Startup: al Nord è boom, il Sud arranca - QdS

Startup: al Nord è boom, il Sud arranca

Antonio Leo

Startup: al Nord è boom, il Sud arranca

venerdì 12 Aprile 2013

Oltre la metà delle aziende innovative registrate si concentra in cinque regioni: l’Isola si piazza agli ultimi posti. Male la Sicilia: tra marzo e aprile solo un’impresa iscritta nella Sezione speciale del Registro delle imprese

CATANIA – Se le startup aumentano al Nord, al Sud non si può dire lo stesso. È questa la fotografia che viene fuori dall’analisi congiunta di due rapporti diffusi da Infocamere: uno dell’11 marzo e l’altro dello scorso 8 aprile. Prima di addentrarci nell’analisi dei dati, è opportuno fare una prcisazione:  le aziende iscritte nel portale “registroimprese.it” non rappresentano l’universo-mondo delle startup. Soltanto considerando la Sicilia, non c’è traccia delle circa 30 imprese innovative da noi intervistate da giugno del 2012 ad oggi. E però i numeri che vengono fuori da questi due successivi documenti danno comunque un quadro abbastanza attendibile dello “spread” (come qualcuno l’ha definito) tra il ritmo di crescita delle startup nel cuore produttivo del Paese e il passo del Mezzogiorno.
Complessivamente le startup iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese, gestito dalle Camere di Commercio, in un solo mese sono cresciute parecchio: a marzo erano 307, oggi sono 544. È importante sottolineare il cambio di passo rispetto ai primi tre mesi dell’anno: il registro, infatti, esiste dal primo gennaio. Questo significa che tra marzo e aprile il tasso di crescita delle startup è schizzato alle stelle, registrando un risultato pari a quello del primo trimestre del 2013.
Una geografia impietosa.
Oltre la metà delle imprese innovative italiane (ben 333) sono concentrate soltanto in cinque regioni, tutte del Nord: Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna. La Lombardia nell’ultimo mese ha staccato il Piemonte, che a marzo deteneva il record di registrazioni: nel territorio Lumbard le imprese sono passate in meno di 30 giorni da 47 a 89, in Piemonte da 50 a 75. Seguono a ruota il Veneto (64), l’Emilia-Romagna (59) e la Toscana (46).
I dati più bassi, manco a dirlo, sono al Sud. La Sicilia, nello stesso arco di tempo considerato, ha realizzato un incremento di una sola unità. In totale al di qua dello Stretto sono state registrate nella Sezione speciale tenuta presso gli Enti camerali 11 imprese, il 2% del totale nazionale (con un segno meno rispetto a marzo dell’1,3%). Ma c’è chi sta peggio: la Calabria, per esempio, che quattro ne aveva e quattro ne ha. Fuori dal coro la Puglia, che in un solo mese è passata da 2 a 19 startup.
Ma il vento sta cambiando.
Che qualcosa sta cambiando, almeno in Sicilia, lo si evince da una serie di fattori. Cresce l’entusiasmo dei giovani, degli imprenditori, degli studiosi e anche della stampa nei confronti delle startup siciliane. Non passa settimana senza che non ci sia un appuntamento dedicato al tema. Soprattutto a Catania, città che sta diventando un vero e proprio “polo” d’attrazione per tutta la Sicilia. Dopo la trasformazione del Centro culturale Zo come luogo di aggregazione per innovatori sociali, ad opera delle menti creative del network “The Hub”, qualcosa di grosso sta approdando alle falde dell’Etna.
 
Anticipiamo ai nostri lettori una notizia che presto avrà grande risonanza: proprio ieri si è svolto il primo sopralluogo tecnico dei responsabili di Telecom in vista dell’apertura dell’acceleratore d’impresa Working Capital. Abbiamo chiesto a Mario Scuderi, responsabile della struttura, un parere in merito ai dati diffusi da Infocamere. “I dati non sono significativi – ha dichiarato Scuderi – perché ci confrontiamo con il Nord Italia, dove l’ecosistema è più evoluto rispetto alla Sicilia. Questi dati ci indicano quanto sia importante creare un ecosistema nell’Isola: l’unico modo per competere nel campo delle startup innovative”.

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