Yourp, l’applicazione che aumenta la realtà - QdS

Yourp, l’applicazione che aumenta la realtà

Antonio Leo

Yourp, l’applicazione che aumenta la realtà

venerdì 05 Aprile 2013

Il Ceo è il 22enne milanese Stefano Flavio Colovan, ma il codice di programmazione è made in Sicily. Sull’asse Milano-Palermo è nata una startup che permette di lasciare “messaggi geolocalizzati” nella rete

PALERMO – Vent’anni e un’idea in tasca. È forse questa la rappresentazione plastica della rivoluzione apportata all’imprenditoria dal fenomeno “startup”. Chiunque, giovane o vecchio che sia, può mettere in pratica un’intuizione mettendo insieme competenze lontane, distanti: vite ed esperienze che si rimescolano attraverso un tweet o un post su facebook. È un po’ l’esperienza che ha portato alla nascita di Yourp, una startup nata sull’asse Milano-Palermo attraverso l’intuizione di Stefano Flavio Colovan, un ragazzo di soli 22 anni che studia Economia alla Cattolica.
“L’idea di Yourp – racconta Stefano – mi è venuta in mente una sera in cui, camminando per Milano, immerso nei pensieri, mi sono reso conto di come tantissimi luoghi mi trasmettessero dei ricordi e di come fosse veramente noioso, tutte le volte, dover sprecare tempo per spiegare alle persone di quale luogo si stesse parlando”. Magari quello stesso pensiero potevano averlo fatto altri, dall’idea poteva derivare un bisogno, un passatempo da moltiplicare attraverso i social network. L’unico problema è che il giovane Colovan, nonostante si autodefinisca un “geek”(gergo suburbano e cibernetico per dire con mezza parola “amante della tecnologia”), non sapeva “programmare nemmeno una linea di codice”.
 
Da qui l’esigenza di rivolgersi a un esperto: non a un navigato 50enne professore di informatica con un paio di master in bacheca, ma a un altro ragazzo poco più che ventenne: Salvatore Cino, studente di ingegneria all’ Università di Palermo. Nonostante le sole 23 primavere sulla carta d’identità ha un’esperienza importante: con 12 applicazioni Android messe a punto, tra cui “QR BarCode Scanner”, un’app che oggi conta più di 22 milioni di utenti.
“Devo dire che in questi mesi dentro Yourp come responsabile di tutta la parte Android – spiega Salvatore – mi sono trovato a studiare, di notte, un sacco di cose che all’Università non avevo mai visto. Il team ha lavorato in maniera perfetta: mentre io costruivo e modificavo il codice, Francesco si occupava del lato server, Stefano studiava le funzioni e Dario le rendeva meravigliose”.
Gli altri due membri sono Francesco Pongetti, 26 anni, laureando al Politecnico di Milano, e Dario Berardi, 36 anni di Roma, grafico contattato tramite Linkedin (social del lavoro), a ulteriore riprova del contributo decisivo che il web ha avuto nella nascita della startup. Yourp ha ricevuto anche buoni riconoscimenti negli ultimi mesi, partecipando al Codemotion di Roma nel 2012 e all’evento “Startup sotto il Sole”, organizzato dal Sole 24 ore.
In che cosa consiste Yourp?
“Yourp è un’app Android che permette alle persone di lasciare dei messaggi geolocalizzati, come se fossero dei post-it. Questi messaggi, che noi chiamiamo prints, possono essere lasciati per tutti gli utenti oppure per un singolo destinatario, a piacimento dove si preferisce. Per leggere questi messaggi si deve, per forza, essere nel luogo in cui il print è stato lasciato. È anche possibile lasciare dei messaggi geolocalizzati in realtà aumentata: in questo caso funzionano come i prints, ma sono molto più social, possono essere solo pubblici e l’utente ha la possibilità di lasciare commenti e aggiungere ‘mi piace’ o ‘non mi piace’ al messaggio in questione. Possiamo immaginare il messaggio in AR come una sorta di bacheca geolocalizzata. Parlando comunque di una social app geolocalizzata sono presenti tutte le classiche funzioni quali: gestione profilo, gestione amici, condivisione col proprio account Facebook, visualizzazione della posizione degli amici sulla mappa e possibilità di inviare richieste di incontro”.
Che cosa intendete esattamente quando usate i concetti di “messaggi geolocalizzati” e di “realtà aumentata”?
“Dunque i messaggi geolocalizzati sono, appunto, dei messaggi che possono contenere solo testo o anche foto e vanno posizionati in un determinato luogo, a piacimento: l’esempio del post-it funziona bene proprio per quello. Se scrivo un post-it e lo attacco, per esempio, al palo della luce quel biglietto potrà essere letto solo da chi passa per il medesimo palo, da tutti gli altri questo non sarà possibile. Grazie alle tecnologie di oggi abbiamo permesso di attaccare quel post-it e di fare in modo che si possa leggere solo dalla persona che vogliamo. La realtà aumentata invece è una tecnologia completamente diversa: permette di vedere, attraverso la camera del proprio dispositivo, dei contenuti virtuali nel mondo reale. A nostro parere si tratta di una tecnologia che si sposa benissimo con il concetto base della nostra app, perché permette veramente di vedere quel ‘post-it’ in modo ‘reale’. Abbiamo però deciso di renderla completamente social e virale perché è ancora una tecnologia nuova e consuma molta batteria: speriamo in futuro di trovare delle soluzioni migliori”.
Perché secondo voi le persone potrebbero avere interesse, e soprattutto utilità, ad usare la vostra applicazione?
“Perché per quanto si tratti di un’idea assolutamente semplice non ci sono app che permettono un’interazione pensiero-ambiente in maniera così forte. Molte persone sono solite chiederci ‘Ma cosa c’è di diverso da Foursquare?’ e la risposta è semplicissima: il concetto stesso dell’app Foursquare non è altro che un plus al concetto di Facebook. Su Fb condivido quello che mi succede e genero discussioni su quello, su Foursquare condivido dove mi trovo e genero discussioni sul bar, ristorante e via discorrendo. In Yourp tutto questo non accade, è un concetto molto diverso e va interpretato nel giusto modo. L’utente tipico di Yourp è quello che lascia un print al parco, per la propria ragazza, per ricordarle che in quel punto si sono dati il primo bacio, oppure quello che scrive davanti ai cancelli dell’università per comunicare a tutti in che aula si svolgerà l’esame”.
L’applicazione è gratuita? E per quali sistemi operativi è disponibile?
“Sì, assolutamente gratuita. Al momento è disponibile solo per sistemi operativi Android. In futuro vorremmo lanciare l’app anche per iOS. In meno di una settimana abbiamo ottenuto circa 300 downloads”.

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