Dal fai da te alle promozioni, l’uovo di Pasqua diventa low-cost - QdS

Dal fai da te alle promozioni, l’uovo di Pasqua diventa low-cost

Giuliana Gambuzza

Dal fai da te alle promozioni, l’uovo di Pasqua diventa low-cost

mercoledì 27 Marzo 2013

Per un uovo da 200 grammi i prezzi medi vanno da 5,30 euro a 13,90, con rincari fino all’8 percento. Caccia all’offerta ma, per confrontare le marche, il riferimento resta il chilo

CATANIA – Dall’uovo di Pasqua artigianale a quello del supermercato. E ritorno: aumenta il “partito” di chi, per risparmiare, sceglie il cioccolato fatto in casa. Letteralmente. Una volta si risparmiava comprando l’uovo confezionato. Oggi, invece, se è vero che il prodotto artigianale costa circa il 30 percento in più di quello industriale, il prezzo al chilo delle uova della grande distribuzione, rispetto alla classica tavoletta, sconta sempre di più la presenza della sorpresa. Così cresce il numero di persone che prepara l’uovo di cioccolato da sé o, al massimo, riserva la spesa ai più piccoli. Altri hanno dovuto rinunciare del tutto.
Ecco spiegato il calo tra il 10 e il 17 percento – il più alto tra gli alimenti delle prossime festività – nell’acquisto di uova di cioccolato e colombe stimato da Codacons e Confederazione Italiana Agricoltori. Non aiutano i rincari che, secondo la Cia, arrivano fino all’8 percento. In numeri, per comprare un uovo di peso medio (tra 200 e 250 grammi) ci vogliono circa 5,30 euro, che salgono a 13,90 per uno griffato. Al chilo la media è di 45 euro, cifra che può anche raddoppiare. Come nel caso del Kinder Ferrero Mini da 41 grammi che, secondo il sito “ilfattoalimentare.it”, rientra nella classifica dei prodotti alimentari più cari, preceduto da zafferano, tartufo e caviale.
In generale, il motivo per cui il costo delle uova di Pasqua è almeno due volte più alto di quello del cioccolato formato tavoletta è la sorpresa. Vanno considerati anche le maggiori spese di lavorazione, inclusa la confezione, e il grande spazio allestito dal supermercato (che viene addebitato al compratore). Elementi che in ogni caso, sostengono gli esperti, non bastano a giustificare tanti euro di differenza: il sospetto è che a incidere sul prezzo finale sia soprattutto l’occasione festiva in cui l’alimento viene venduto.
Nonostante tutto, risparmiare è possibile. Sul web spopolano le ricette per preparare le uova di cioccolato nella cucina di casa, anche copiando le più famose. Federconsumatori calcola un taglio delle spese fino al 75 percento. Con un valore aggiunto: il regalo preferito dai bambini da inserire all’interno.
Ogni famiglia può inaugurare la sua tradizione pasquale, inseguendo il risparmio ma anche il divertimento dei bambini. Le uova sode colorate e decorate direttamente dai bambini al posto del cioccolato sono un’idea piacevole per trascorrere le ore di vacanza. Magari i bimbi più creativi finiranno per cedere. Altra proposta: comprare un solo uovo di Pasqua per famiglia e accompagnarlo con doni da pochi euro per i più piccoli. Oppure acquistare uova vendute dalle associazioni di volontariato, che non costano meno di quelle industriali però servono a scopi umanitari. 
Se si preferisce l’uovo confezionato, il consiglio è di aspettare le offerte della grande distribuzione che, in alcuni casi, arrivano a pochi giorni da Pasqua, quando i commercianti vogliono svuotare gli scaffali. Meglio non farsi influenzare nella scelta da imballaggi colorati e confezioni accattivanti: per confrontare le diverse marche, il riferimento resto il prezzo al chilo.
 

 
Controllare ingredienti e data di scadenza prima dell’acquisto

Non solo il prezzo. Nell’acquisto dell’uovo di Pasqua vanno controllate anche data di scadenza ed etichetta degli ingredienti. Questo diventa particolarmente importante perché a mangiarle saranno soprattutto i bambini. Maggiore è la percentuale di cacao, più il cioccolato è di qualità e costoso, quando il prezzo dipende davvero dal cioccolato e non, per esempio, dalla sorpresa. Il cioccolato “finissimo” o “superiore” deve contenere almeno il 43 percento di cacao, in quello “comune” basta il 25. Attenzione anche alle sostanze grasse diverse dal burro di cacao: se superano il 5 percento, l’etichetta deve riportare ben visibile la dicitura “contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao”. Il cioccolato contiene circa 500 chilocalorie per etto (che salgono nelle varianti al latte e in quelle arricchite con frutta secca), quindi è meglio mettere via una parte dell’uovo subito, nel momento in cui viene scartato. I pezzi rimasti potranno essere usati per preparare dolci e prolungare così le vacanze pasquali (anche in questo la Rete dà una mano). Le sorprese – ricorda Federconsumatori – devono presentare il marchio CE, che garantisce la sicurezza dei materiali usati, ed essere adatte all’età dei bambini che le ricevono.

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