La Sicilia nel congelatore: dalla ferrovia alle autostrade tutte le opere al palo - QdS

La Sicilia nel congelatore: dalla ferrovia alle autostrade tutte le opere al palo

Rosario Battiato

La Sicilia nel congelatore: dalla ferrovia alle autostrade tutte le opere al palo

martedì 09 Aprile 2013

Ci sono i danni immediati e quelli in prospettiva. Dalla mancata depurazione potrebbero piovere multe Ue milionarie. Soltanto la ritardata attivazione dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi costa all’Isola 800 mln l’anno

PALERMO – C’è una Sicilia congelata nell’Italia del non fare. A voler fare una panoramica di quanto non è stato fatto nei diversi comparti strategici, in rapporto a quanto si stima di perdere in Italia tra il 2012 e il 2027 per i costi del non fare calcolati dall’Osservatorio Cnf, l’Isola resta una malata inguaribile.
Il costo maggiore a incidere nel bilancio del non fare tra 2012 e 2027 è quello delle ferrovie per 132 miliardi di euro. In Sicilia, a distanza di decenni rispetto al resto d’Italia, lo scorso 28 febbraio, è stato firmato il contratto istituzionale di sviluppo per la direttrice ferroviaria Messina-Catania-Palermo tra Regione siciliana, Rfi e gruppo Ferrovie dello Stato, che permetterà (ancora sulla carta) l’inserimento del centro etneo nel corridoio europeo Berlino-Palermo. Un passo in avanti che però ha provocato numerose proteste a Catania perché, stando al piano delle Ferrovie, si provocherà uno sventramento della città che prevede l’abbattimento di numerosi edifici storici e una copertura in plexiglass degli Archi della Marina. La risposta del gruppo Rfi è prevista entro maggio.
Sul fronte dell’efficienza energetica (65 miliardi calcolati in termini di ritardo) esiste ancora il noto caso del elettrodotto Sorgente-Rizziconi di Terna, la cui mancata realizzazione, prevista entro il 2015, costa ogni anno 800 milioni di euro ai siciliani. Il riepilogo dei blocchi siciliani passa dal settore idrico (44 miliardi di cui 12 sul fronte della depurazione) dove si attende che la Regione utilizzi il miliardo di euro stanziato dal Cipe tramite la delibera 60/2012 dello scorso aprile. In ballo ci sono fino a 700 mila euro al giorno di multe allo scattare della sentenza. Il 30 gennaio scorso è stato sottoscritto un accordo di programma quadro per la depurazione delle acque reflue tra i ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e la Regione siciliana ed entro giugno bisognerà procedere agli atti giuridicamente vincolanti, ovvero avviare le procedure di gara per consentire ai vari Comuni di procedere alle relative gare d’appalto.
Altri capitoli a rischio congelamento restano la logistica (73 miliardi di costi del non fare) che in Sicilia si configura con la conclusione del capitolo ponte sullo stretto, la cui mancata realizzazione costerà circa 1 miliardo, e rifiuti (10 miliardi causati dalla mancata costruzione dei termovalorizzatori) dove la permanente emergenza siciliana non pare configurare ancora le migliori soluzioni europee come la valorizzazione energetica.

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