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Catania – La degradata zona industriale è un repellente per le imprese

Melania Tanteri

Catania – La degradata zona industriale è un repellente per le imprese

mercoledì 01 Maggio 2013

Bonaccorsi: “Speravamo nell’Irsap, dopo oltre un anno siamo ancora fermi al nastro di partenza”. Rifiuti, illuminazione, strade: l’allarme di Confindustria sulle eterne carenze

CATANIA – Una zona lasciata nel completo abbandono nonostante debba essere proprio questa il biglietto da visita per le aziende interessate a investire in città. La zona industriale di Catania, una vasta area in cui qualche decennio fa si è formata la Catania delle imprese, la cosiddetta Milano del Sud, oggi appare in uno stato inqualificabile: priva di servizi, illuminazione e strade adeguate e costellata di discariche, sembra più respingere che attirare gli investitori.
Almeno questo secondo Confindustria Catania, il cui presidente Domenico Bonaccorsi, ha lanciato un vero e proprio allarme per lo stato in cui versa la zona industriale. “Abbiamo più volte denunciato – ha affermato Bonaccorsi – l’intollerabile situazione di degrado in cui à tenuta questa vasta porzione di territorio. Lo sviluppo di un territorio non può prescindere da un elemento fondamentale: la cognizione di ciò che cittadini e imprese possono attendersi in termini di sostegno alla crescita da parte delle pubbliche amministrazioni – ha proseguito: senza questo fattore fondamentale non si può programmare, senza programmare non si può fare impresa, senza imprese un territorio muore”.
Un allarme che arriva dopo una serie di denunce e richieste da parte degli industriali che, però, sono rimaste lettera morta, investite anche dalla modifica dello status delle zone industriali, una volta Asi – Aree di sviluppo industriale – e oggi gestite dall’Irsap.
“Avevamo salutato con grande aspettativa – ha continuato il presidente di Confindustria Catania – la legge regionale che, sciogliendo le Asi, dava anche vita ad un soggetto unico, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Irsap), dotato di una rapida capacità di azione. Purtroppo, ad oltre un anno dal varo della legge – ha concluso – siamo ancora fermi al nastro di partenza”.
A condividere l’allarme di Confindustria è Pietro Nicastro, segretario provinciale della Fim Cisl che ha diramato una nota, facendosi portavoce di tutto il sindacato, nella quale illustra la pesante situazione in cui versa l’ex area di competenza dell’Asi, con grandi disagi per la cittadinanza. Sono tantissimi, infatti, i lavoratori che, in questi anni, hanno riportato danni a causa delle buche nascoste dalla grande quantità di acqua presente nelle strade, secondo la Cisl, con grande difficoltà a capire chi abbia la responsabilità nel caso di risarcimenti del danno, perché a oggi non si ha chiarezza su a quale ente spettano tali competenze.
“Diverse volte abbiamo denunciato l’inadeguatezza di tutta l’area di Pantano D’Arci – ha spiegato Nicastro: abbiamo segnalato la carenza di illuminazione e di manutenzione del manto stradale; abbiamo evidenziato tutte le altre esigenze per garantire l’incolumità a cose e persone, dalla necessità di avere un’area di Pronto Soccorso alla presenza costante delle forze dell’ordine”.
La Cisl chiede interventi immediati, suggerendo anche alcune possibili strade da percorrere per iniziare la difficile opera di riqualificazione della città industriale di Catania.
“In questo senso – conclude Nicastro – vogliamo lanciare un’iniziativa di mobilitazione per sollecitare i necessari interventi di cui tutta l’area ha bisogno, per essere resa praticabile dai lavoratori che ancora oggi hanno la fortuna di recarcisi per raggiungere la propria azienda e attrattiva per le aziende affinché possano venire a investire nel territorio etneo”.

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