Formazione: ritirato l’accreditamento a 30 enti - QdS

Formazione: ritirato l’accreditamento a 30 enti

Michele Giuliano

Formazione: ritirato l’accreditamento a 30 enti

giovedì 18 Aprile 2013

Continua ad essere “esplosiva” la situazione nel settore. L’assessore Scilabra prova a mettere ordine. I gestori dei corsi potranno presentare delle controdeduzioni: rischio licenziamenti

PALERMO – Una trentina di enti già stangati, ma il numero è destinato a salire vertiginosamente. La scure degli ispettori del Dipartimento regionale della Formazione professionale non perdona nessuno: sotto di essa soccombono enti di grande e piccola entità, alcuni molto conosciuti e rinomati perché “storici”, altri meno. Ma nella sostanza poco cambia: gli enti “fuorilegge” sono stati tagliati fuori.
A loro è stato ritirato l’accreditamento che significa la possibilità di non potere più usufruire dei finanziamenti della Regione attraverso la realizzazione di appositi corsi di formazione. Il che, tradotto, vuol dire inevitabile chiusura. In realtà in questo momento la Regione ha solo annunciato a questi enti il ritiro dell’accreditamento, dando un tempo limitato per potere presentare delle controdeduzioni.
 
Certo è che le infrazioni rilevate sono di quelle davvero molto pesanti in moltissimi casi, per cui appare difficile ad oggi che la Regione possa tornare sui suoi passi. Ci sono alcuni enti che hanno valanghe di mensilità non corrisposte ai propri dipendenti: vi sono casi di stipendi non liquidati addirittura dal 2010, proseguendo per parte del 2011 e del 2012. Come sia possibile pagare a macchia di leopardo? Possibilissimo dal momento che sino ad oggi gli enti hanno sempre incassato l’80 per cento del finanziamento, e la restante parte invece a rendicontazione completa. Succede però che molti enti non abbiano completato le rendicontazioni e così l’ultima tranche di fondi non l’hanno mai incassata, lasciando di conseguenza a bocca asciutta i lavoratori.
Ci sono enti che addirittura hanno accumulato sino a 300 diffide accertative. Ci sono casi in cui vi sarebbero stati enti che non hanno garantito parte delle ferie, non pagandole nemmeno. In questo modo sono scattate delle verifiche dell’autorità giudiziaria per violazione del contratto collettivo nazionale di lavoro. Ma non mancano nemmeno i casi di enti che si sono visti pignorare delle somme per delle cause intentate da alcuni dipendenti, con tanto di disposizione del giudice del lavoro.
Il mancato accantonamento delle somme per il Tfr dei lavoratori poi è quasi una consuetudine e vi è anche il caso di un ente finito sotto la lente della Guardia di Finanza, motivo per cui agli ispettori non è stato possibile verificare la documentazione perché posta sotto sequestro.
Nelle ultime ore le notizie si stanno accavallando l’una all’altra e si paventa lo stop dell’Avviso 20: “Se così dovesse essere – afferma il deputato regionale Salvino Caputo – si rischia di creare altre vittime: 620 lavoratori della Cefop con il posto di lavoro in bilico per il rischio fallimento dell’Ente di Formazione. Chi garantirà questi lavoratori? Le scelte irresponsabili della Giunta Crocetta continuano a determinare soltanto macelleria sociale. Questa è la rivoluzione?”.
Nessuna provincia è stata salvata dalle ispezioni. Il monitoraggio ha riguardato l’attività formativa erogata dagli Enti che, al 2011, risultavano utilmente inseriti nel Piano regionale dell’offerta formativa (il vecchio Prof oggi Avviso 20).
 


L’approfondimento. I sindacati: ci sono oltre 3.000 posti a rischio
 
“Il Governo regionale non può guardare con indifferenza ai procedimenti di licenziamento avviati dagli enti. Vi chiedo di fermare queste procedure”. Lo ha detto l’assessore Nelli Scilabra alle associazioni degli enti di formazione. Intanto, però, i sindacati rinnovano le perplessità sulle politiche del governo regionale e parlano di oltre tremila posti a rischio. “Conoscete i nostri obiettivi politici, abbiamo tracciato una strada chiara e netta: stop all’Avviso 20 e riforma del settore. Vi chiedo di condividere tutto il percorso – ha aggiunto Scilabra – per consegnare alla Sicilia una nuova formazione professionale. La crisi del settore non può essere di certo addebitata all’azione di questo governo, ma a chi negli anni passati ha avviato una finta riforma che oggi manifesta palesemente il triste collasso. Dobbiamo salvare i lavoratori e ridare dignità alle loro attività, dobbiamo comprendere che è finita un’era ed è iniziato un nuovo percorso, su questo nessun passo indietro. Che sia chiaro: i lavoratori non possono pagare gli errori di un sistema che ha prodotto clientele e affari. Vi chiedo di dare il vostro contributo ho bisogno del supporto della parte sana del sistema”.

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