Invecchiamento della popolazione e ripercussioni sul Welfare - QdS

Invecchiamento della popolazione e ripercussioni sul Welfare

Liliana Rosano

Invecchiamento della popolazione e ripercussioni sul Welfare

venerdì 10 Maggio 2013

Censis: al Sud prospettive democratiche destinate a pesare sul sistema socio-economico. La crisi sociale del Mezzogiorno: nei prossimi anni impennata degli over 65

PALERMO – Al Sud si parla già di nuova emergenza che è destinata a pesare sul sistema socio economico. Si tratta del rapido invecchiamento della popolazione che al Meridione sta diventando una minaccia. Ne parla l’ultimo studio effettuato dal Censis (“La crisi sociale del Mezzogiorno”).
Secondo il Rapporto, da qui al 2030, nelle regioni del Meridione, la percentuale di popolazione anziana aumenterà a ritmi più elevati rispetto al resto del Paese.
Le conseguenze non saranno di certo del tutto positive: aumento della domanda di assistenzialismo. Insomma, il Welfare del Sud dovrà cambiare e darsi un nuovo volto.
Oggi nel Meridione d’Italia, si legge nel Rapporto, l’indice di invecchiamento della popolazione (over 65 su under 14) è più basso di oltre due punti percentuali rispetto alla media italiana (18,7 per cento contro 20,8). Nei prossimi anni però, questo rapporto è destinato ad invertirsi e “la questione sociale della longevità transiterà dai territori del Centro-Nord alle regioni meridionali”.
Le prospettive demografiche da qui al 2030 lasciano pochi dubbi; entro i prossimi 17 anni si stima che il totale dei residenti nell’area del Mezzogiorno sia destinato a ridursi del 4,6 per cento, mentre la media del Paese segnerà più 3,7 per cento. La percentuale di over 65 registrerà in entrambi i casi un’impennata, ma nel Sud la crescita sarà ancora più verticale (più 35,1 contro il più 31,4 per cento della media nazionale). In Sicilia, al 1 Gennaio 2012, sono stati stimati 945.793 longevi mentre l’indice di invecchiamento è pari al 18,9 per cento contro il 16,6 della Campania e il 20,8 della media italiana. C’è un altro fenomeno però che al Sud offre una lettura più interessante del quadro socio-economico: quello della cura degli anziani, che, nel Meridione, è, nella maggior parte dei casi, affidata alla famiglia.
I dati del Censis mostrano però che in Sicilia l’indice di dipendenza degli anziani è del 28,6 mentre la percentuale dei “grandi anziani” (oltre 80 anni) sugli anziani over 65 è del 29,2. L’andamento degli indicatori demografici relativi alla popolazione longeva rileva come in Sicilia, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2012, l’indice di invecchiamento è aumentato del 12,4 per cento.
Nell’Isola, secondo i dati del Censis,la percentuale dei longevi over 65 che non gode di un buono stato di salute (male o molto male specifica l’indicatore) è del 25,3% superiore alla media italiana del 19,2. Peggiora lo stato quando si parla degli over 85: un 37,5% contro il 29,3 della media italiana. Lo studio, prende in considerazione anche gli anziani di 65 anni e oltre che hanno delle limitazioni gravi. In Sicilia, questa percentuale è del 17,9 per cento contro la media italiana del 16,9. Una percentuale che cresce quando ad essere considerati sono gli over 80 (30,3%).Mediamente, quindi, sul piano della percezione soggettiva si riscontra uno stato di salute nettamente peggiore tra i longevi del Sud-Isole, e questo dato trova ulteriore conferma tra le persone con almeno ottanta anni.
Pur con tutte le cautele legate al carattere soggettivo dei dati citati, non si puo non leggere questa fenomenologia come predittiva rispetto ad una domanda potenziale e per molti aspetti anche reale, dispiegata, di assistenza diffusa, che riguarda la sanita, ma riguarda anche tutta la filiera dei servizi sociosanitari e di quelli sul territorio di tipo sociale propriamente detto. E se la filiera di servizi socioassistenziali e di supporto sociale da una risposta inadeguata, la conseguenza sarà un pericoloso afflusso di domanda sui servizi sanitari, con elevati rischi di inappropriatezza e spesa fuori controllo. I numeri indicano che la longevita come fenomeno economico e sociale dispiegherà sempre piu i suoi effetti nelle regioni meridionali intrecciandosi con le criticità note e generando un quadro diverso, per molti aspetti inedito, della situazione socioeconomica.
“Attrezzarsi di fronte a questa prospettiva e prepararsi ad una risposta all’altezza e oggi una priorità, si legge nel Rapporto del Censis, altrimenti e alto il rischio di un’ulteriore contrazione strutturale del benessere e della qualita della vita individuale e collettiva del Meridione”.

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