali provvedimenti importanti sono all’esame della Commissione?
“In Sicilia la politica industriale manca da troppi anni: la rinascita di Termini Imerese è una tappa fondamentale di questo percorso. In questo momento non possiamo permetterci di scartare alcuna ipotesi per il rilancio dello stabilimento e il reintegro dei lavoratori.
A questo proposito abbiamoo convocato una riunione per affrontare il futuro dello stabilimento ex-Fiat di Termini Imerese (Pa).
Alla riunione della commissione hanno partecipato, oltre ai rappresentanti sindacali, anche il leader della Fiom Franco Landini e l’assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri.
L’obiettivo è stato quello di valutare tutte le ipotesi per rilancio Termini Imerese. Il governo regionale starebbe vagliando alcune proposte per la riapertura dello stabilimento di Termini anche se non strettamente legate al settore automobilistico.
Siamo in piena emergenza sociale ed occupazionale, la priorità deve essere la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. Bisogna trovare le risorse per garantire gli ammortizzatori sociali e bisogna individuare gli strumenti necessari a tutelare i lavoratori dell’indotto, parallelamente all’impegno per rilanciare la vocazione industriale di Termini Imerese.
Stiamo anche pensando a un disegno di legge a sostegno della piccola editoria privata, anche se si tratta di un provvedimento con una limitata dotazione finanziaria e che non prevede interventi per il sistema televisivo.
Tuttavia è chiara a tutti l’importanza che l’emittenza privata ha in termini di libertà di informazione e di occupazione.
In Sicilia il passaggio da sistema analogico al digitale non ha ricevuto alcun nessun sostegno e alcune aziende sono saltate e tanti giornalisti sono stati licenziati. Ove l’Udc con Leanza e Germanà o il Governo stesso dovessero presentare un disegno di legge per sostenere l’emittenza privata in commissione siamo disponibili o all’accorpamento con il ddl in discussione e dunque la possibilità di accelerare i tempi, o anche a concedere una corsia preferenziale.
Ultimamenten Commissione attività produttive abbiamo sentito i rappresentanti di Ordine dei giornalisti, Assostampa e Corecom proprio per parlare dei problemi del settore. Inoltre ci sono aziende che hanno partecipato a bandi europei del Por 2000/2006 e 2007/2013 che fra i requisiti prevedevano il raggiungimento di determinate soglie occupazionali, ma la crisi ha di fatto reso impossibile per molte di queste il raggiungimento di quegli obiettivi. Per ‘salvare’ tutte queste aziende che comunque oggi garantiscono posti di lavoro, ho presentato un disegno di legge che prevede che non si proceda alla revoca del contributo nei casi scostamento dagli indicatori occupazionali del Por. 
Già nel 2009 una norma regionale aveva abbassato del 50% la soglie degli obiettivi occupazionali previsti dal Por 2000/2006, e nel 2012 una norma nazionale ha disposto che ‘non si proceda alla revoca del contributo.
Mi auguro che su questo provvedimento, si trovi ampio sostegno in commissione e in Aula”.
Qual è l’apporto dei nuovi deputati per la prima volta all’Ars?
“L’apporto è sicuramente produttivo e interessante, così come l’apporto di coloro che hanno più legislature sulle spalle, ma vorrei sottolineare che la mia Commissione Attività produttive,  è l’unica a non beneficiare della presenza di componenti femminili, , ma sicuramente si tratta solo di una casualità, poiché la professionalità la si trova in entrambi, uomini e donne”.
 
Cosa pensa di fare per il settore dell’agricoltura?
“Ho lanciato un allarme per l’accordo fra Unione europea e il Marocco sulla liberalizzazione di prodotti agricoli e ittici che rischia di costringerci al funerale di interi comparti dell’agricoltura siciliana.
L’accordo prevede che sia esentato dai diritti di dogana il 55% delle derrate che dal Marocco arrivano in Europa, contro il 33% attuale. Nel giro di dieci anni, invece, verrà esentato dal dazio il 70% delle esportazioni europee verso il Marocco, contro l’1% attuale. In pratica noi siciliani pagheremo il conto con il crollo delle vendite dei prodotti agricoli, mentre altri Paesi europei ne riceveranno i benefici attraverso l’aumento della vendita di macchinari o strumenti di produzione. In questo modo si rischia di distruggere l’agricoltura siciliana, che paga il prezzo di quelle che l’Ue ritiene siano solo misure di aiuto alle imprese.
 Bisogna aprire una vertenza con l’Unione Europea, attraverso il Governo regionale,  sulla base dell’articolo 7 dell’accordo che prevede interventi in salvaguardia nel caso in cui l’aumento delle importazioni di prodotti del Marocco determinino gravi perturbazioni di determinati mercati. Dovremo trovare misure di compensazione fra la Sicilia e Bruxelles. La mozione, già approvata dalla commissione affari istituzionali chiede al governo regionale di intervenire, presso il governo nazionale e l’Unione Europea, a tutela dell’agricoltura siciliana rispetto agli effetti dell’accordo Ue-Marocco”.
 
Cosa pensa della politica sul potenziamento delle infrastrutture del Presidente Crocetta ?
“Con la firma del Contratto istituzionale di sviluppo sugli investimenti per la rete ferroviaria siciliana tra il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, il presidente della Regione Rosario Crocetta, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta si rilancerà il trasporto ferroviario in Sicilia. Dall’alta velocità sulla Catania-Palermo agli interventi sugli snodi delle tre principali città fino ai cosiddetti collegamenti strategici. Ma proprio su questi ultimi interventi, nel previsto collegamento tra l’aeroporto di Comiso e il porto di Augusta c’è un buco inspiegabile".
Se il collegamento parte dall’aeroporto di Comiso e raggiunge il porto di Augusta attraverso Catania perché non viene previsto un collegamento tra Augusta e Siracusa e il capoluogo aretuseo? 
Se invece il collegamento passa da Siracusa e arriva ad Augusta si rinuncia all’ultimo tratto, che dal porto megarese conduce a Catania.
Una sottovalutazione che penalizzerebbe una parte della Sicilia orientale. Siracusa non può essere isolata. Tanto più che i lavori di velocizzazione della tratta tra Siracusa e Catania sono previsti da tempo con 85 milioni di euro di investimenti.
Ribadisco che il Governo regionale sta realizzando in queste settimane sul fronte degli interventi sulle infrastrutture ferroviarie una iniziativa preziosa, ritengo sia opportuno proporre un addendum contrattuale proprio per completare gli interventi con questa ultima tratta. Diventerebbero così cinque i capoluoghi al centro di questi interventi di rilancio”.

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