Turismo, è crisi nera per il settore alberghiero - QdS

Turismo, è crisi nera per il settore alberghiero

Michele Giuliano

Turismo, è crisi nera per il settore alberghiero

giovedì 28 Marzo 2013

Pessime le previsioni di Federalberghi per tutto l’anno 2013. Difficoltà annunciate sia per i grandi che i piccoli Hotel. Richiesta alla Regione l’apertura di un tavolo di trattativa con governo e amministratori locali

PALERMO – È crisi nera anche nel settore alberghiero. In difficoltà non sono solo i piccoli hotel, ma anche le grandi catene come la Valtur e gli alberghi di lusso, ad esempio quelli del gruppo Acquamarcia (Grand Hotel Villa Igiea, Hotel delle Palme e Excelsior a Palermo, Hotel San Domenico a Taormina, il Grand Hotel des Etrangers e Miramare a Siracusa e il Grande Hotel Excelsior a Catania). Le cause sono da ricercare prima di tutto nella brevità della stagione turistica, ormai ridotta ai soli mesi estivi.
I dati dell’Ente bilaterale regionale per Turismo parlano di un fatturato che nel 2012 è crollato del 29 per cento a fronte di un calo del 6 per cento delle presenze. E le previsioni di Federalberghi Sicilia per il 2013 non inducono all’ottimismo: “Fatturati in calo, alberghi in vendita, lavoratori in disoccupazione, musei chiusi, eventi culturali inesistenti – spiega Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia – denotano la totale mancanza di programmazione nel settore. Ad aggravare una condizione già insostenibile ecco l’aumento delle tasse. Per affrontare l’emergenza abbiamo chiesto una convocazione al neo assessore regionale al Turismo, Franco Battiato che, probabilmente, non è riuscito a coniugare gli impegni istituzionali che l’incarico in Regione richiede con le tappe dei concerti che lo impegneranno da dicembre a marzo”.
Un malessere quello delle catene alberghiere siciliane che già era stato esternato in modo eclatante nel dicembre scorso quando i 1.200 hotel siciliani spensero le luci per un’intera giornata in segno di “lutto”. Federalberghi e Confindustria hanno redatto una sorta di promemoria, già consegnato al governo regionale, in cui emerge che si è passati dal 30 al 24 per cento di flussi turistici negli ultimi 10 anni e rimangono vuoti circa il 70 per cento dei posti letto disponibili in un anno. I numeri di cassaintegrati, o di lavoratori sospesi, sono l’ulteriore riprova del disagio che stanno vivendo gli operatori turistici, che sta vivendo l’intero settore ricettivo, dei ristoranti, degli stabilimenti balneari, delle agenzie di viaggio e dell’intero comparto globalmente inteso. “Vogliamo una politica di defiscalizzazione per le imprese del turismo – dice Nicola Farruggio, vicepresidente Uras/Federalberghi Sicilia -. Non serve a nulla il finanziamento agevolato perché non esiste più un utile aziendale”.
 
Gli operatori del settore, sottolineano in una nota, che lavorare a Tunisi, in Croazia, in Francia, a Cefalù o a Taormina, non è la stessa cosa per l’impresa turistica. Mentre il cliente confronta servizi e prezzi come se fossero la stessa cosa. “Non è la stessa cosa – rilevano ancora – neanche per la qualità dei nostri territori, né per il costo del lavoro, né per le tasse che si pagano, né per i servizi che erogano o non erogano, per i parcheggi, per la tutela del paesaggio e tanto altro ancora”. Si rivendica una politica di tributi locali che aiuti gli imprenditori a sostenere la concorrenza estera. E’ stata richiesta alla Regione l’apertura di un tavolo di crisi con il governo e gli amministratori locali per tentare di salvare il settore.
 

 
Flussi turistici in calo. Dai vacanzieri preferite le località estere
 
Un calo del 25 per cento dei flussi turistici nazionali ha segnato la stagione 2012 in Sicilia, solo minimamente compensato da un aumento del 3 per cento dei visitatori stranieri. I dati provengono dagli studi di Federalberghi, secondo cui gli italiani hanno preferito alle località siciliane altre destinazioni turistiche limitrofe, come le Baleari, la Croazia e Malta, che hanno registrato incrementi con punte di +20 per cento nelle isole spagnole. Ad essere colpiti da queste crisi soprattutto i grandi hotel del gruppo Acquamarcia come villa Igiea, hotel delle Palme e Excelsior. E ancora l’azienda Pellegrini e il Clubmed di Cefalù, hotel Sole dove sono 32 i dipendenti in mobilità, l’hotel Centrale, hotel Ponte: “Il settore economico-commerciale della Sicilia sta attraversando un periodo di crisi senza precedenti. I più colpiti però sono i giovani e le donne che difficilmente riescono a trovare un occupazione. E’ necessario garantire tutti i livelli occupazionali e rilanciare l’economia siciliana” hanno detto le organizzazioni di categoria. “Forse le nuove restrizioni fiscali contribuiscono a scoraggiare la scelta della vacanza in Italia”, sostiene il responsabile del monitoraggio dati e vicepresidente di Federalberghi Palermo, Francesco Randone, e accusa i “sistemi normativi e burocratici che non agevolano l’erogazione dei servizi”.

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