Tagliare ai ricchi politici non ai bisognosi - QdS

Tagliare ai ricchi politici non ai bisognosi

Carlo Alberto Tregua

Tagliare ai ricchi politici non ai bisognosi

martedì 14 Maggio 2013

Applicare le leggi Berlusconi e Monti

Diamo atto al bravo Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale, che sta esercitando una forte moral suasion per indurre i riottosi deputati ad applicare due leggi dello Stato ed elimininare una parte dei loro privilegi.
Andiamo con ordine e riepiloghiamo la vicenda. Il governo Berlusconi, con un decreto trasformato nella legge 122/10, ha stabilito, all’articolo 5, che i consiglieri comunali e provinciali (ma per questi ultimi data l’abolizione dell’ente il problema non esiste più) hanno diritto a percepire un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni. Mai l’ammontare può superare l’importo pari ad un quarto dell’indennità massima prevista per il rispettivo sindaco. Nessuna indennità è dovuta ai consiglieri circoscrizionali, salvo a quelli delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Che fece il governo Lombardo? Si preoccupò di fare emettere la circolare 1/11 all’assessore Chinnici dicendo che tale legge non si applica in Sicilia. Bravo, bis!

Il Parlamento ha convertito il decreto legge 174/12 nella legge 213/12. Che dice tale legge? All’articolo 2 stabilisce che i Consigli regionali non possono pagare indennità superiori a quelle corrisposte nella regione più virtuosa. Con delibera della conferenza delle Regioni del 30 ottobre 2012, presente la Sicilia, sono state individuate come regioni più virtuose, nell’ordine, l’Emilia Romagna per gli emolumenti ai consiglieri regionali, l’Umbria per quelli ai presidenti delle Regioni e ai presidenti dei Consigli regionali e l’Abruzzo per il finanziamento ai gruppi consiliari.
La stessa legge (articolo 2, c. 1, lettera c) ha introdotto il divieto di cumulo di indennità o emolumenti, compresi quelli di funzione o presidenza in commissioni e organi collegiali di: presidente della Regione, presidente del Consiglio regionale, assessore o consigliere regionale. Questi ultimi partecipano gratuitamente alle commissioni permanenti, salvo il rimborso spese a piè di lista.
Qualora la Regione non si adegui alla normativa entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge (8 giugno 2013) lo Stato non corrisponderà l’80 per cento dei trasferimenti erariali (art. 2, c.1).
 

Vi sono poco più di venti giorni per attuare tassativamente l’insieme di norme prima elencate. è inconcepibile che l’Assemblea regionale abbia approvato il suo bilancio interno, con un costo complessivo di 164 milioni, senza tenerne conto, con ciò in palese violazione delle norme indicate e facendo correre il rischio alla Regione di vedersi privata dell’80 per cento dei trasferimenti erariali (una catastrofe).
è inconcepibile che Rosario Crocetta e la sua Giunta non abbiano approvato un provvedimento per attuare la norma nazionale taglia-indennità di consiglieri comunali e circoscrizionali. Costoro stanno giocando col fuoco dell’ira dei siciliani che continuano ad essere gabellati da vuote promesse cui non seguono atti concreti.
Applicare la norma sui consiglieri regionali (deputati) significa che ciascuno di essi non può percepire oltre 11.100 euro lordi al mese comprensivi di qualunque indennità, che il presidente dell’Assemblea non possa percepire oltre 13.800 euro lordi al mese onnicomprensivi, e che ogni consigliere regionale (deputato) non possa percepire più di 5 mila euro lordi all’anno derivanti dal finanziamento del proprio gruppo.

Il bravo Salvo Pogliese, insieme a Vinciullo e Caputo, ha depositato il disegno di legge n. 46 con il quale si propone l’abolizione della famigerata legge 44/65 che parifica gli emolumenti dell’Assemblea regionale a quelli del Senato. Tale norma è in contrasto con la citata legge 213/12 e quindi di fatto non ha più valore.
Pogliese deve chiedere ad Ardizzone, che sicuramente sarà d’accordo, di portare in aula tale ddl formato di un articolo unico per stanare i partitocrati che vogliono ancora lucrare sulle casse pubbliche (chi dicesse di no verrebbe smascherato).
I grilletti hanno fatto la sceneggiata di restituire parte dei loro emolumenti, ma non quello che avrebbero dovuto: chiedere al presidente Ardizzone di porre in discussione un ddl per il taglio degli emolumenti. Finché non vi è una norma, le casse regionali continueranno ad erogare emolumenti stratosferici a chi promette di ridurseli. Invece, occorre tagliare ai ricchi politici per dare ai bisognosi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017