Viene dalla Russia la speranza per la raffinazione siciliana - QdS

Viene dalla Russia la speranza per la raffinazione siciliana

Rosario Battiato

Viene dalla Russia la speranza per la raffinazione siciliana

giovedì 16 Maggio 2013

Lukoil si appresta ad acquisire la quota complessiva dello stabilimento Isab di Priolo entro l’anno. Annuncio dell’investimento di 1,8 miliardi, dagli uffici regionali: “Fase embrionale”

PALERMO – Una conferenza stampa a fine aprile, tanti programmi e tanto denaro si traducono, al momento, in un niente di fatto sul futuro della raffinazione isolana. Lukoil ha ipotizzato un investimento da circa 1,8 miliardi di euro nel polo aretuseo ribadendo, al contempo, l’acquisizione del restante 20 per cento delle quote dell’Isab di Priolo per la fine dell’anno. Ben vengano nuovi investitori nell’Isola, sperando che i proclami di russi e Regione si traducano in un reale stato di avanzamento.
L’epoca d’oro della raffinazione isolana è ormai lontana. Gli impianti dislocati in altre parti del mondo hanno messo a dura prova la tenuta nell’Isola – una crisi che va da Gela a Milazzo muovendo per Siracusa e migliaia di addetti a rischio – che adesso passerà per l’impegno del colosso russo della Lukoil che già nel 2008 aveva firmato degli accordi con la Erg della famiglia Garrone. L’interesse dei russi sulla raffinazione isolana è andato in crescendo e passato dall’acquisizione della quota di maggioranza dell’impianto Isab di Priolo, nel 2012, fino alla possibilità di un investimento ipotizzato di 1,8 miliardi di euro.
 
In cima alle preoccupazioni dei russi ci sarebbero preoccupazioni ambientali come il miglioramento della tecnologia utilizzata e dei processi di lavorazione per una maggiore sostenibilità. Da questa intenzione di massima Lidia Vancheri, assessore regionale alle Attività produttive, ha poi ipotizzato l’intenzione di ripetere l’operazione Lukoil anche a Gela e Milazzo.
Sin qui tutto bene. Peccato che ad oggi la situazione sia ancora in “una fase embrionale”. La conferma è giunta dagli uffici regionali del dipartimento regionale dell’Energia che al Qds hanno spiegato come, al di là della conferenza stampa, non ci siano stati atti concreti in materia di richieste di autorizzazioni e permessi. In attesa della prima tranche di investimenti, che dovrebbe riguardare la bonifica della raffineria Isab, tutto ancora tace.
A chiedere lumi sulla situazione Lukoil ci aveva pensato, a fine aprile, il deputato regionale Nello Musumeci. Nella sua interrogazione presentata al presidente della Regione c’erano diverse questioni inevase sull’arrivo dei russi. In ballo ci sono i costi di bonifica relativi ai territori inquinati e agli impianti dismessi, e poi quali e quanti nuovi impianti si prevede di costruire. Secondo Musumeci sarebbero da valutare i permessi necessari per i nuovi impianti e le agevolazioni burocratiche assicurate.
In attesa che i russi concludano la fase progettuale e presentino le loro carte al tavolo della Regione, la raffinazione isolana è sempre più in crisi. A breve rientreranno a Gela i 400 dipendenti collocati un anno fa in cassa integrazione per far riavviare le due linee di produzione fermate per un anno, ma nuove nubi si addensano all’orizzonte. I problemi stavolta riguarderebbero gli ormeggi del porto nisseno che non sarebbero in grado di accogliere le maxi petroliere che integrano le piccole risorse petrolifere isolane per far funzionare a pieno regime la raffineria. Tra diretti e indotto ci sono 2.500 unità lavorative a rischio.

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