Finanziaria impugnata “solo” trenta volte! - QdS

Finanziaria impugnata “solo” trenta volte!

Raffaella Tregua

Finanziaria impugnata “solo” trenta volte!

mercoledì 15 Maggio 2013
Viene un po’ da ridere leggendo che la Finanziaria della Regione è stata impugnata per ben trenta volte dal Commissario dello Stato, il prefetto Carmelo Aronica. Su 77 articoli ne sono stati impugnati 12, oltre a 17 commi ed a un allegato; sono stati violati ben 5 articoli della Costituzione e due dello Statuto Speciale siciliano.
 
E naturalmente, come ogni anno, l’Ars ha approvato la Finanziaria l’ultimo giorno dell’ultima ora (il 30 aprile dopo mezzanotte) come se fosse ormai la normalità del nostro Parlamento, come se in un’azienda l’assemblea decidesse di approvare il bilancio allo stesso modo sul filo del rasoio oltre che in parte senza la copertura finanziaria. Perché di fatto il commissario Aronica ha ritenuto inammissibili spese per ben 324 milioni di euro, molti dei quali previsti per l’ormai nota Tabella H che altro non è che un elenco di 135 beneficiari di fondi pubblici scelti senza alcun criterio oggettivo. Quindi noi siciliani, se il commissario non fosse intervenuto, avremmo speso 324 milioni di euro del bilancio della Regione per soggetti la cui selezione è stata effettuata sulla base di…
 
In effetti vorremmo saperlo: simpatia, appartenenza politica, avvenenza fisica, connotazioni caratteriali, legami di parentela? Oppure? La domanda sorge spontanea e resta ahimè senza risposta ufficiale. Ma il punto non è solo questo. Il Commissario aveva anche richiesto la relazione tecnica che il Governo ha puntualmente presentato in ritardo il 4 maggio. Come mai, nessun rappresentante del Governo forse ne era a conoscenza? Dunque, si ripete nel tempo (molto tempo) il comportamento superficiale, impreparato ed incompetente, qualunque sia la parte politica che governa la nostra meravigliosa, povera terra, che conduce ai disastrosi risultati sotto i nostri occhi. Viviamo in un secolo in cui innovazione, infrastrutture, competenza e competitività sono gli strumenti per mantenersi in vita e andare oltre il guado della crisi. Vale per il privato, vale per il pubblico. La nostra classe politica dovrebbe andare a scuola a imparare l’ABC prima di presentarsi alle elezioni e, da parte loro, gli elettori dovrebbero pretendere che accanto ad ogni viso del candidato ci fosse il diploma di buona politica oltre che di buona condotta.
 
Se un imprenditore facesse impresa come viene fatta la politica, non ci sarebbe più alcuna impresa in Sicilia. Questo ritardo comporta altri ritardi e la gestione fatta in dodicesimi fa spendere le risorse in modo non strategico navigando a vista senza la strada maestra che è un buon bilancio. Non tutti avranno studiato Economia, ma anche la brava casalinga sa come amministrare la sua casa. La differenza però è che un deputato Ars ci costa 380 mila euro l’anno per appena 132 giorni di lavoro, quasi 3000 euro al giorno! Altro non dico per decenza. Io non potrei nemmeno guardarmi allo specchio la mattina se pensassi di poter lavorare un terzo dell’ anno con un guadagno che è una sproporzione e che alla fine vengo pure bocciato 30 volte!

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