Industria Rsu la vera rivoluzione - QdS

Industria Rsu la vera rivoluzione

Carlo Alberto Tregua

Industria Rsu la vera rivoluzione

sabato 23 Marzo 2013

Basta Ato mangiasoldi dei raccomandati

Decenni di comportamenti irresponsabili delle Giunte regionali hanno fatto precipitare la situazione dei rifiuti solidi urbani in tutta la Sicilia. è il risultato di interessi loschi e privati che hanno prevalso su quelli generali.
Quando in tutta Europa la questione dei rifiuti è stata definitivamente risolta perché utilizzati come materia prima atta alla produzione di energia, qui da noi ancora essi si riversano nelle discariche che aumentano continuamente la loro dimensione. è ovvio che ciò accada, perché i rifiuti non vengono utilizzati proficuamente.
Nelle tante pagine che abbiamo pubblicato in questi anni vi sono le testimonianze su quello che hanno fatto i Paesi centro e nordeuropei, ove la questione è stata affrontata con competenza.
Come? Con l’insediamento di moderni stabilimenti industriali i quali con apposito ciclo antinquinante producono biogas, energia elettrica e teleriscaldamento per l’acqua che va negli immobili cittadini.

È difficile da credere che assessori e dirigenti regionali, di volta in volta preposti alla gestione dei rifiuti, non abbiano avuto lo stimolo e il decoro di andare a visitare questi impianti perfettamente funzionanti e copiarli procedendo con bandi di evidenza pubblica e di livello europeo.
L’annosa questione dei termovalorizzatori è ormai superata da tempo. Lo stesso si riferisce agli inceneritori. Gli impianti industriali che prima ricordavamo sono ben altra cosa, perché non solo non inquinano, ma utilizzano per intero gli Rsu, ricavandone materie prime, umido per fertilizzanti, energia e la parte inerte per stenderla sotto l’asfalto delle strade. Insomma, dei rifiuti non gettano niente.
Qui da noi, invece, le discariche dilagano e i gestori chiedono autorizzazioni per ampliarne le vasche. Così accade a Bellolampo e così, parimenti, a Misterbianco-Motta S.A. Questi comportamenti sono socialmente criminali, perché danneggiano le popolazioni, creano enormi problemi all’ambiente e, soprattutto, non trasformano i rifiuti in ricchezza.
Le Giunte regionali hanno traccheggiato con questa delicata materia, creando le Ato Spa, contenitori per trombati politici, raccomandati e persone inutili.

 
Ma non si sono accontentati del disastro compiuto. Infatti, tali società d’ambito hanno accumulato circa 1,2 mld di debiti, approfittando dell’equivoca posizione dei sindaci che, nella loro qualità, non pagavano i canoni, ma quando diventavano componenti o amministratori delle Ato protestavano per il mancato incasso dei crediti.
Per sanare la gravissima situazione, il governo Lombardo ha fatto approvare un’altra legge con la quale sono state create le Srr (Società di regolamentazione del servizio di raccolta). Ma il rimedio si è rivelato peggiore del male, perché inattuato e quindi non ha affrontato la situazione disastrosa alla radice.
Qual è la soluzione a monte? Creare, Provincia per Provincia (ora trasformate in Consorzi di Comuni), uno o più stabilimenti industriali in  proporzione al numero degli abitanti che potrebbe essere autosufficiente dal punto di vista gestionale.
Ma, certo, occorrono le somme per l’investimento strutturale. Vi vogliamo dare un parametro indicativo: per servire una città come Catania (poco meno di trecentomila abitanti) l’impianto industriale “chiavi in mano” costa meno di trecento milioni di € e, se ben gestito, può produrre da tre a cinque milioni di utili l’anno.

I parametri di cui prima li abbiamo ricavati, fra gli altri, dall’impianto industriale di Giubiasco che serve il Canton Ticino, in Svizzera, con una popolazione come quella indicata. Al di là della produzione di biogas, energia e acqua calda, l’impianto industriale metterebbe in moto centinaia di imprese per la sua costruzione, migliaia di posti di lavoro con la stessa destinazione, oltreché centinaia di opportunità per dipendenti necessari per il funzionamento.
In Sicilia, ci vorrebbero tra 15 e 20 di tali impianti per soddisfare le esigenze di cinque milioni di abitanti e soprattutto per cancellare la disastrosa situazione delle discariche, oltre che per rimettere in moto l’economia.
Non ci risulta che l’assessore al ramo abbia messo mano al progetto indicato, perché alla Regione inseguono solo l’emergenza e ignorano il respiro strategico di una sana politica al servizio dei cittadini.

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