La quarta provincia per azioni di contrasto - QdS

La quarta provincia per azioni di contrasto

Desiree Miranda

La quarta provincia per azioni di contrasto

mercoledì 17 Aprile 2013

Forum con Mauro Perdichizzi, Comandante provinciale Carabinieri di Siracusa

Qual è il peso e la struttura della mafia nel territorio?
“Da ciò che si evince da anni di controllo del territorio e dall’attività giudiziaria, possiamo dire che a Siracusa Cosa nostra è presente, nonostante per tanto tempo sia stata considerata una Provincia più ‘virtuosa’. Qui Cosa nostra presenta caratteristiche un po’ diverse, ma è comunque presente e, per questo, costituisce una priorità nella nostra attività investigativa. Sotto il profilo del contrasto puntiamo molto sul continuo controllo del territorio che ci consente di monitorare i legami tra affiliati, segnare i collegamenti, controllare i cantieri, e molto altro”.
In quali zone del territorio ci sono più evidenti casi di criminalità?
“Semplificando, possiamo dividere il territorio in tre aree: Nord, Centro e Sud, che riflettono i principali insediamenti intesi come criminalità organizzata. L’area Nord, quindi Carlentini, Lentini, Francofonte, è vivace sotto il profilo della presenza criminale e risente pesantemente dell’influsso e della vicinanza della provincia di Catania, anche in termini di alleanze. La zona centrale, Floridia, Solarino e tutta la zona intorno al capoluogo di provincia, in virtù dell’azione di contrasto che ha portato i principali soggetti del clan Bottaro-Attanasio in carcere, in questo momento vive una fase di minore visibilità e probabilmente di riorganizzazione per cui c’è spazio per le nuove leve. E poi c’è una zona Sud che va, più o meno, da Noto fino alla zona di Portopalo di Capo Passero dove sono presenti una serie di strutture mafiose perseguite nel tempo, che però in termini di numero di affiliati e in termini di affiliati liberi e di spicco hanno un minore rilievo. Anche qui però sono stati rilevati dei collegamenti con il clan Cappello segnatamente per l’attività di controllo della produzione ortofrutticola e del pescato”.
Sotto il profilo della micro criminalità qual è la situazione a Siracusa?
“È un termine che tendiamo a non usare più anche se è di uso comune consolidato perché ci siamo resi conto che è un po’ come sottovalutare il problema. Ci sono anche dei giovani che, in virtù di una militanza nella criminalità comune, vengono attratti o richiamati come manovalanza nell’ambito della criminalità organizzata e già questo rende molto interessante l’ambito della criminalità comune. E poi quelli definiti comuni sono reati che creano allarme sociale.
In questa provincia il 53-55% del Pil è sostenuto dal settore petrolchimico. È evidente che la predominanza di un settore economico commerciale ha una serie di ricadute sul modo di vivere della provincia e sulla criminalità. Sono strutture talmente grandi che non si prestano ad esempio alla pratica estorsiva. Gran parte del Pil della provincia quindi, diciamo che è indenne da questi fenomeni. Aggiungiamo poi che non ci sono grandi opere anche a causa del patto di stabilità e della crisi economica”.
Qual è la situazione sul fronte droga?
“In provincia arriva di tutto. Cocaina, hashish e marijuana soprattutto. L’Arma dei Carabinieri lavora molto per individuare le serre, sia durante l’estate, spesso realizzate in terreni abbandonati, che durante l’inverno, periodo in cui però la coltivazione avviene per lo più in aree chiuse e, pertanto, un po’ più difficili da individuare. In questo settore la maggior parte dell’attività è legata a Cosa nostra. Anche quando non c’è una gestione diretta, infatti, alle organizzazioni che si occupano dello spaccio al minuto viene imposto da chi prenderla, quindi in un modo o nell’altro entrano nell’ambito dell’organizzazione”.
 
Qual è la situazione sul fronte del lavoro irregolare?
“Ha un carattere stagionale soprattutto nel settore agricolo. Negli anni passati si era creata un tenso-struttura per dare rifugio a circa 200 lavoratori stagionali per sottrarli al caporalato e ha dato dei buoni risultati. La consapevolezza delle aziende dovrebbe essere maggiore, comunque i controlli sono continui e completi”. 
E in ambito di estorsione e usura?
“Le statistiche non aiutano perché c’è un numero oscuro, ovvero la differenza tra i reati denunciati e quelli perpetrati. Secondo i dati di Carabinieri, Polizia e Finanza, l’anno scorso ci sono state circa 33 denunce per estorsione. Sarebbe bello pensare che non ci sia il problema, ma sappiamo che non è così”.
Come si può spiegare?
“Credo ci sia un problema di mentalità, perché oggi denunciare è più facile. C’è una rete in continua crescita tanto che il 100% delle denunce porta alla cattura dei responsabili. Magari la scelta estorsiva è quella di piccole cifre o si effettua tramite piccoli gesti come la spesa gratis, in modo da non rischiare troppo la denuncia”. 
Quali in generale i risultati ottenuti nel 2012?
“Siamo la quarta provincia della Sicilia in termini di azione di contrasto. Abbiamo superato i 700 arresti, dato che sembra addirittura in aumento quest’anno. Molti anche i provvedimenti cautelari per indagini diverse. Contrastati anche numerosi furti che creano allarme sociale, come quelli di rame, di mezzi e materiali agricoli e fitofarmaci”.
 

 
Curriculum Mauro Perdichizzi
 
Mauro Perdichizzi è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) nel 1960, coniugato con due figli.
Ha studiato presso l’Accademia militare di Modena e conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma. Tra i numerosi incarichi in seno all’Arma dei Carabinieri è stato comandante del Nucleo Operativo Provinciale di Napoli 1996-1998, Comandante provinciale dei Carabinieri di Ragusa dal 4 Ottobre 2004 al 20 settembre 2007. Dal 26 settembre 2011 è Comandante provinciale dei Carabinieri di Siracusa.

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