Formazione, ancora incertezze. Partono i primi licenziamenti - QdS

Formazione, ancora incertezze. Partono i primi licenziamenti

Michele Giuliano

Formazione, ancora incertezze. Partono i primi licenziamenti

giovedì 04 Aprile 2013

Nel ragusano si registrano i primi effetti del’ennesimo cambio di marcia della Regione nel settore. La Cisl: “Sì alla riforma ma garantendo stabilità e sicurezza ai lavoratori”

PALERMO – Partono da Ragusa i primi licenziamenti della formazione professionale in Sicilia. La rivoluzione annunciata dal presidente della Regione Rosario Crocetta e dall’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, che hanno avuto l’effetto di “bloccare” alcuni trasferimenti economici verso gli enti regionali, ha portato immediatamente le sue conseguenze sul piano pratico.
L’Enaip di Ragusa e la società cooperativa Logos hanno comunicato con una lettera inviata ai sindacati, Cisl Scuola, Flc Cgil, Uil Scuola e all’autonomo Confsal oltre che all’ufficio provinciale del lavoro, l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per 52 e 16 dipendenti delle due strutture formative.
“I motivi che determinano la situazione di eccedenza del personale – si legge nelle lettere degli enti che fanno riferimento alla stessa gestione societaria – sono dovuti ad un ridimensionamento dell’attività lavorativa, causata dalla mancanza di notizie circa il finanziamento della seconda annualità relativa all’Avviso 20/2011 della Regione siciliana Dipartimento regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale”.
“I motivi tecnici, organizzativi e produttivi per i quali si ritiene di non potere adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione – scrive il presidente dell’Enaip di Ragusa, Giovanni Biundo – al fine di evitare la riduzione di personale sono riconducibili alla circostanza che l’attività di formazione finanziata per questo Ente ha rappresentato l’unica attività in essere per cui non ci sono le condizioni per poter impiegare i lavoratori interessati in altre attività”.
I licenziamenti collettivi saranno attuati entro il 30 giugno prossimo: “Al fine di fronteggiare le conseguenze sul piano sociale della riduzione di personale – si legge ancora nelle due missive – è stata prevista la messa in mobilità” dei lavoratori. Sia per l’Enaip che per la Logos l’avvio delle procedure formali è già stato avviato da qualche giorno attraverso il confronto con le parti sociali e dei sindacati presso uno studio professionale di Ragusa. La stessa procedura, con l’avvio dei licenziamenti collettivi previsti dall’articolo 4 della legge 223 del 1991, è stata avviata anche da un altro ente di formazione, l’Efal. I sindacati stanno alla finestra, alcuni come la Cisl invece si sono già espressi dando “fiducia” al cambiamento: “Nel passato, negli scorsi dieci anni, – ha sottolineato Giorgio Tessitore della segreteria regionale della Cisl – non si è fatto nulla. Nel 2002 c’erano solo 34 enti di formazione e da allora sono aumentati e si sono fatte innumerevoli assunzioni. Passammo da 34 enti a oltre 264 con l’ultimo Prof regolato dalla legge 24/76. C’è stata la responsabilità di tutti di non avere fatto nulla contro ed il processo è degenerato. Si stipulò un protocollo nel 2009 con l’allora dirigente del Dipartimento della Formazione, Patrizia Monterosso, e mai attuato, così come nel 2011 con l’assessore Centorrino ed anche questo fu disatteso. Sulla nuova riforma noi ci stiamo se si garantiscono i lavoratori e le loro retribuzioni”.
 

 
L’approfondimento. Continuano le iniziative di protesta nell’Isola
 
Docenti senza stipendio da mesi, programmazione insufficiente, garanzie per il futuro inesistenti. Il mondo della formazione in Sicilia sta attraversando probabilmente la fase più buia della sua storia e mentre il nuovo governo regionale prosegue nelle sue scelte rivoluzionarie, che si accavallano l’una sopra l’altra, c’è un deciso momento di sbandamento e incertezza in tutto il sistema, anche per quello sano che ha sempre lavorato e prodotto buoni risultati. In questi giorni nel messinese, a Sant’Agata di Militello per l’esattezza, docenti, personale non docente, gli studenti e le rispettive famiglie del centro professionale Engim Sacro Cuore, hanno sfilato in corteo per le vie cittadine per una protesta silenziosa, allo scopo di sensibilizzare le istituzioni regionali. Situazione difficile anche per gli studenti, soprattutto per quelli residenti nei vari centri dell’entroterra nebroideo, cui non viene riconosciuto nemmeno il rimborso delle spese di trasporto sostenute ogni giorno per recarsi a frequentare i propri corsi. Appare difficile una immediata risoluzione di tutti i problemi che si sono accavallati in questi ultimi mesi.

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