Rifiuti siciliani, il conferimento in discarica può proseguire - QdS

Rifiuti siciliani, il conferimento in discarica può proseguire

Marina Pupella

Rifiuti siciliani, il conferimento in discarica può proseguire

giovedì 25 Aprile 2013

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza per Palermo, Bellolampo non chiuderà. Crocetta apre a impianti di compostaggio, riuso e pirolisi. “Spingeremo la differenziata”

PALERMO – “Su proposta della Regione il Consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza rifiuti a Palermo. Devo riconoscere il giusto merito al governo nazionale, che ha subito accolto le nostre richieste”. Si dice soddisfatto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta per il risultato ottenuto: l’attesa dichiarazione, auspicata in realtà già da giorni, di un nuovo stato di emergenza rifiuti per la Sicilia e in particolare per il capoluogo. E ieri ha convocato i giornalisti per illustrare, proprio mentre il Cdm era ancora in corso, i passaggi non ancora del tutto definiti del decreto governativo.
 
“Con questo provvedimento – aggiunge – si potrà continuare a conferire rifiuti nella discarica di Bellolampo. Il governo nazionale ha riconosciuto lo stato delle strutture per il conferimento dei rifiuti. Così potremo accelerare l’iter per la realizzazione delle discariche pubbliche. Tutto ciò ci consentirà di evitare emergenze come quelle napoletane. La direttiva sui rifiuti consentirà ai Comuni di gestire direttamente la questione.
 
Ad esempio, Palermo potrà occuparsi direttamente della vicenda Amia”.
Il decreto sulle emergenze approvato ieri dal Consiglio dei ministri proroga le disposizioni dell’ordinanza di Protezione civile del luglio 2010 sui rifiuti nell’Isola, limitatamente agli interventi relativi a Palermo. In particolare – si legge nella nota di Palazzo Chigi – dovranno essere completati i lavori di potenziamento della discarica di Bellolampo, ma soprattutto dovranno essere realizzati gli impianti di trattamento e separazione dei rifiuti. La discarica dovrà essere messa in sicurezza. Il presidente della Regione dovrà nominare un commissario. Il provvedimento varato dal governo non è però in continuità con la precedente dichiarazione di emergenza che, di fatto, è terminata lo scorso 31 dicembre.
Il nuovo decreto stabilisce che non ci saranno maggiori oneri per le finanze dello Stato, e di fatti la Sicilia dovrà assumersi tutti gli oneri finanziari. “Saremo noi a coprire le spese”, ha sottolineato il governatore Crocetta, anche se sia il diretto interessato che l’assessore ai Servizi di pubblica utilità non abbiano saputo dare indicazioni sulla quantificazione della spesa. Ma di una cosa Crocetta è certo. “Con questo provvedimento non saranno costruiti inceneritori ed il passaggio contenuto nel decreto circa l’impiantistica da realizzare, non fa riferimento ai termovalorizzatori, ma piuttosto ad impianti di compostaggio, riuso e pirolisi. è arrivato il momento di valorizzare i nostri rifiuti e trarne un vantaggio. Non solo. Bisognerà spingere al massimo la raccolta differenziata e superare quel fastidioso 7%”.
Il presidente ha quindi chiarito che, contestualmente alla dichiarazione dell’emergenza, il governo regionale si metterà subito a lavoro per fare un nuovo Piano rifiuti che metta al centro le politiche di tutela ambientale e che prevedano pure la realizzazione di centri di trattamento del percolato prossime agli impianti di smaltimento rifiuti.
Si è partiti con Palermo per l’imminente esaurimento della quinta vasca – ha chiarito l’assessore Marino – nelle diverse riunioni fatte dal dipartimento, dal mio gruppo in particolare e dai tecnici del Comune, si erano valutate diverse ipotesi nel caso in cui non ci vi fosse stata la dichiarazione dell’emergenza. Il problema dell’ultimazione del primo lotto della sesta vasca andava certamente completato, perché non era previsto in origine un’impiantistica e quindi non era stata imbandita alcuna gara. Era quindi necessario riprendere un percorso per l’intero ciclo dei rifiuti, che comprendesse anche l’impiantistica”.
 

 
Il dg Lupo: “A Olbia neanche una goccia di percolato siciliano”
 
PALERMO – “Sul percolato è sorta una leggenda metropolitana, di cui tutti i giornali hanno parlato senza cognizione di causa. Non c’è nessuna nave piena di liquido pericoloso ormeggiata davanti ad Olbia. In quella nave non c’è un sola goccia di percolato”. A dichiararlo è Marco Lupo, dirigente del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti, presente alla conferenza stampa convocata ieri dal presidente della Regione a Palazzo d’Orleans. “Noi abbiamo trasferito in impianti autorizzati oltre 30 mila tonnellate di rifiuti, ci siamo sostituiti agli enti preposti a farlo: Comune ed Amia”.
Poi entra nel merito. “Tra le varie soluzioni, un soggetto ci ha fatto un ottimo prezzo dicendoci che avrebbe portato il percolato in un impianto di Olbia. Dopo ha inviato una nave al porto di Palermo, che non è mai stata riempita. L’impianto di destinazione sardo che ha un’Aia rilasciata dal ministero per 140 mila tonnellate, ha dato la sua disponibilità; il Comune invece si è opposto con un’ordinanza che il Tar ha annullato, sostenendo che il percolato un rifiuto speciale e in Italia vige il principio della libera circolazione delle merci. Quindi, mentre per i rifiuti urbani ci vuole un accordo interregionale, per quelli speciali vige il principio della libera circolazione. Il Comune non avrebbe dovuto negare l’accesso”.

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