I suicidi sono solo degli impazienti, è emergenza sociale in Italia - QdS

I suicidi sono solo degli impazienti, è emergenza sociale in Italia

Margherita Montalto

I suicidi sono solo degli impazienti, è emergenza sociale in Italia

giovedì 28 Marzo 2013

Nella crisi economica e nella recessione togliersi la vita è diventata una pratica molto frequente. Al Sud sono il 14,6% del totale, al Nord il 40%. La media nazionale è di 8 casi a mese

CATANIA- Suicidio e tentato suicidio soluzioni violente e autolesioniste che non risolvono insoddisfazioni, frustrazioni e problemi, ma purtroppo accade. Come si definisce il gesto? “Il suicidio è la manifestazione più estrema di un continuum di comportamenti autolesivi, in cui rientrano l’ideazione suicidaria, la messa a punto di un piano di suicidio, il tentativo di suicidio e infine il suicidio portato a termine”. In genere, secondo la letteratura scientifica, le persone che tentano il suicidio fino ad arrivare alla conclusione del gesto, sono persone affette da disturbi psichiatrici, depressione, anoressia.
Il suicidio secondo l’Oms rappresenta un grave problema di salute pubblica che merita attenzione. I fattori che contribuiscono al suicidio sono complessi e non sempre pienamente compresi: è fuorviante anche attribuire la causa ad un singolo evento. “I disturbi dell’umore suicidi e tentati suicidi in tutte le età della vita” rientrano fra i punti trattati dal nostro piano Sanitario nazionale 2011.2013.
Il “Portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” riporta che sono esposte al suicidio le persone sottoposte “a un evento di vita stressante quali perdita del lavoro o lutto familiare… Presentano un rischio aumentato di suicidio anche le persone che svolgono un lavoro che comporta essere soggetti a condizioni di stress persistente…e le persone con gravi malattie fisiche”. “La probabilità di aver messo in atto un tentativo di suicidio fra coloro che lo avevano pianificato è risultata del 48%, mentre dell’8% in presenza delle sole idee di suicidio.
Il rischio di ideazione, pianificazione, o tentativi di suicidio è risultato più elevato nelle donne. Il rischio di ideazione suicidaria ha mostrato di essere inversamente correlato con l’età, ma il rischio maggiore per i tentativi di suicidio è stato evidenziato nella fascia di età compresa tra i 35 e i 49 anni”.
 
A questo punto preme fare leva sulla promozione e il rafforzamento dei “fattori protettivi consistenti nel creare interventi diretti a promuovere l’accettazione di sé, la capacità di affrontare e risolvere problemi; rafforzamento delle comunità, ad esempio mediante campagne volte a ridurre lo stigma del suicidio; messa in atto di misure che favoriscano la sicurezza, l’aumento delle opportunità di lavori sicuri, la disponibilità di abitazioni confortevoli per persone svantaggiate socialmente ed economicamente”.
 
Il documento dell’Oms “La Prevenzione del Suicidio”, inoltre, in un focus sollecita ed incita i mass media a trasferire al pubblico corrette informazioni sul tema del suicidio. Poiché il linguaggio ha un potere “educativo” può accadere infatti che si manifestino comportamenti imitativi, quindi evitare che si diffondano descrizioni particolareggiate dell’evento, ovvero luoghi, metodi e modalità.

 
Le carceri. Dietro le sbarre tasso di suicidio 20 volte superiore
Quali sono i casi che spingono al suicidio? Eurispes in “Suicidi in carcere, la strage silenziosa” del Luglio/ Agosto 2012, sostiene che nel periodo 2011, secondo l’associazione Ristretti Orizzonti, i suicidi sono stati 66, 692 negli ultimi 12 anni, cioè più di un terzo di tutti i decessi avvenuti in carcere. Si tratta di un tasso più di 20 volte superiore a quello registrato nel resto della popolazione italiana, al quale si deve aggiungere il numero impressionante di tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. Accanto ai 66 casi accertati nel 2011, è da segnalare la presenza di 23 episodi di morte per cause ancora “da accertare”…nonché decessi avvenuti in circostanze “ambigue”“. In più fallimento a causa della crisi economica, disoccupazione (31,5%),e perdita del lavoro (25 persone suicida circa il 28,1%), pressione dei debiti ha contribuito a tale infausta decisone. La fascia di età maggiormente interessata è quella che va dai 45 ai 54 anni con un’incidenza del 48,5%, seguita dalla fascia 55-64 anni (25%). I dati diffusi dalla Link Campus University a marzo 2013 denunciano, nel 2012, otto suicidi al mese. Il Nord con 39 suicidi, oltre il 40% dei suicidi censiti in Italia dall’inizio dell’anno; di questi 27 registrati nel solo Nord Est, 30% del totale. Seguono il Centro con il 25,8% degli episodi di suicidio, le Isole con il 15,7% e il Sud con il 14,6%. L’analisi del dettaglio per regione, inoltre, mette in evidenza il disperato primato del Veneto con 23 suicidi nel corso del 2012, vale a dire il 25,8% dei suicidi che l’Italia conta da gennaio a dicembre 2012. A seguire la Campania con 11 suicidi registrati, la Sicilia con 9 vittime e la Puglia con 7.

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