Microzonazione sismica per edifici sicuri - QdS

Microzonazione sismica per edifici sicuri

Rosario Battiato

Microzonazione sismica per edifici sicuri

venerdì 10 Maggio 2013

Nei prossimi 150 anni la probabilità di un terremoto di magnitudo 7 in Sicilia supera il 99%. Ma l’Isola non è pronta. Accusa dei geologi: l’assenza di una delibera della giunta regionale blocca 1,4 mln utili allo scopo

PALERMO – Il rischio sismico e l’adeguata prevenzione continuano a restare in cima ai pensieri dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia, che, nei giorni scorsi, ha organizzato un seminario che ha avuto come tema il “Rischio sismico in Sicilia orientale, Valutazione e mitigazione del rischio attraverso la Microzonazione sismica. Cosa è cambiato in Italia da L’Aquila a oggi”. L’incontro, che si è svolto alla presenza dei presidenti nazionale e regionale dell’Ordine, rispettivamente Gian Vito Graziano e Fabio Tortorici, è servito a fare il punto sulla nuova normativa e sulle azioni necessarie per il contenimento del rischio nell’Isola.
Abruzzo ed Emilia Romagna sono stati gli ultimi due eventi calamitosi da cui ripartire per valutare lo stato di salute della prevenzione e del patrimonio edilizio nazionale. I danni e le vittime, in rapporto alla differente resa dei terreni colpiti dall’evento, hanno dimostrato la centralità della microzonazione sismica, ossia lo studio del fenomeno della modifica del segnale sismico che si genera da un terremoto. Appare necessaria questa “attività di studio – ha spiegato Graziano – da svolgersi nella direzione di una auspicata cultura della prevenzione dal rischio sismico, che, non potendosi ancora oggi esplicare attraverso la previsione dei terremoti, si traduce nell’affrontare adeguatamente il problema della sicurezza dei nostri edifici e nel salvaguardare il nostro patrimonio immobiliare, di qualunque tipologia esso sia, residenziale, storico, architettonico, industriale”. Parallelamente a questo percorso si chiede di continuare a spingere su un tema prioritari per tutti gli ordini professionali nazionali e regionale, cioè quel “fascicolo del fabbricato” che permetta di contenere “tutti i dati di conoscenza dello status in cui si trova l’immobile, – ha spiegato il presidente – dagli aspetti strutturali, a quelli geologici, impiantistici, manutentivi, ecc., rilevandone le criticità ed individuandone i rimedi”.
Al centro del rischio c’è proprio la Sicilia. “Tre sono stati i più gravi terremoti – ha spiegato Fabio Tortorici, presidente dell’Ordine regionale – che hanno prodotto distruzione nella Sicilia orientale, nel 1169, nel 1693 e nel 1908; gli studi sulle previsioni dei terremoti stimano che le probabilità del verificarsi di un nuovo terremoto di magnitudo 7 entro i 150 anni, supera il 99%. Questo assunto associato ad una spiccata crescita urbanistica durante il boom economico degli anni 60-70, quindi prima dell’introduzione delle normative antisismiche, dimostra come il nostro territorio è esposto ad un rischio sismico alto”.
La possibilità di un maggiore controllo del territorio passa, anche nell’Isola, dalla microzonazione sismica. I fondi ci sarebbero ma sono congelati a causa dell’immobilismo del governo regionale. In Sicilia l’azione scarseggia: ad oggi, ha spiegato il presidente, manca una delibera della Giunta Regionale che, coerentemente alla OPCM 4007/2012, “sblocchi il cofinanziamento dell’annualità 2011 a carico del bilancio regionale per gli studi di microzonazione sismica per numerosi Comuni, con il rischio che i fondi destinati alla Sicilia per € 1.395.750,80 non possano più essere erogati”.

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