A Palermo un laboratorio che sforna App - QdS

A Palermo un laboratorio che sforna App

Antonio Leo

A Palermo un laboratorio che sforna App

venerdì 03 Maggio 2013

Il prodotto di punta è Lillipuz: un diario “geolocalizzato” attraverso il quale conoscere gli utenti più vicini. Behind the apps Srl è una startup specializzata nella creazione di applicazioni web e mobile

PALERMO – Senza dubbio il mercato delle applicazioni per dispositivi mobile ha dato una grande spinta ai giovani per fare impresa. Gran parte delle startup da noi intervistate fino ad oggi producono App, e per una serie di ragioni: non servono grandi capitali, se si tratta di progetti scalabili possono attrarre facilmente gli investitori e permettono di guadagnare molto velocemente.
 
Non possono però mancare almeno due caratteristiche: il know how, la competenza, e la professionalità. Di certo questi due requisiti non mancano all’azienda palermitana Behind the Apps. Cosa fa lo si intuisce facilmente dal nome per chi sa un pizzico di inglese: fabbrica applicazioni a profusione, cercando di unire creatività e utilità per l’utente finale. L’amministratore delegato è Claudio Cannia, che dal 2011 guida il timone della società, con un piede in Italia e uno negli States, coadiuvato da un team di sei persone con competenze eterogenee e complementari. Qualcuno disse che “non c’è vento a favore, per chi viaggia senza direzione”. Loro però un obiettivo ce l’hanno, e chiarissimo: creare applicazioni web e mobile di successo.
Perché Behind the apps?
“Già qualche anno prima del 2011 avevamo realizzato che in Sicilia c’è molta voglia di fare impresa tra i giovani, ma spesso mancava il coraggio e le condizioni economiche iniziali per affrontare un percorso imprenditoriale tra noi ragazzi. Per questo a Maggio del 2011 abbiamo deciso di riunirci e unire le forze per fondare Behind the apps Srl”.
La vostra applicazione di maggior successo è Lillupuz. Di che cosa si tratta?
“Si tratta di un progetto interno: è un’applicazione mobile scaricabile gratuitamente sull’Appstore che ha riscosso un buon successo di pubblico. Concretamente, Lillipuz è un mobile personal network grazie al quale è possibile creare contenuti originali e personali, profondamente legati al tempo e ai luoghi. Tramite il dispositivo è possibile elaborare, condividere e conservare idee, ricordi ed emozioni, sotto forma di disegni, foto, video, audio e testi. Questi vengono associati a un determinato luogo e a un particolare umore dell’utente, grazie alla geolocalizzazione automatica degli elementi e alla possibilità di scegliere fra diversi mood disponibili. In questo modo l’utente potrà costruire nel tempo una propria geografia emotiva, esplorabile direttamente sulla mappa, dalla quale emerge l’importanza della relazione con i luoghi e con gli altri”.
Sembra una sorta di diario interattivo, condiviso con l’universo-mondo della rete. Quali sono i punti di forza?
“Sono tre le caratteristiche principali che distinguono Lillipuz dai competitors. Anzitutto la mappa: tramite essa, in uno con lo strumento chiamato ‘time machine’, è possibile esplorare lo spazio alla ricerca di contenuti vicini o semplicemente interessanti e vedere l’evoluzione di un luogo grazie alla varietà dei contenuti che nel tempo sono stati caricati in un singolo posto. In secondo luogo, l’applicazione offre all’utente un vero e proprio diario personale: può sfogliare le pagine, effettuare ricerche ed in generale organizzare e conservare facilmente i propri contenuti e quelli degli amici che ritiene più importanti. Infine, al contrario dei banali album fotografici proposti dagli altri servizi, Lillipuz introduce un concetto nuovo per raccontare una storia: un contenitore in cui inserire, anche insieme agli amici, ogni tipo di mood e media e che racconti un evento della propria vita”.
Avete partecipato a delle competizioni per startup?
“Con Lillipuz abbiamo preso parte a vari concorsi sia in Italia che all’estero, arrivando in finale a Torino per Working Capital nel novembre 2011 e vincendo a Gennaio 2013 l’Ultra light startup a Boston. Attualmente lo sviluppo di Lillipuz continua, insieme alla costante ricerca di fondi di investimento”.
Avete realizzato altre app, a parte Lillipuz?
“Si. Abbiamo rilasciato l’app Timegram per Ios (il sistema operativo dei dispositivi Apple, nda), che permette di sfogliare e scoprire in maniera del tutto nuova le milioni di foto pubblicate dagli utenti di Instagram (un social network che permette di condividere le fotografie scattate con il cellulare, applicando i vari filtri a disposizione). Attraverso una comoda mappa è possibile guardare le foto caricate dalle persone attorno a te, potendo scoprire un sacco di cose interessanti sui propri vicini o conoscere gente nuova. Inoltre, permette di esplorare i luoghi in prossimità alla propria posizione, scorrendo tra le foto localizzate in una particolare zona. Ancora, abbiamo instaurato partnership con varie società, realizzando varie web-application e app mobile. Attualmente siamo impegnati in nuovi progetti interni come per esempio un ‘rhythm game’ per Ios e la tecnologia della stampa 3d”.
A Catania le startup diventano una realtà sempre più numerosa. A Palermo c’è lo stesso fermento? 
“Il networking tra imprese esiste anche a Palermo. Mentre Catania si sta affermando grazie a grandi eventi come l’Openbar Camp di Working Capital, nel Capoluogo pian piano iniziano a vedersi esempi concreti di network auto-costituitosi all’interno del territorio come ‘Startappa’, ‘Sementor’, e il ‘Living lab camp’. Questa spinta dal basso verso l’alto può dare buone aspettative e speranze per i giovani. Dalle istituzioni ci aspettiamo lo stesso segnale forte che sta fornendo il cittadino con le sue idee, magari con  l’organizzazione di eventi, con la formazione, e con il sostegno finanziario alle neo-imprese”.

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