Il ricordo del sociologo Danilo Dolci a Partinico minacciato dall’incuria e del degrado - QdS

Il ricordo del sociologo Danilo Dolci a Partinico minacciato dall’incuria e del degrado

Vincenza Grimaudo

Il ricordo del sociologo Danilo Dolci a Partinico minacciato dall’incuria e del degrado

mercoledì 10 Aprile 2013

Dalla strada a lui intitolata alla casa del quartiere Spine Sante: un breve, desolante, itinerario

PARTINICO (PA) – Città ingrata? Poco sensibile? O forse con la memoria corta? Certo è che il ricordo del grande sociologo Danilo Dolci (promotore di lotte non violente contro la mafia e il sottosviluppo e in favore dei diritti e del lavoro) non è tenuto vivo come ci si aspetterebbe facesse il territorio che lo ha ospitato dagli anni Cinquanta fino alla sua morte, avvenuta nel 1997).
Oggi a ricordare colui il quale venne soprannominato da alcuni il Gandhi italiano c’è solo una strada periferica e malridotta, una diga da anni ostaggio delle città e un’abitazione storica che sta cadendo in pezzi e nessuno vuole acquistare. Senza dimenticare poi il Borgo di Dio, oramai ridotto a un ridere fra tante, troppe, promesse mai mantenute. Questa la realtà di un presente in cui sembra vedere Partinico, città delle mille battaglie pacifiste del sociologo, voler gettare nell’oblio un ricordo tra l’altro anche abbastanza recente se si considera che Dolci è scomparso appena 15 anni fa.
Partiamo dalla via che porta il nome di Dolci, proprio recentemente intitolata dal Comune, ma la cui condizione è davvero ai limiti della vivibilità: “L’iniziativa di intitolare una strada a Danilo Dolci – ha affermato il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Renzo Di Trapani – è sicuramente lodevole, ma totalmente sbagliata è stata la scelta della strada. È stata scelta un’arteria di secondaria importanza, fuori da ogni itinerario veicolare degno di nota, dove non passa nessuno tranne i pochi residenti. Una strada che si raggiunge dopo un tortuoso percorso e che si trova in totale stato di abbandono e degrado. Aspettarsi dall’amministrazione Lo Biundo una pulizia della strada dalle erbacce e dagli alberi che crescono anche sull’asfalto, almeno nella ricorrenza dell’anniversario di Dolci, è pura utopia”.
C’è poi la storica casa del quartiere Spine Sante, che sta letteralmente cadendo a pezzi. I proprietari sono disposti a vendere l’abitazione al Comune – magari per farne un centro in grado di attrarre visitatori e incrementare l’appeal turistico della zona – ma fino a ora l’amministrazione ha risposto picche. E così ci si affida ogni anno, nel giorno della scomparsa di Dolci, all’iniziativa di Rifondazione comunista che celebra il ricordo di questa umile abitazione valorizzandola come luogo dei tanti scioperi della fame del sociologo, che hanno fatto rumore in tutto il mondo.
C’è poi un altro spinoso problema legato alla diga Jato, opera faraonica costruita proprio dietro le pressioni di Danilo Dolci fatte negli anni Sessanta sugli enti preposti. Un bacino realizzato esclusivamente per l’agricoltura (soprattutto per far fronte a lunghi periodi di siccità) ma le cui finalità con il passare degli anni sono state stravolte, tanto che la maggior parte dell’acqua serve in realtà le città per uso idropotabile. Adesso si devono fare i conti con un lungo periodo di assenza di piogge: secondo l’ultimo resoconto dell’Amap, che gestisce l’invaso, oggi si contano appena 21 milioni di metri cubi di acqua, il 35 per cento in pratica della capacità della struttura, che si attesta attorno ai 60 milioni. A Partinico la preoccupazione sale anche perché ci sono stati precedenti simili e puntualmente a essere stata penalizzata è stata l’agricoltura: addirittura nell’ultimo decennio per ben due volte è successo di saltare del tutto l’erogazione idrica per le campagne con pesanti conseguenze sulla produzione e sul raccolto. Per questo tre consiglieri comunali – Pino Bonnì, Vito Italiano e Salvatore Rizzo Puleo – hanno scritto alla Regione chiedendo un immediato intervento per monitorare la situazione. Secondo le informazioni in loro possesso, le scorte idriche sarebbe ben al di sotto della soglia ufficiale comunicata dall’Amap, pari a 15 milioni di metri cubi.
“La grande opera dell’invaso Poma sul fiume Jato – ha aggiunto rincarando la dose Renzo Di Trapani – non è assolutamente presente nell’agenda politica dell’attuale amministrazione comunale guidata da sindaco Salvo Lo Biundo. Prova ne è che non si ha nessuna notizia sull’attuale livello di liquido nell’invaso e nessuna azione di controllo viene praticata sui prelievi di acqua da parte della città di Palermo”.
Per non parlare nella vicina Trappeto, dove il degrado del famoso Borgo di Dio, fondato da Dolci come luogo di confronto fra gli uomini di cultura, stona di fronte alle numerose promesse di recupero fatte nel corso degli anni.

Così il primo cittadino è partito al contrattacco

PARTINICO (PA) – L’amministrazione comunale garantisce che già sono in atto delle contromisure per garantire il giusto decoro alla strada intitolata a Dolci: “Sarà curata con la giusta attenzione – ha detto il sindaco Salvo Lo Biundo – ma mi chiedo come mai nessuno sia stato così sensibile da intitolare, negli anni passati, una strada al sociologo. Neanche la sinistra lo ha fatto”.
Sulla scelta di intitolare al sociologo solo una strada alla periferia della città, il primo cittadino ha poi contrattaccato: “Non mi piace quando si fa solo demagogia, anche strumentalizzando le figure eminenti come quella di Dolci. Si sa che non è assolutamente facile potere rimettere mano alla toponomastica, magari cambiando il nome di qualche strada del centro cittadino già intitolata. Credo che non bisognerebbe strumentalizzare anche questioni simili. Certe forze politiche dovrebbero prendere coscienza di ciò”.
Riguardo infine alla valorizzazione dell’abitazione delle Spine Sante, invece, il primo cittadino allarga le braccia: “Ci sono stati contatti con i proprietari ma la cifra che chiedono non è alla portata di questo Comune e delle sue capacità economico-finanziarie”.
Altro capitolo è quello riguardante il prosciugamento della diga Jato, ma in questo caso la patata bollente è tra le mani della Regione: “Il problema del prosciugamento esiste – ha ammesso l’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta – e vogliamo sgombrare il campo da ogni dubbio sui prelievi. Per questo stiamo programmando l’installazione di appositi contatori per rendere trasparente l’effettivo prelievo dalla città di Palermo”.

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